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Vangelo secondo Marco 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

I CONFINI DELLA CARITA’

Può una prescrizione legale impedire la carità? Gesù non si paragona con i precetti scritti, ma si mette di fronte alle persone e le pone ‘in mezzo’ alla nostra strada e dentro la nostra vita. In questo modo ci dona l’opportunità di riconoscere il loro bisogno e ci provoca a intervenire. ‘La realtà è testarda’ e ci impone di fare i conti con le persone che incontriamo e con le vicende che accadono. Gesù ci provoca a un’apertura di cuore senza confini.

Vangelo secondo Marco 2,23-28

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

LA REGOLA DELL’AMORE

Una vita ingessata nelle regole e nelle convenzioni? Certo abbiamo bisogno di proteggere ambienti e persone, regolandone l’accesso e l’uso. Ma a che cosa servono le cose e le case? Quale principio regola la vita? Gesù procede diritto. Prima di tutto perché è Lui il Signore del Sabato, e il Sabato è per rendere culto a Dio. Anche il culto a Dio è finalizzato al bene dell’uomo. Regola suprema è l’amore di Dio e del prossimo: senza sotterfugi e profitti personali!

Vangelo secondo Marco 2,18-22

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

LA FESTA DELLA VITA

Gesù è tra noi come lo sposo: questa è la novità del cristianesimo. Egli ci ama e ci invita alla sua festa. Non c’è definizione più bella e più attraente della vita cristiana. Com’era dunque la convivenza dei discepoli con Gesù? Le sue parole, i gesti, lo sguardo, la sua compagnia aprivano il cuore, comunicavano sicurezza, allargavano la vita. E’ quello che sentiamo raccontare anche nella vita di certi santi, e che constatiamo nella compagnia di persone che realmente seguono Gesù anche oggi.

Vangelo secondo Giovanni 1,35-42

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

IL FRUSCIO DEL DESIDERIO

È emozionante ogni volta percorrere le righe di questo racconto: talmente è vero, essenziale, concreto. Due amici, che sappiamo essere imbarcati insieme in una piccola società di pescatori, sono andati al fiume dove il profeta Giovanni promette l'imminente arrivo del Messia e invita a penitenza. Si ritrovano all'incrocio esatto della storia, nel momento preciso in cui il Battista segnala la presenza di Gesù come agnello di Dio. Si mettono a camminare dietro Gesù, pur senza avere il coraggio di dichiararsi. Gesù, che cammina avanti, avverte il fruscio del loro desiderio e si rivolge loro con una domanda capitale: "Che cosa cercate?". La risposta dei due esprime il desiderio di venire coinvolti nella sua vita "Maestro, dove abiti?". Gesù replica invitandoli al luogo dove egli abita. I passi dei primi discepoli cambiano la loro vita e segnano l'inizio di ogni altra chiamata e di ogni altra sequela: l'inizio della nostra storia.

La Vicaria di Chioggia tra acqua, vita, speranza

L’acqua della laguna bagna tre località della vicaria urbana - Pellestrina, Chioggia, Borgo San Giovanni - mentre l'acqua dei fiumi Brenta e Bacchiglione e del Canal Bianco si riversa nel mare che alimenta la laguna. Tutti gli abitanti convergono in buona misura sul centro di Chioggia come riferimento umano e per piccole provvigioni. Pur nella pluralità delle condizioni, si possono individuare delle caratteristiche umane specifiche a seconda delle varie zone: saldezza e stabilità di temperamento degli abitanti nella zona agricola di Ca’ Bianca; vivacità e laboriosità del temperamento lagunare di Pellestrina; estrosità e leggerezza del temperamento chioggiotto, in buona parte determinato dalla variabilità della pesca; pacatezza laboriosa nella gente di Borgo San Giovanni. Una sostanziale stabilità caratterizza i vari insediamenti abitativi, con tendenza al ridimensionamento del numero di abitanti e con spunti di nuovi arrivi a Ca’ Bianca, Pellestrina, Borgo san Giovanni. ...continua a leggere "Inizia la VISITA PASTORALE a Chioggia"

Vangelo secondo Marco 2,13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

LA SALVEZZA SI ALLARGA

Chi potrà e dovrà essere salvato? Ovvio: chi è peccatore. Gesù non solo dice, ma fa: chiama e salva i peccatori, suscitando lo scandalo di chi si crede giusto. Il problema diventa la disponibilità a considerarsi realmente peccatori, bisognosi di una salvezza che non siamo capaci di darci da soli. Inoltre, occorre la disponibilità ad accogliere colui che ci salva, e a domandarlo. Gesù salvatore incontra la nostra solitudine, ferisce la nostra sufficienza, demolisce la nostra autoreferenzialità.

Per l'inizio della Visita Pastorale nel Vicariato di Chioggia, momento di preghiera e ascolto oggi ore 21 nella Chiesa di San Giacomo

Vangelo secondo Marco 2,1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

UNA COSA MAI VISTA

Una cosa mai vista, che l'evangelista Marco vede con gli occhi di Pietro e documenta nel suo Vangelo segnalando perfino che il paralitico viene sorretto da quattro persone. Non si era mai visto che un uomo venisse guarito in questo modo nell'anima e nel corpo. Con Gesù entra nel mondo una presenza nuova e una nuova possibilità di salvezza. Vale già per il presente. Occorre arrivare davanti a lui, sorretti dall'aiuto dei fratelli, audaci nel superare tutti gli impedimenti che ci separano da lui.

 

Vangelo secondo Marco 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

GUARISCE PER SALVARE

La potenza di salvezza che promana da Gesù, subito trabocca. Gesù non indugia davanti al lebbroso, ma tende la mano e lo tocca. Nonostante l’invito a tacere, il lebbroso proclama il fatto e tutti corrono da Gesù. Perché Gesù si sottrae all’invasione della folla? Egli non è un guaritore. Egli è il Salvatore. Compie il miracolo delle ‘piccole’ guarigioni fisiche per aprire la via al Regno di Dio, all’amore del Padre, alla felicità piena. Gesù ci introduce al compimento del nostro destino.