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Vangelo secondo Luca 10,1-9 (oppure Marco 4,26-34)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

LA SEMENTE CRESCE

La semente gettata dall'apostolo Paolo fiorisce nel corso della sua missione che percorre i paesi del Mediterraneo. La vediamo spuntare in due suoi discepoli, collaboratori del suo apostolato e depositari del suo Vangelo. Tito e Timoteo collegano il tempo della prima seminagione degli apostoli con il tempo della Chiesa che cresce come pianta rigogliosa nella storia. La potenza del seme del Vangelo è misteriosa: agisce di forza propria e nello stesso tempo richiede la dedizione del cuore e delle energie dei testimoni.

Vangelo secondo Marco 16,15-18

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

L’ULTIMO CHIAMATO

Dio sa scegliere e chiamare. Paolo: grandi doti di intelligenza e cuore, di ardimento e iniziativa; ardente e provocatorio, e nello stesso tempo tenero e affettuoso. Gesù lo incontra in modo diretto e audace, sconvolgendolo sulla via di Damasco. Saulo lo vede e ne rimane accecato. La luce e il calore di quell’incontro invadono la sua persona e pervadono tutta la sua missione. Egli, l’ultimo chiamato da Cristo – ai tempi supplementari! – diventa il primo dei nuovi apostoli.

Vangelo secondo Marco 4,1-20

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

IL DONO E LA LIBERTA’

La grande predicazione di Gesù si esprime attraverso le parabole. Nel Vangelo di Marco, questa prima parabola ne esprime il senso. Gesù annuncia ‘il mistero del regno di Dio’ in parabole, cioè in racconti per immagini. La semente della parola viene gettata nel terreno della persona che ascolta; germoglia e cresce in base alla qualità del terreno. Accogliamo la parola con le orecchie, con la mente e il cuore: alla nostra libertà è affidato il dono di Dio.

 

Vangelo secondo Marco 3,31-35

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

NUOVA FAMILIARITA’

Gesù allarga il mondo. Egli è all’origine di una nuova fraternità e familiarità, senza confini. Non si ferma alla generazione fisica e alla familiarità territoriale, ma introduce nella sua famiglia tutti coloro che si protendono a fare la volontà di Dio. Possiamo dunque umilmente pregare con il Padre nostro, domandando di fare anche noi la volontà di Dio, per venire considerati come fratelli e sorelle e persino come madri del Figlio suo Gesù Cristo, fatto uomo per noi.

Vangelo secondo Marco 3,22-30

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

IL BENE CHE FA BENE

L’azione di Gesù è così sorprendente che i suoi avversari arrivano ad attribuirla all’intervento di satana. Talmente l’essere prevenuti impedisce di cogliere la verità, da negare anche ciò che sarebbe evidente. Come può satana agire contro se stesso? Come può il principe del male operare il bene? Negare esplicitamente l’evidenza diventa una bestemmia contro lo Spirito Santo: un impedimento all’accoglienza della verità; un’autodistruzione diretta. Gesù è il Bene che fa bene, da accogliere con cuore libero.

Vangelo secondo Marco 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

INIZIO DELLA NAVIGAZIONE

Cammina lungo la riva del lago, e chiama due giovani pescatori. Un poco oltre, ne chiama altri due. Gli uni e gli altri lo seguono senza problemi. Questo racconto del Vangelo lascia sorpresi per l’immediatezza e la sobrietà, come se raccontasse qualcosa di ovvio. Le prime mosse di Gesù, semplici e concrete, scivolano sull'acqua del lago come una barca al varo dal cantiere. Si apre una nuova navigazione sul mare aperto, con l’equipaggio e i passeggeri, nella bonaccia e nella tempesta, nella fatica e nella pace. Il percorso della barca della Chiesa si apre su fiumi e mari e approda a tutti i porti della storia e della geografia umana, portando il carico della novità cristiana, mescolato alle doti e alle debolezze di ogni tipo di persone. Il capitano – Gesù stesso – rimane misteriosamente presente, guida e sostiene con la potenza dello Spirito Santo, l’ardore della carità e l’abbraccio della misericordia. E’ una grande grazia che invoca la partecipazione di tutti i naviganti.

Vangelo secondo Marco 3,20-21

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

IMPREVEDIBILE NOVITA’

E’ il primo momento drammatico della vita pubblica di Gesù. I suoi stessi familiari non lo capiscono: Gesù non è più il bravo giovane che conoscevano, l’abile artigiano apprezzato da tutti. Va in giro a predicare e fa cose strane. Cosa gli sta capitando? Bisogna riportarlo a casa!
Gesù ha appena chiamato i dodici apostoli e lanciato la sua missione. Lo sconcerto dei familiari – e di altri - si risolve solo aprendo il cuore all’imprevedibile novità della sua presenza e della sua azione.

IL MONDO A QUATTRO DIMENSIONI

Per tutto il giorno il vento ha spazzato le strade e ripulito l'aria. La sorpresa arriva in serata. Un magnifico cielo stellato, ampio e profondo, si spalanca sopra di noi e si lascia guardare da uno spicchio di zona buia dietro il campanile. E’ lo stesso cielo impregnato di stelle a punta, che Giotto vide e dipinse più di settecentocinquant’anni fa e nel quale veniamo introdotti con la mostra che riproduce la forma della cappella degli Scrovegni. L'uomo medioevale guardava il cielo vivendo sulla terra. Non riduceva a una dimensione la realtà, come l'uomo modellato dal '68. Le date si incrociano e si scontrano. I 50 anni dal ’68, inizio conclamato dell’uomo appiattito sulla soglia del piacere individualista, vengono a coincidere con i 750 anni del pittore che guardava il mondo a quattro dimensioni. Giotto legge il Vangelo, ne guarda gli episodi, li descrive così come sono accaduti e come ancora accadono sotto i suoi occhi. Evoca la profondità delle profezie antiche disegnate nel volto dei profeti, rivive le scene con cuore cristiano rimodellato da san Francesco: storia e mito, racconto e significato, raffigurazione realistica e simbolo, occhi e cuore, intelligenza e sentimento.

 

 

 

Il Vangelo racconta la storia di Gesù, concentrata negli avvenimenti dell'infanzia, nei tre anni della vita pubblica, nel dramma della Passione Morte Risurrezione. I fatti accaduti sono rivissuti nella dimensione del presente, passato, futuro, con uno sfondamento verso l'eterno, in una la storia che si protende fino al compimento celeste. La pittura di Giotto descrive con realismo volti e fatti e sentimenti, e si allarga ad esprimere una simbologia che raccoglie l'umano e il divino. Lo dice anche con il rincorrersi dei numeri, tre, quattro, otto, nove, dodici. Il tre viene richiamato nel volto di Pietro ripetuto in Zaccaria e Giuseppe, e nel tempietto del Cenacolo riprodotto variamente tre volte. Gli episodi della vita di Maria vengono disposti  in corrispondenza con quelli dell'infanzia di Gesù e del mistero pasquale. Il tre si sviluppa nel sei e nel dodici, nella controfaccia delle virtù e dei vizi, e via guardando. Tutti i riquadri vengono proiettati nella luce del tondo che risplende nel volto di Cristo e nello specchio del giudizio finale, spalancato sul paradiso e inabissato nell'inferno. L'uomo medioevale guarda con i sensi, intende con la ragione, dilata l'anima. Non elimina i fatti riducendoli a simboli, non ha paura dei simboli che rimandano altre se stessi.

La Cappella di Giotto viene ripercorsa dai passi di centinaia di giovani che la scrutano e la commentano, e da schiere di persone che guardano l’avvenimento di Cristo mentre riaccade sotto i loro occhi.

 

Vangelo secondo Marco 3,13-19

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

NOME PER NOME

Ad uno ad uno, nome per nome, scelti tra milioni di uomini sulla faccia della terra, per stare con lui; essere inviati ad annunciare il Regno e a vincere satana. La consistenza degli apostoli sta nell’essere essere chiamati e mandati: è la loro identità, e il loro potere. Gesù continua a chiamare e ad inviare. Gesù chiama uomini e donne perché lo facciano conoscere al mondo e con la sua grazia aprano la via della salvezza ad ogni uomo e ogni donna, nome per nome.