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UNA BUONA STORIA DI DONNE NELLA CHIESA

Dove nasce speranza

La chiamava ‘mia Regina’: Adeodato, il figlio che Agostino aveva avuto prima della conversione, amava la nonna Monica fino alla venerazione, attratto dal suo affetto e sapienza, dalla sua fede e determinazione. Monica, fedele cristiana, seguiva con passione e dolore le vicende del figlio Agostino che emergeva per intelligenza e oratoria nella cittadina di Ippona, a Cartagine, a Roma,   disperdendosi in compagnie goderecce, in filosofie insufficienti e in forme religiose equivoche.  Finalmente, a Milano città imperiale, dove la fede e l’eloquente energia di Ambrogio guidava il popolo cristiano, Agostino incontra il cristianesimo e si fa battezzare. In un romanzo che racconta la ‘vita avventurosa di Agostino’ si intravvede il rapporto discreto ma profondo di Monica con la Chiesa e in particolare con il vescovo Ambrogio. In quei tempi le donne, mentre tessevano i vestiti della liturgia cristiana liberata da Costantino, andavano costruendo la chiesa domestica nelle case. La preghiera assidua, la vicinanza discreta, l’affetto incondizionato, il consiglio silenzioso accompagnavano figli e nipoti, sostenevano le celebrazioni e le tante forme di carità della comunità.

Quasi per l’intero corso di due millenni della storia d’Occidente, le donne non hanno goduto di una posizione significativa nella società, se non per il nome di qualche principessa o regina e di qualche rara artista e studiosa. In questo contesto, nella Chiesa alcune donne emergono attraverso varie direttrici: badesse di monastero, con competenza anche verso monasteri maschili; sante martiri dei primi secoli, venerate e celebrate, e sante mistiche, analfabete o studiose: nomi noti e dimenticati, Agnese e Lucia, Ildegarda e Caterina, Maria Goretti e Gianna Beretta Molla.

Pope Francis poses for a photo as he attends a meeting with African women, judges and prosecutors, on human trafficking and organized crime, at the Vatican, Thursday, Dec. 12, 2019. (AP Photo/Gregorio Borgia)

Tuttavia, la storia non procede solo per grandi nomi e imprese. Donne madri, spose, sorelle, amiche hanno amato, custodito, protetto, consigliato, soffrendo e godendo per mariti, figli, nipoti, bambini e anziani. Nel giro delle famiglie patriarcali, nel contesto del paese e del circondario, nel rapporto con monasteri e conventi, ecco donne ostetriche, donne che allattano i figli degli altri, donne consigliere, donne catechiste. Madri e sorelle ‘spirituali’ costituiscono il buon terreno per la fioritura di famiglie cristiane, per vocazioni al sacerdozio e alla consacrazione. Donne sante accanto a santi uomini, come Chiara e Francesco, Francesca de Chantal e Francesco di Sales; moglie e marito santi insieme come i genitori di Teresa di Lisieux e i coniugi Beltrame-Quattrocchi.

Oggi, quando il terreno della società sembra sfaldarsi e irrigidirsi nell’individualismo, e le comunità cristiane sembrano smarrirsi e disperdersi, le donne offrono cuore e cura, pazienza e vigilanza. Negli ultimi decenni esplode il fenomeno di donne che lavorano fuori casa e donne studiose, teologhe, responsabili di comunità. Al di là delle problematiche sui ministeri e sulle responsabilità istituzionali, oggi in modo più palese la Chiesa respira con due polmoni, ama con un intenso battito del cuore, ragiona con l’intelligenza di quanti la costituiscono, uomini e donne. La Chiesa consiste nelle persone, con le doti e i carismi di ciascuno, nell’armonia di una orchestra che naviga in una grande barca nel vasto mare. Ogni cristiano, ogni uomo o donna è pieno di gratitudine verso la donna dalla quale ha ricevuto la vita, verso tante donne che lo amano, lo accompagnano e lo custodiscono. Nella poesia e nella prosa della vita, nella bellezza e nella sofferenza, da bambini o da grandi, da sani o malati, è grazia di Dio che una donna ti sia accanto.

don Angelo Busetto

 

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