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Martedì 13 agosto 2024, + San Ponziano, papa; Sant’Ippolito, scrittore, martiri in Sardegna, 235

Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10.12-14

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

IL BAMBINO E LA PECORA PERDUTA

Il Vangelo è una collana di gioielli. Eccone due. Gesù mostra un bambino come misura. Perché? Perché è il bambino è piccolo: tiene la mano della persona più grande, si muove guardando la persona che lo ama, domanda e impara; potrebbe fare tanti capricci, senza perdere il legame che lo fa vivere. La pecora perduta: non va dimenticata o disprezzata. Invece, è a lei che il pastore si dedica, e non rimane a lisciare le altre novantanove al sicuro sui monti.

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