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Lunedì 18 marzo 2024, San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della Chiesa, 315 – 387

Vangelo secondo Giovanni 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

L’ACCUSA E LA SALVEZZA

La settimana che precede le Palme viene introdotta da un gesto di misericordia. L’evangelista Giovanni annota il cammino di Gesù: monte degli Ulivi e tempio, dove insegna al popolo. Arriva l’occasione per gli oppositori di Gesù: una donna sorpresa in adulterio. Dov’è l’uomo con il quale ha peccato? Nel cerchio degli accusatori, con una pietra in mano? Gesù, scrivendo per terra e guardandosi intorno, scova il peccato nel cuore di ciascuno, e salva la donna per il presente e il futuro: “Non peccare più”.

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