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Vangelo secondo Giovanni 13,1-15

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

LA SUA ORA

L’ora è venuta, l’ora del Passaggio al Padre, la Pasqua del Signore. Gesù ama i suoi ‘fino alla fine’. La ‘fine’, nel Venerdì santo sarà la consegna alla morte di croce, a Pasqua sarà la sua Risurrezione. Oggi, Giovedì Santo, l’amore di Gesù si manifesta in due gesti: la consegna del suo Corpo e Sangue nel segno del pane e del vino nell’Eucaristia; la lavanda dei piedi agli apostoli. Presenza e Carità. Come a dire: amore di Dio e amore del prossimo.

Vangelo secondo Matteo 26,14-25

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

LA CONSEGNA

L’evangelista Matteo ci riporta alla preparazione della Cena di Pasqua. Due scene contrapposte. Da una parte, i discepoli preparano la Pasqua nella bella sala prestata da un amico. Dall’altra Giuda va tramando la consegna di Gesù. Bene e male si intrecciano e Gesù vi ‘passa dentro’: attraverso la consegna di Giuda, Gesù si consegna al Padre. Il tradimento più grande diventa strumento della grazia più profonda e universale. Solo Dio è capace di drizzare in questo modo la storia.

Giovedì Santo 17 aprile 2025
Messa vespertina nella «Cena del Signore»

Introduzione del celebrante
Oggi Gesù ci chiama amici e ci invita alla Cena Pasquale dove Lui stesso si offre come cibo e bevanda di vita. Apriamo il cuore a questa grazia insieme con tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo.

  1. Signore Gesù, ti ringraziamo per il dono della tua vita nel segno del corpo donato e del sangue versato. La tua presenza nel sacramento dell’Eucaristia diventi il centro della vita di ogni cristiano,

Preghiamo: SIGNORE GESU’, VITA DEL MONDO, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, ti ringraziamo per la testimonianza del Papa e per il ministero di grazia del vescovo e dei sacerdoti. Rendili lieti e forti nella fede, nella speranza, nella carità,

Preghiamo: SIGNORE GESU’, VITA DEL MONDO, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, ti affidiamo il nostro mondo: guerre, contrasti, vendette, cattiverie, inganni, menzogne. Donaci di vedere fiorire la pace, l’intesa, la benevolenza reciproca; sostieni tutti gli operatori di bene,

Preghiamo: SIGNORE GESU’, VITA DEL MONDO, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, guarda le nostre famiglie e le comunità; sostieni il nostro cammino nella serietà della fede, nella gioia della preghiera, nel calore della carità fraterna. Rendici aperti verso chi sperimenta le difficoltà della vita,

Preghiamo: SIGNORE GESU’, VITA DEL MONDO, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante
Padre Santo, guarda il tuo Figlio Gesù che si offre a noi e al mondo; donaci la grazia di accoglierlo nei nostri pensieri e nelle nostre azioni. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

UNA MEMORIA VIVA

‘Fate questo in memoria di me’. Una memoria viva e presente che abbiamo la grazia di continuare nel nostro tempo e nella nostra vita. Il sacramento, segno della tua presenza viva tra noi, tuoi testimoni. La carità, regola di vita nell’accoglienza, nel perdono, nell’aiuto fraterno. ‘In quel tempo’, pochi cristiani arrivati a Roma hanno cambiato il cuore delle persone e la vita del mondo. Donaci la grazia di tenere viva questa storia e questa tua presenza.

 

Sabato 20 aprile 2025 - Veglia Pasquale

Introduzione del celebrante
Nella Veglia Pasquale il popolo cristiano ripercorre la storia di Dio con gli uomini, dalla creazione all’alleanza, fino alla nuova Pasqua del Signore Gesù. Domandiamo la grazia di partecipare alla Sua salvezza.

  1. A te, Signore Dio nostro Padre, creatore del cielo e della terra, che hai risuscitato il Figlio Gesù, affidiamo tutta l’umanità, perché risorga dal male e sperimenti fraternità e salvezza,

Preghiamo: SIGNORE NOSTRA PASQUA ASCOLTACI

  1. A te, Signore Gesù, risorto e vivo risorto e vivo nella Chiesa, affidiamo Papa Francesco, il nostro vescovo e quanti si mettono a servizio del popolo cristiano e testimoniano al mondo la vita nuova dei risorti,

Preghiamo: SIGNORE NOSTRA PASQUA ASCOLTACI

  1. A te, Spirito Santo che sei Signore e dài la vita, domandiamo pace e riconciliazione per i popoli in guerra, le famiglie travolte, i bambini abbandonati, i poveri e i malati. Donaci di sperimentare la gioia del perdono fraterno,

Preghiamo: SIGNORE NOSTRA PASQUA ASCOLTACI

  1. A Te, Signore nostro Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, domandiamo il dono di una vita di risorti, testimoniata di fronte al mondo con le nostre famiglie e le comunità,

Preghiamo: SIGNORE NOSTRA PASQUA ASCOLTACI

Conclusione del celebrante
Santissima Trinità, ti ringraziamo per la vita, la gioia, l’unità e la pace che vengono da Gesù risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli.

UNA VITA NUOVA

Dal sepolcro del nostro vecchio mondo, sorge una vita nuova: la vita di Gesù risorto per tutti. Gesù vivo e presente vince ogni estraneità, ogni odio e ogni opposizione, ogni disperazione e insignificanza. E’ questo il fatto nuovo da credere e da testimoniare al mondo nella nostra vita personale e nella vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità.
Ricominciamo ogni giornata da questa notte di vita nuova, mentre andiamo al lavoro e incontriamo le persone. Una carità e una speranza nuova per tutti.

 

Domenica 20 aprile 2025

PASQUA, «RISURREZIONE DEL SIGNORE», Anno C

Messa del giorno

Introduzione del celebrante
Oggi ci svegliamo a un nuovo giorno: il giorno di Pasqua, giorno di Cristo risorto. Partecipiamo all’Eucaristia come segno di Cristo vivo, come inizio di vita nuova per noi e per tutti.

  1. Signore Gesù, risorto e vivo, rinnova la nostra fede in te, e rendici testimoni della tua risurrezione come le donne e i discepoli nel mattino di Pasqua,

Preghiamo: SIGNORE RISORTO ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, dalla tua croce e dalla tua risurrezione nasce la Chiesa; dona al Papa, al nostro vescovo, ai sacerdoti, ai missionari ai consacrati e a tutti cristiani, la grazia testimoniarti e annunciarti a tutti

Preghiamo: SIGNORE RISORTO ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, Figlio di Dio, che hai vinto il male dell’odio e della morte, salva il nostro mondo da guerre, violenze, vendette e dona a tutti i popoli di vivere la gioia della riconciliazione e della pace, dell’unità e della fraternità,

Preghiamo: SIGNORE RISORTO ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, in questo tempo di Giubileo, donaci la grazia di accogliere la testimonianza dei fratelli perseguitati per la fede, dei giovani che ti cercano e ti seguono, di tutti coloro che donano tempo e cuore alla carità, al perdono, all’accoglienza,

Preghiamo: SIGNORE RISORTO ASCOLTACI

Conclusione del celebrante
La nostra preghiera e la nostra speranza si rinnovano in questo tempo di Pasqua. A te Padre Santo, rivolgiamo il nostro desiderio e tutto il cammino della nostra vita. Per il nostro Signore Gesù risorto che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

UNA DOMENICA NUOVA

PASQUA, l’inizio nuovo del tempo; il primo giorno della nuova settimana del tempo. Quello che è capitato ai discepoli: le donne al sepolcro, Maria Maddalena, Pietro e Giovanni, gli apostoli nel cenacolo, i due discepoli di Emmaus. Uomini ‘normali’ ai quali è capitato il fatto più grande della storia, da dove prende inizio una vita nuova e un mondo nuovo. Siamo chiamati a parteciparvi e a testimoniarlo.

 

Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

E’ NOTTE

Gli avvenimenti incalzano. La Cena Pasquale li raccoglie nel Cuore di Cristo. Gesù si pone drammaticamente di fronte a quello che sta per accadere, cominciando dal tradimento di Giuda. Egli non vuole essere solo proprio adesso e sorprendentemente confida ai discepoli il tradimento che avverrà, mentre al discepolo amato ne rivela l’identità. E’ notte. Splende la gloria del Figlio e in lui la gloria del Padre. Tutto sta per essere compiuto nel dono, nella consegna, nell’amore del Figlio di Dio.

Vangelo secondo Giovanni 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

IL PROFUMO DI MARIA

Un gesto affettuoso e grandioso, generato da un grande amore. Maria di Betania anticipa la carezza del giorno della sepoltura del Signore. Inutilmente Giuda si scandalizza, e altri dopo di lui. Noi desideriamo associarci al gesto della donna, in questi giorni in cui tante comunità propongono l’adorazione eucaristica in preparazione al Triduo pasquale. I capi dei sacerdoti con cuore avvelenato, si propongono di uccidere anche Lazzaro insieme con Gesù. Noi ci mettiamo tra i ‘discendenti’ di quanti hanno cominciato a credere in Lui.

“Non fu per i trenta denari…” La canzone di Claudio Chieffo sul tradimento di Giuda ha continuato a riecheggiarmi in testa nel corso dell’affascinante e densissima lettura di questo saggio di Bulgakov su Giuda Iscariota. L’autore è il grande teologo russo Bulgakov, amico di P.Florenskij e N.Berdjaev, nato nel 1871 e morto nel 1944 a Parigi, mandato in esilio dal regime sovietico nel 1922. La figura di Giuda viene indagata con grande sapienza, mettendo in confronto i racconti più stringati dei Vangeli sinottici – Matteo, Marco, Luca -, con quello più analitico di Giovanni. La tesi del nostro autore è interessante e paradossale. Giuda partecipa attivamente alla redenzione attuata da Cristo attraverso la passione e la croce. Gli apostoli e con essi tanti altri discepoli riconoscono Gesù come Messia, e fremono di desiderio che Lui porti a compimento questa missione secondo le loro attese: “Quando instaurerai il tuo regno?”. Giuda va oltre questa pretesa. In una decisione estrema, suggerita da Satana, egli offre a Gesù un’ultima occasione affinché possa manifestare la sua potenza salvatrice. Si protende fino ad accompagnare i soldati alla cattura di Gesù nell’orto degli Ulivi, con l’intento di farlo finalmente reagire sovrastandoli con la sua potenza di Messia vincitore. Il che non avviene. Seguono invece la cattura di Gesù, la condanna e la crocifissione. Giuda rimane deluso e sconvolto e si uccide. In una sintesi semplificata, possiamo riassumere in questo modo la tesi svolta dall’autore in più di cento fitte pagine.

E i trenta denari? Non fu per l’attaccamento al denaro che Gesù ha ‘tradito’ Gesù. Anzi, Giuda lo ha ‘consegnato’, sulla trafila della consegna di Dio Padre e della ‘consegna’ che Gesù fa di se stesso. La partecipazione di Giuda all’azione redentiva di Gesù è quindi ‘necessaria’. Apostolo chiamato alla sequela e alla missione come gli altri undici, Giuda viene investito di un altro compito ‘drammatico e diabolico’, ma inserito nell’azione di salvezza. Si apre qui l’annoso conflitto teologico tra libertà e predestinazione, sul quale il nostro autore indaga con profonda determinazione, conducendoci alle soglie di un mistero che affonda nel cuore di Dio.                              In conclusione, Bulgakov afferma: “…al di là della tomba, prima anche del ladrone pentito, Giuda fu il primo che Cristo (risorto) incontrò…”.

Sergej Nikolaevic Bulgakov, Giuda Iscariota, L’apostolo traditore, Traduzione e cura di Lucio Coco, EDB 2025, pp 142 € 19,50

Angelo Busetto

Vangelo secondo Luca 19, 28-40

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condusse ro allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

DENTRO LA PASSIONE E RISURREZIONE DEL SIGNORE

Dove saremo questa settimana, con il cuore, i pensieri, l’uso del tempo, i rapporti sociali? Siamo chiamati a pensare Gesù, a guardarlo, seguirlo, imitarlo nell’offerta del nostro tempo e delle nostre azioni, in famiglia e nel lavoro. I giorni del Triduo pasquale sono i più preziosi dell’anno: rinnoviamo sguardo e cuore, pensieri e azioni. Entriamo con Gesù a Gerusalemme e domandiamo di essere discepoli fedeli di Gesù, per testimoniare al mondo il passaggio dalla morte alla vita.

Vangelo di Giovanni 11,45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?».

UNO SOLO PER TUTTI

L’opposizione dei Giudei giunge a conclusione; l’ultima spinta viene dalla risurrezione di Lazzaro, per le persone che credono in Gesù. Arriva la ‘sentenza’ del sommo sacerdote Caifa, all’apparenza così ‘ragionevole’: meglio che un solo uomo muoia, e non l’intera nazione. Di fatto, Gesù morirà per ‘riunire insieme tutti i figli di Dio dispersi’; misteriosamente, la perversità umana viene a intrecciarsi con la volontà di Dio che vuole tutti salvi. Apriamoci ad accogliere, nella settimana santa, il compimento dell’opera di salvezza del Signore.

Vangelo secondo Giovanni 10,31-42

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

…TU CHE SEI UOMO, TI FAI DIO…

I Giudei hanno ben capito l’identità divina di Gesù e se ne scandalizzano. A sorpresa, Gesù risponde mettendo in evidenza la condizione in qualche modo ‘divina’ di chi accetta di accogliere la parola di Dio. In Gesù c’è di più: Egli è ‘colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo’: la sua origine s’inabissa nell’eternità di Dio, come chiarisce il Concilio di Nicea. Conseguenza: i nemici di Gesù si oppongono ferocemente, mentre molti credono in Lui. Anche noi.

Vangelo secondo Giovanni 8,51-59

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

GESU’, VITA PER NOI

Ancora l’affermazione precisa e decisa – “Io sono” – che identifica Gesù con Dio. Gesù, Figlio del Padre, è fedele a Lui nella sua vicenda umana, ed è origine di vita per coloro che lo ascoltano e lo seguono. La sua promessa di vita ci sorprende e ci scuote, noi che apprezziamo così tanto la vita, fino a non voler morire. La morte verrà, ma avrà il Suo volto e ci introdurrà alla pienezza del rapporto con il Padre nell’amore dello Spirito Santo.