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RACCONTARE FATTI DI VITA CRISTIANA

Domenica sarò a pranzo da una giovane famiglia con due figli in età scolare. Cerco qualche libretto che sia bello e utile per i bimbetti. Rovistando nel reparto della libreria casalinga dedicato ai santi e al catechismo vedo spuntare il grande album con la storia a fumetti dei Martiri Felice e Fortunato; scopro anche un fascicolo colorato con foto e disegni grandi e piccoli, che invitano i bimbi a ‘guardarsi intorno’ per accorgersi del miracolo del vedere con gli occhi, con il cervello, con il cuore e scoprire la meraviglia dei colori del cielo, della terra e dell’arte. Ci siamo: i nostri santi e il mondo da guardare!

E per i genitori, mi dico, c’è niente? Le librerie casalinghe sono un deposito in cui i libri dormono, in attesa che qualcuno li svegli come la bella addormentata. Curiosando, scorgo il dorsale di un libretto che mi aveva incuriosito tempo fa e che avevo ben riposto: non si sa mai. Copertina: La bellezza e il senso – 100 storie, 1 incontro. Ci entro dentro a capofitto, approfittando della mattinata libera.                Le cento storie sono state scelte tra le cinquecentoquarantaquattro che erano state raccolte per un Convegno della diocesi di Venezia e riportano la testimonianza di persone singole e di gruppi. Vi scopro tutto l’armamentario della vita cristiana, esposto non per via di buone intenzioni e di programmi, ma con la semplicità e il vigore delle cose vissute. La raccolta procede per sette tempi della giornata, quasi una scansione monacale: alba, mattino, mezzogiorno, pomeriggio, sera, notte, aurora. Sono molte le albe della vita: la nascita di un figlio, l’accoglienza di un bambino con l’adozione o l’affido; l’alba è segnata anche dall’uomo che per anni bussa alla porta del monastero e si annuncia: “Sono io,,, il Povero. Una ragazza di sedici anni scrive: ‘Aver incontrato Cristo è stato come rinascere’; un gruppo di bambini attorno al fuoco del bivacco parlano candidamente di Dio; l’amore coniugale si ridesta dopo una crisi…  Il mattino è il tempo della laboriosità: si va verso gli impegni della giornata: incontri, affari, fatiche, imprevisti. Una coppia incomincia con le lodi; un’alunna dà il buongiorno al professore incontrato dopo anni insieme con il marito e il figlio in carrozzina e ricorda la lezione che le ha cambiato la vita; gli ‘operatori sanitari’ raccontano la carità in corsia; altri, l’esperienza di libertà nel lavorare insieme…   Il mezzogiorno è una sosta: lettura della Bibbia, la memoria dell’esperienza degli esercizi spirituali, una visita nella chiesa aperta giorno e notte per l’adorazione. L’incontro ‘casuale’ tra due sconosciuti che diventeranno marito e moglie, un altro incontro significativo… Di giorno in giorno, di ora in ora le testimonianze narrano la vita cristiana, con la crisi, il vuoto, la solitudine, la novità. La fede nel quotidiano, nelle difficoltà con i figli, nell’impianto delle attività pastorali, nell’impatto con incidenti e malattie, nella novità del catechismo di bambini e adulti e degli incontri di preparazione al matrimonio. Sotto traccia emergono alcune evidenze: la presenza del sacerdote, il ritrovarsi periodico tra le famiglie nelle case, la riconciliazione che imita il Vangelo. Il piccolo mondo (antico?) di tante presenze punteggia le nostre città svuotate della fede cristiana, tessendo una rete di speranza e di carità.

Chiuso il libro, mi preparo velocemente il pranzo e apro il telegiornale che mi rifila per l’ennesima volta la storia dell’uomo che ha ucciso la fidanzata o la compagna o la moglie, la vicenda dei giovani violentatori, le noie dei politici, le inefficaci trattative di pace… Un perverso indottrinamento sulle brutture della vita.  Domenica a pranzo non ci sarà la televisione. Potremo goderci la conversazione sulla vita reale, condividere le esperienze vissute, e riaprire per noi e per i bimbi il torrente della speranza.

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