Ratzinger-Benedetto: volto, mente, cuore
Conoscere dall’interno dell’anima e dalle azioni compiute l’immagine di una persona è un’impresa purificante e rasserenante. Ratzinger-Benedetto XVI, pur guardato da molti con profonda ammirazione, è stato fatto oggetto di uno smaccato disprezzo da chi si è lasciato catturare da slogan e preconcetti. E’ dunque doverosa e piacevole avventura percorrerne la vita lungo tutte le tappe: l’infanzia serena e fruttuosa, il tempo della preparazione al sacerdozio nel contesto del dramma nazista, i passi del giovane sacerdote al suo primo impatto con il mondo, la bellezza e il travaglio degli studi, l’emergere dell’insegnante di teologia, chiamato al Concilio Ecumenico come ‘perito’ teologo al seguito del cardinale Frings, nominato arcivescovo di Monaco e dopo appena cinque anni chiamato da Giovanni Paolo II a ricoprire la carica di prefetto della Congregazione della Fede. Infine papa per otto anni ed emerito per altri dieci. Fresche e belle le pagine dell’infanzia e degli studi, nel contesto del rinnovamento teologico che pervadeva in particolare la Germania e la Francia. Ricca di informazioni e carica di fermento la descrizione del ‘periodo conciliare’, nell’intreccio dei teologi e dei vescovi che lanciano la Chiesa nel mare aperto del mondo. Le pagine del pontificato passano in rassegna con una serrata documentazione avvenimenti, discorsi, pronunciamenti e in modo particolare i viaggi nel mondo. Protagonista è un uomo semplice, intelligente, sincero. Semplice perché tutto aveva in mente fuorché la ‘carriera’ ecclesiastica. Intelligente per la capacità di entrare nei problemi rintracciandoli dentro la loro storia, e di esprimere giudizi e valutazioni sul presente e sul futuro. Ratzinger con occhio acuto entra a svelare la temperie del tempo moderno nella grandiosità delle nuove scoperte e nell’equivoco della sua vuota superficialità. Non elude i problemi e le questioni difficili o scabrose: valuta con audacia gli equivoci e i valori della teologia della liberazione ed è il primo papa a affrontare il dramma degli abusi da parte di ecclesiastici. Riconosce errori della Chiesa e suoi personali, come a proposito di alcune scorrette interpretazioni di suoi pronunciamenti sulla libertà religiosa e sulla vita e la persona. L’autore di questa ragionata biografia, avendo partecipato in vario modo, come studioso e giornalista, alla vicenda di Ratzinger, trova buon gioco a presentarne l’immagine autentica, liberata da caricature ed evidenziata con linearità e schiettezza. Significative le ultime pagine sulla rinuncia al ministero papale e sul tempo trascorso come ‘papa emerito’, che fanno risaltare l’autenticità di un uomo e di un papa vissuto nella fede in Cristo e nell’amore alla Chiesa. Fino all’ultima parola pronunciata sul letto di morte: “Gesù ti amo”.Andrea Tornielli, Benedetto XVI, il teologo, il Pontefice, l’uomo, Piemme, Milano novembre 2023, pp 330 € 19,90
Angelo Busetto
Luoghi dell'Infinito
I passi della Memoria
C’è anche la foto a tutta pagina della famiglia Ulma, con i sei bellissimi bambini, il padre, e la madre che porta in grembo il settimo, distrutti dalla follia nazista per aver dato rifugio ai perseguitati. Ci sono gli spartiti delle musiche composte su carta igienica nei campi di concentramento e c’è la lunga fila – disposta su due pagine – dei bambini orfani armeni deportati in Turchia nel 1929. Dolcezza e dramma si combinano insieme nelle pagine di Luoghi dell’Infinito del mese di gennaio dedicato alla pace e imbruttito dalla guerra. Riaffiorano memorie finora eluse, come quella dei pellerossa d’America vittime di un vasto genocidio contraffatto da distorte narrazioni e dai vecchi film western. Si arriva all’estremo Oriente del Giappone che ha perseguitato e costretto alla latitanza per 250 anni i cristiani che hanno mantenuto la fede e celebrato il battesimo senza alcun sacerdote, e l’altro Giappone divorato dalla bomba atomica, come a segnare il tempo con un drammatico cippo distinto in p.A. (prima della bomba atomica) e d.A. (dopo la bomba atomica). La Palestina, infiorata dalla presenza dei Frati Minori di San Francesco, innalza il Memoriale di Gerusalemme non solo con il ricordo dei milioni di ebrei uccisi nella Shoah, ma anche con il riconoscimento dei tanti Giusti tra le Nazioni che si opposero all’annientamento di un popolo. Nell’isola Tiberina sulle acque del Tevere, la basilica di San Bartolomeo all’Isola è stata scelta da Giovanni Paolo II per ricordare chi ha perso la vita ‘in odium fidei’ nei nostri tempi. E’ un emozionante viaggio nella Memoria, che non potrà essere cancellato nemmeno con la distruzione di statue e la cancellazione di nomi. Siamo fatti dal nostro passato, e il brivido della memoria del male, insieme con l’ebbrezza del bene fiorito dalle sue ceneri, apre davanti a tutti un passo di vita nuova.
a.b.