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Vangelo secondo Matteo 23,1-12

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più

DISCEPOLI E MAESTRI

Da dove, da chi impariamo la vita? Da dove, da chi la riceviamo? Riconoscere la nostra origine, la nostra ‘dipendenza’ ci rende liberi e sicuri di essere noi stessi. Non siamo una costruzione fatta dalle nostre mani, come un giocattolo di bambini. Siamo un dono ‘originale’ della potenza di Dio e cresciamo per l’apporto di quello che riceviamo e che verifichiamo nell’esperienza della vita. E’ il primo passo per diventare a nostra volta padri e maestri.

Vangelo secondo Luca 6,36-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

COME IL PADRE VOSTRO

Gesù insiste: siate misericordiosi come il Padre vostro. Noi diciamo di amare tanto la giustizia, ma a volte diventiamo giustizieri. Preferiamo la condanna che elimina il peccatore, piuttosto che pregare per la sua conversione e aprire il nostro cuore all’accoglienza. Quante volte, anche noi, nel nostro piccolo (o nel nostro grande…) abbiamo bisogno della misericordia che ci permette di ricominciare e di guardare avanti con speranza…

Vangelo secondo Luca 9,28-36

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

CAMMINO di TRASFIGURAZIONE

Dove ci porta la Quaresima? Salendo con Gesù il monte della Quaresima, arriviamo a scoprire il suo volto luminoso e glorioso. Con Gesù viviamo tutte le circostanze della vita, condividendo la sua Via Crucis consolati dalla Sua presenza resa visibile nella compagnia della Chiesa attraverso la Parola, i Sacramenti, l’amicizia cristiana. E’ il cammino di Abramo e di ogni cristiano: ‘soffri anche tu insieme con me per il Vangelo…’. Una strada buona, che produce frutto per noi e per tutti.

Vangelo secondo Matteo 5,43-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

LA MISURA DEL PADRE

Va bene pregare il Padre nostro, come Gesù insegna. Meglio ancora è lasciarci abbracciare dal Padre che ci spalanca a voler bene anche a chi ci vuole male. Un padre ama anche il figlio scapestrato, e accoglie con gioia il figlio che torna a casa dopo aver sperperato tutto. Pregando con umiltà e fiducia e guardando i santi e le persone vere che conosciamo, allora è possibile praticare la misura del Padre celeste che fa sorgere il sole per tutti.

La Chiesa è donna: la prima figura della Chiesa è un volto e un corpo di donna; un cuore, una volontà, un’intelligenza, una decisione di donna, ragazza, fidanzata, sposa, madre: qualifiche di una donna reale. Maria di Nazaret è l’ultima fioritura dell’antico popolo d’Israele e il primo germoglio del popolo cristiano. La sua esistenza si svolge interamente per Cristo, con Cristo, in Cristo, secondo tutti i passaggi: vocazione e risposta, concezione, nascita, crescita del Figlio Gesù, accompagnamento alla vita pubblica, partecipazione alla sua passione, unita agli apostoli e ai primi cristiani nell’effusione dello Spirito a Pentecoste. Ogni donna – milioni di donne nella storia – che entra nel flusso di vita della Chiesa, ritrova Maria di Nazaret come ispirazione, modello, protezione, speranza. Ogni uomo, ogni cristiano guarda Maria come Madre del Signore e come compagna di viaggio nel cammino della vita.

In Maria riconosciamo i tratti della grazia e della bellezza, come cantano poeti e musicisti e raffigurano pittori e scultori; i tratti della fede e della fiducia, le pieghe del dramma e del dolore, i raggi della gioia e della gloria, come descrivono le statue e i dipinti e come narra la vita e l’opera di tante persone. Ogni cristiano e cristiana, ogni santo e santa riproduce nella sua fisionomia un tratto della donna di Nazaret, a partire dal silenzio e nascondimento di Nazaret, evocati da Paolo VI pellegrino in Terrasanta e rivissuti da Charles de Foucauld portinaio e giardiniere nella cittadina. L’adesione del suo sì intelligente e consapevole richiama la vocazione di donne e uomini consacrati e la reciproca accoglienza degli sposi; lo strappo dalla propria terra e la fatica dell’esilio anticipano il dramma degli emigrati e dei migranti; la fedeltà quotidiana alla casa e al lavoro, rivivono nella condizione di tutti gli uomini e le donne del mondo; la consegna della vita nella passione del Figlio e sua personale, continua nelle variegate vicende di tutti noi. Maria vive non una vita celestiale, ma reale; visita parenti, partecipa a matrimoni, si coinvolge nel tumulto delle persone che seguono Gesù di paese in paese e nei passi del calvario fino alla croce.

Il popolo cristiano non solo si immedesima nella figura umana di Maria, madre e discepola di Gesù, ma la vede come compimento del destino di ciascuno e della storia intera: Maria Assunta in cielo, Maria in Paradiso insieme con gli Angeli, nelle raffigurazioni dei pittori e nelle invocazioni dei cristiani: “Prega per noi, adesso e nell’ora della nostra morte”, perché possiamo percorrere la tua strada fino al compimento del nostro destino nell’eternità. Non la sublimazione delle sofferenze della terra, consolate con il sole dell’avvenire; piuttosto, i dolori, le malattie e tutte le povertà terrene vengono circondate di affetto, di cura, di grazia attraverso la carità diffusa ad opera di santi e sante, buoni cristiani e cristiane. Lo splendore dell’arte avvolge i primi ospizi e ospedali costruiti per l’accoglienza di poveri, malati, pellegrini; la dedizione della cura e il calore della carità fanno germogliare quaggiù il primo pezzo del Paradiso.

Maria è prototipo, immagine, custode della vita cristiana, della vita del mondo: sorella e madre, figlia e regina di un popolo in cammino lungo tutte le strade che portano al cielo: Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza!”  

don Angelo Busetto 

Madonna della Misericordia, pala di Piero della Francesca

Vangelo secondo Matteo 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

UN’ALTRA LOGICA

Nel mondo in cui viviamo – quello piccolo di casa e quello grande dei potenti – queste parole di Gesù corrono a rovescio, o piuttosto indicano la direzione dritta. Non limitiamoci a osservare e denunciare la malvagità degli altri. Impariamo un poco ogni giorno a cambiare noi stessi, cuore e azioni, cominciando dal perdono e dall’accoglienza delle persone difficili o ostili. Lasciamoci accompagnare dalle parole di Gesù e dal suo esempio, e impariamo da chi – vicino a noi - già vive così.

Vangelo secondo Matteo 7,7-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

CHIEDETE E VI SARA’ DATO…

Che cosa chiedere? Gesù ha appena insegnato la preghiera del Padre nostro. Che cosa chiedere? A quale porta bussare affinché si apra? Gesù fa il paragone del figlio che chiede al padre il pane e il pesce: la nostra è la preghiera dei figli al Padre. Gesù propone un altro paragone: fate agli altri quello che volete facciano a voi. C’è un binario da percorrere: chiedere come figli e fratelli. Sul percorso di questo binario arriva la risposta alle nostre richieste.

Vangelo secondo Luca 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

RICONOSCERE LA SUA PRESENZA

Attratti dai bagliori e dai clamori di personaggi e successi passeggeri, non puntiamo occhi e cuore a riconoscere Colui che ci fa vivere e ci apre la meraviglia di un mondo nuovo. Mettiamoci in cammino alla scoperta del Dio vero ‘apparso in forma umana’: lo scopriamo con la mente, lo percepiamo con il cuore, lo intravvediamo con l’esperienza della vita. Per quale strada? Il Vangelo, riscoperto nei sapienti e nei santi, e ripercorso nella vita delle persone semplici che credono e amano.

Introduzione del celebrante

Siamo amici di Gesù, chiamati come Pietro, Giacomo e Giovanni a salire con lui sull’alto monte. Apriamo occhi e cuore per riconoscere Gesù e affidarci a Lui.

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, mostraci la bellezza del tuo volto. Attraverso le prove della vita, donaci di riconoscerti vicino e di affidarci interamente a te,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, tu ci chiami amici per partecipare alla tua passione e alla tua gloria. Ti affidiamo papa Francesco, e con lui il nostro vescovo, i sacerdoti e tutti coloro che ci accompagnano nel nostro cammino quaresimale.

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, porta a compimento le speranze di pace nel nostro mondo; ti affidiamo tutti coloro che per lavoro o come volontari, sono vicini a chi soffre per la guerra, la lontananza da casa, le malattie, e tutte le difficoltà della vita,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

  1. SignOre Gesù, nelle nostre famiglie e nelle nostra comunità, in casa e al lavoro, concedici la grazia di fare la tua volontà, con cuore aperto e accogliente verso tutti, nel silenzio e nella preghiera,

Preghiamo: SIGNORE DELLA GLORIA, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante

Padre, mostraci il tuo Figlio Gesù e donaci la grazia di ascoltarlo e di seguirlo. Tu che vivi e regni…

UN CAMMINO VERSO LA TRASFIGURAZIONE DELLA VITA

Dove ci porta la Quaresima? Salendo con Gesù, di settimana in settimana, il monte della Quaresima, arriviamo a scoprire il suo volto luminoso e glorioso. Con Gesù viviamo tutte le circostanze della vita, condividendo la sua Via Crucis consolati dalla Sua presenza, resa visibile nella compagnia della Chiesa nella Parola, nei Sacramenti, nell’amicizia cristiana. E’ il cammino di Abramo e di ogni cristiano: ‘soffri anche tu insieme con me per il Vangelo…’. Una strada buona, che produce frutto per noi e per tutti.

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

LA PREGHIERA CHE EDUCA

Gesù ci educa alla preghiera, cioè a un rapporto vero con la vita. Il rapporto con Dio riconosciuto come Padre che ci chiama e ci abbraccia nel suo Regno. Il rapporto con noi stessi, nei bisogni materiali e spirituali, soprattutto per superare le tentazioni e vincere il male. Il rapporto con il prossimo, da accogliere con misericordia. Non possiamo ripetere la preghiera del Padre nostro, soli o in famigli o nella Messa senza desiderare di fare un passo verso la verità.