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Dove nasce speranza – VIVERE LE DIMENSIONI DELLA VITA FINO ALLA SPONDA DELL’ETERNO

Tornano nelle scuole la storia e il latino. E intanto il cinema riprende a raccontare l'Odissea e l’avventura di Ulisse, mentre tutt’intorno nella Chiesa la ricorrenza del Giubileo ci dona un passato ricco di misericordia e un futuro pieno di grazia. Il tempo della vita si apre a tre dimensioni, presente, passato, futuro e ci strappa dal chiodo della solitudine. Quello che siamo sorge dalle radici del passato, si allarga alle dimensioni del mondo e si protende alla promessa del futuro.

L'uomo a una dimensione che vive l’attimo fuggente ci attraversa l'anima e ancora cammina per le strade della città. Gli interessano soldi, saldi, sesso, un istante da succhiare fino all’esaurimento. Farsi da sé, non dover niente a nessuno, camminare in bilico sulla punta dell’istante. Fin da piccoli veniamo educati a cavarcela da soli, figli unici che si godono la vita. Anche tanti suggerimenti di ‘spiritualità’ che i social riversano generosamente nel computer e sul cellulare, ti inducono a guardare te stesso, per scoprire le tue nascoste energie, così da non aver bisogno di niente e di nessuno. Colleghi di lavoro o compagni di vita, nell’ideale della modernità veniamo indirizzati a vivere separati gli uni dagli altri come pali piantati in barena, senza possibilità di stringerci insieme per edificare una stabile dimora comune.

Invece, siamo generati dal passato e veniamo rinnovati dal presente. Non solo nella struttura fisica, ma nei desideri dell’anima e nelle propensioni del cuore. Siamo donati a noi stessi da un amore più grande, concepiti da un disegno di grazia che apre al rapporto con la realtà: il sole che sorge e la pioggia che batte, la donna che ci genera e il padre che ci ama. Protesi a conoscere, bisognosi di amare e di essere amati. Lì dove viviamo, in qualunque luogo della terra, siamo circondati da un villaggio di persone, in un infinito racconto di storie che ci precedono, in un ventaglio di promesse che ci sopravanzano. Di generazione in generazione. Come la nonna che entra in farmacia con la nipotina, vede la cesta per la raccolta dei medicinali per i bisognosi e dice alla piccola: “Anche tu dona una medicina per i poveri, come io faccio sempre”. Fioriscono i collegamenti, gli incontri, le comunità. Non bastano i circoli culturali o le associazioni ricreative, nemmeno le società sportive o le combinazioni dei viaggi in compagnia. Un bisogno più profondo ci apre alla condivisione dell’anima, un’amicizia per la vita ci rigenera come fiori che sbocciano al sole. Cresciamo collegati in reciproca dipendenza nel vasto campo del mondo.

E tuttavia, nemmeno la reciprocità ci appaga, nemmeno tutti insieme ci bastiamo, e ogni compagnia umana naviga fragile nel mare della vita.  Presente, passato, futuro si intrecciano a rivelare un’origine che ci precede e ci supera. La vera scoperta è quando percepiamo nel battito del nostro cuore un’esigenza di infinito, un anelito di pienezza che supera tempo e spazio; quando nell’altro che incontriamo vediamo specchiarsi il volto di Colui che ci ha creati e ci dona gli uni agli altri. Questo è l’incontro che recupera tutti i bisogni e salva tutte le dimensioni della vita.

9.2-2005

 

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