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Lunedì 21 ottobre 2024, + Sant’Orsola e Compagne, martiri, IV secolo; + Beato Giuseppe Puglisi, sacerdote e martire, Palermo, 15 settembre 1937 – 15 settembre 1993

Vangelo di Luca, 12, 13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

I BENI CHE ABBIAMO

Quante preoccupazioni e contese per l’eredità! Gesù arriva alla radice: la nostra vita non dipende dai nostri beni. La sicurezza che si pretende dalle ricchezze è provvisoria e ci inganna, perché presto o tardi ci lascia soli. Gesù ci chiede di arricchire presso Dio. Possiamo farlo con un uso delle ricchezze teso non all’accumulo ma al bene della società e alla carità. Possiamo farlo rinunciando al possesso dei beni o riducendoli e impiegandoli per il Signore in favore del prossimo.

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