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Vangelo secondo Marco 6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

RIPOSO E MISSIONE

Con quale occhio Gesù guarda gli amici che tornano dalla missione? Le persone li assediano e li invadono con i loro bisogni. Accade a un missionario, un parroco, una religiosa. Ma anche a un papà e a una mamma, a medico, a un artigiano che non badano appena all’orario di lavoro. Il riposo di Gesù non è solo l’offerta di un luogo tranquillo, ma un invito a stare con lui. E tuttavia la folla riappare e il bisogno si fa di nuovo urgente. Come sottrarsi?

Oggi la Messa inizia con la benedizione delle candele e l'ingresso solenne.

Vangelo secondo Luca 2,22-32

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».

LA VITA OFFERTA

Per la prima volta Gesù entra nel tempio di. Gerusalemme, presentato e 'offerto' al tempio da Maria e Giuseppe, a quaranta giorni dalla nascita. Il vecchio Simeone e la profetessa Anna riconoscono nel Bambino il Messia promesso, e in Lui il compimento dell’attesa. Inizia un’epoca nuova, nella quale è Gesù stesso il tempio e il sacrificio, la luce e salvezza degli uomini. In Lui anche la nostra vita viene offerta e salvata, come ci ricordano le persone – uomini e donne – a Lui consacrate.

Vangelo secondo Marco 6,7-13
 
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
 
IN MISSIONE
 
Gesù manda in avanscoperta i suoi, addestrandoli alla missione. Il suo ‘corso di pastorale’ consiste nello stare con Lui e nella missione concretamente esercitata. Si impara vivendo. Si vive testimoniando e annunciando quello che è accaduto e sta accadendo alla nostra vita. Nella nostra povertà Cristo si manifesta, ci rende suoi amici, ci affida un compito nel suo Regno. Che cosa abbiamo da annunciare se non questo? Nel corso del tempo Egli ci riempie di miracoli, anche senza che ce ne accorgiamo subito.
 

Vangelo secondo Marco 6,1-6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

LO STUPORE BLOCCATO

La meraviglia di fronte a Gesù diventa scandalo. Non diventa accoglienza e sequela, fedeltà e cammino. Perde l’occasione della vita e impedisce alla presenza del Signore di diffondersi: Gesù ‘lì non poteva compiere nessun prodigio’. Il cuore chiuso impedisce a Dio di agire, perché Dio si pone sempre di fronte alla libertà dell’uomo. Quando ci apriamo all’azione di Dio, o quando ci chiudiamo in noi stessi, mettiamo in gioco il nostro destino e quello di altre persone.

Vangelo secondo Marco 5,21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

TOCCARE GESU’

Toccare Gesù, anche appena sulla veste: la fiducia della donna che taglia la folla e si avvicina a Gesù, è grande. Subito dopo Gesù arriva alla casa della bambina ormai morta e la solleva toccandole il braccio. Gesù non è un fantasma, ma un uomo reale. L’evangelista Giovanni annuncia “ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita”.

Vangelo secondo Marco 5,1-20

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

LE BEFFE DI GESU’

Gesù si fa beffe degli spiriti impuri, che si riversano sulla mandria di porci, qualificati a loro volta come animali ‘impuri’. L’indemoniato ritorna sano di mente e tranquillo, ma la gente vede in Gesù un pericolo e lo prega di allontanarsi. Nel Vangelo di ieri, domenica, lo spirito impuro esce straziando la persona liberata. In un modo o nell’altro satana provoca sempre danno. E’ per questo che Gesù non accetta la sequela dell’uomo liberato? Il quale tuttavia dovrà annunciare le opere del Signore.

Buona DOMENICA con GESU’!!

Vangelo secondo Marco 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

GUARDARE GESU’

E’ bello guardare e ascoltare Gesù con la stessa meraviglia con cui l’hanno guardato e ascoltato i primi. Possiamo raccogliere le parole del Vangelo come le riferisce Marco, con l’evidenza della immediatezza. In sinagoga, alla consueta preghiera e lettura che si ripeteva da secoli, arriva un uomo nuovo. Non un semplice lettore o ripetitore o predicatore; Uno che possiede le parole che dice e le riferisce alla sua stessa persona, come documentano altre pagine di Vangelo; Uno che accompagna con i fatti l’annuncio che propone. Gesù è diverso da tutti, dagli scribi sapienti e dai parolai imbonitori: gente che parla ripetendo canoni prefissati, senza nulla dire e senza alcuna novità da annunciare. Il Vangelo è diverso. Gesù è diverso. Abbiamo bisogno soltanto di non caricarlo di troppi commenti, contestualizzazioni, vivisezioni dei fatti e dei discorsi, come invece facevano gli scribi sapienti e come si ripete in pesanti esegesi che impediscono di riconoscere i fatti e di incontrare la persona stessa di Gesù. Il Vangelo parla: è bello guardare e ascoltare Gesù.

Vangelo secondo Marco 4,35-41

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

COSI’ COM’ERA

Il Vangelo, quello di Marco in particolare, usa espressioni che mostrano il testimone oculare in  presa diretta con l’avvenimento raccontato. I discepoli sottraggono Gesù alla folla e lo tirano in barca ‘così com’era’: non certo in abbigliamento da pescatore. Gesù, stanchissimo, subito si addormenta e dorme così sodo da non accorgersi della tempesta e delle onde che si rovesciano nella barca. Qui avviene l’affidamento dei discepoli con una stupefatta meraviglia di fronte al miracolo. Fatti così non si inventano.

 

A CATECHISMO DA GIOTTO

A due passi dalla Cattedrale e a tre passi dalle aule di catechismo del Centro Parrocchiale, splendono i colori del Vangelo e di tutto il mistero cristiano. Nel tempietto di San Martino a Chioggia, che gli antichi abitanti di Sottomarina s’erano costruiti dopo la distruzione del loro paese nella guerra con Genova, viene ospitata l’installazione del Vangelo che Giotto racconta per immagini nella Cappella degli Scrovegni, dipinta a Padova un secolo prima del nostro stesso tempietto. Per giorni e giorni entra gente di ogni età e condizione. Bambini, ragazzi, giovani di tutti i livelli scolastici e catechistici; uomini e donne, sono presi dal fascino dei disegni colorati del Vangelo. Se non apparisse dissacrante si potrebbe dire ‘Vangelo a fumetti’; e si può veramente dire, ora che i fumetti sono assurti al livello dell'arte. Forme, figure, colori che bimbi e adulti si incantano a guardare, mentre vengono accompagnati a osservare e capire. Ogni particolare parla e racconta: l'armonia numerica delle immagini, quasi anticipo di cantiche e terzine della Commedia di Dante; la scansione blu e rossa dei vestiti che svelano l'umano e il divino in Gesù e Maria; il rosso della carità, il bianco della fede, il verde della speranza, le aureole d'oro che sorprendi non solo su Cristo e gli apostoli ma anche sul centurione che riconosce il Figlio di Dio spirato sulla croce.
A due passi dalla chiesa e a tre dalle aule del catechismo folle di persone leggono il Vangelo scena per scena, episodio per episodio, come li ha vissuti Gesù, come li raccontano gli evangelisti e come li credono e vivono i cristiani. Dal genio di un antico pittore e dall’intuizione e dedizione di cristiani contemporanei, l'arte diventa annuncio. Giotto raccorda gli episodi e li mette in paragone: le tre sequenze - vita di Maria, infanzia di Gesù, vita pubblica e morte e risurrezione - si svolgono in tre filari paralleli; alla Madonna reclinata sul Bambino nella Natività corrisponde l'anziana Madre nel compianto del Cristo morto. I volti piangono e ridono con tratti limpidi o rugosi, le scene risaltano su sfondi di palazzi e nel contorno di personaggi conosciuti; il pennello fa sorridere cavalli e pesci, ironizza sul pancione del cuoco assaggiatore del buon vino di Cana, disegna l'orecchio a penzoloni che Pietro taglia al soldato, fa quasi uscire dal quadro Cristo risorto, proteso verso un'altra vita. Veniamo posti di fronte al Vangelo più che non attraverso prediche e catechismi, più che attraverso esortazioni morali e avvisi. Un uomo di sessant’anni entra alla mostra 4 volte e dice: “A militare a Roma non sono mai entrato in una chiesa. Dopo questa mostra ho voglia di ritornare a Roma a visitare San Pietro e le chiese”. Il Vangelo vive nella voce e nell'espressione di insegnanti e giovani delle scuole superiori, nuovi discepoli di Gesù Maestro, che spiegano e raccontano, divenuti a loro volta maestri di fede e di vita.