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UN MONDO DA SALVARE

Come andare in aiuto a questo mondo che – si afferma da molte parti – gira a rovescio? C’è una depressione non solo economica e politica, ma del desiderio. Non si desidera e non si trova niente di buono al di fuori della minuteria quotidiana, come una buona merenda, una rapida soddisfazione, il breve sollievo per un intrigo finalmente risolto… Per il resto, il mondo vada come vada. D’altronde, che cosa posso fare io di fronte alle guerre che dilaniano popoli e uccidono bambini, di fronte a politici che litigano, a potentati che sfruttano??? Che posso fare con le stagioni scombinate, gli incendi rovinosi, i terremoti micidiali, i ghiacciai evanescenti?… Paura e indifferenza spengono nelle giovani famiglie la voglia di futuro e l’attrattiva di mettere al mondo un bel bambino.                                              E la religione? E la Chiesa? C’è chi la giudica più decaduta oggi che non all’epoca dei papi e antipapi, o dell’alleanza col potere imperiale o della corruzione del clero e via dicendo… In questo oscuro panorama, il tempo in cui viviamo, pur ricco di beni come non mai, viene considerato come il peggiore mai capitato. Peggio del diluvio universale, peggio delle invasioni barbariche e dei tempi della peste quando si moriva quattro su dieci ogni giorno.

C’è speranza? Invochiamo speranza in questo Giubileo, e pare un grido disperato come quello dell’uomo sbigottito sulla spalliera del ponte nel quadro di Munch. Da quale parte uscirne? Non ci è data la facoltà di scendere da questo mondo, né possiamo cambiare direzione alla carrozza per infilarci nella strada del cielo.            Di fronte a uno scenario che sa di apocalisse disperata, mi insorge in cuore, con la potenza di una sorgente finalmente libera, la considerazione che il poeta Charles Péguy faceva agli inizi del ‘900:

C’era la cattiveria dei tempi anche sotto i Romani. Ma Gesù venne. Egli non perse i suoi anni a gemere ed interpellare la cattiveria dei tempi. Egli taglia corto. In un modo molto semplice. Facendo il cristianesimo. Egli non si mise a incriminare, ad accusare qualcuno. Egli salvò. Non incriminò il mondo. Egli salvò il mondo».

Dunque, di fronte alla cattiveria dei suoi tempi, Gesù fa il cristianesimo!! Offre se stesso, il suo modo di parlare e incontrare, di vivere e pregare, di guardare e perdonare. Cristo dona se stesso! E noi, che possiamo fare? Noi non siamo lui; anche donassimo noi stessi, sarebbe un niente nel mare del mondo.  Noi possiamo dare quel Gesù che ci viene donato. Possiamo metterci in fila dietro a Lui per ‘fare il cristianesimo’. Possiamo parlare di Lui, raccontare di chi l’ha incontrato, seguito, amato. Charles de Foucauld, quando intercetta il Dio vivo in Cristo, afferma: “Se Dio esiste ed è così, io non posso che vivere per lui”. Per imitare Gesù povero va a Nazaret e poi nel deserto. Possiamo dunque fare un pezzettino di cristianesimo, una pietruzza del mosaico. Possiamo vivere avendo in mente e in cuore Gesù, possiamo testimo niare una vita di amicizia con Lui, portando insieme con lui il sudore della giornata, la gioia e il dolore. Come quella donna malata di tumore, che avrebbe dovuto morire sei mesi fa: trovandosi ancora in vita, ringrazia commossa il Signore che le dona ogni giorno un giorno in più. Anche questo è fare il cristianesimo…

 

 

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