Vangelo secondo Matteo 10,16-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
SOPRA OGNI UMANO POTERE
Quando venne fatta l’ultima stesura del Vangelo di Matteo, l’esperienza del martirio era già estesa. Il potere dell’Impero romano e poi di altri imperi, fino al ‘900 e ai tempi presenti, non permette di essere contradetto dal Potere più grande al quale apparteniamo e che ci fa liberi rispetto a chiunque. Anche la dittatura della piazza, per scelte di parte che non ammettono repliche, diventa severa fino all’offesa e alla emarginazione. C’è tuttavia una liberà del cuore che non può venire violata,