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Adesso la legge dello Stato ci consiglia come morire, e ci lascia soli a decidere. Adesso la medicina e i medici e infermieri, che sono nati per guarire e per salvare, sono autorizzati a sospendere anche alimentazione e idratazione al paziente in fin di vita.
Tutto per la libertà.
Ma se la medicina ha come programma la morte, che medicina è?                            Altro che vicinanza e tenerezza per i malati!
In Svizzera, dove si va a morire, i luoghi del suicidio assistito non sono ospedali o cliniche, ma residenze a pagamento per i morituri….

Che cos'è questa ubriacatura di morte mentre attendiamo la VITA??

Buona Domenica nella gioia di Gesù che viene oggi nella Messa

Vangelo secondo Giovanni 1,6-8.19-28

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

APRIRE LA STRADA

Alla svolta della storia incontriamo Giovanni. Battista. È lui che raccoglie la domanda e l'attesa, il desiderio e il bisogno che hanno percorso le strade di tutti i popoli e si sono concentrati nel grido di speranza dei profeti d'Israele. Tutto potrebbe fermarsi al Battista: uomini e donne si troverebbero nuovamente ingannati, come sempre è accaduto e ancora accade con i falsi profeti e gli illusionisti delle rivoluzioni che promettono il futuro. Invece Giovanni Battista apre un varco. "Non sono io" egli afferma "non sono il Messia, non sono il Salvatore promesso". La missione di Giovanni - il più grande tra i nati di donna fino a quel tempo, dichiara Gesù - è quella di aprire la strada lungo la quale passa Gesù e di indicarlo affinché altri lo riconoscano e lo seguano. È lo stesso compito che viene affidato ai padri e alle madri, ad ogni educatore e maestro e ad ogni vero amico: indicare il Dio Salvatore e aprire la strada verso Colui che viene.

 

Vangelo secondo Matteo  17,10-13

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

CHI ANNUNCIA

Chi annuncia Gesù e parla di lui viene messo a tacere. Noi stessi rinunciamo a proclamare il Signore e ad annunciarlo. A volte la fede e l’amore a Gesù sembrano un possesso personale, da tenere riservato, senza condividerlo. A volte è il timore di essere classificati, quasi schedati: “Quello ci crede!....”. Comunque, Gesù vuol sempre farsi precedere da qualcuno: Elia, il Battista, Andrea, Pietro, Paolo, la Maddalena. Quante persone potranno incontrare Gesù attraverso la mia testimonianza, espressamente dichiarata o comunque manifestata con la vita?

 

Vangelo secondo Matteo 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

LA MANO DI DIO

Un Dio fatto su nostra misura: è questo che desideriamo ? Un Dio allegro o un Dio triste? Un Dio che balla o che piange con noi? Gesù attraversa tutte le nostre stagioni e vive tutti i tempi della nostra vita. Facendosi bambino, giovane, uomo, morendo in croce e risuscitando, condivide tutta intera la nostra esistenza e la trasforma dall'interno. A noi domanda di accoglierlo, con semplicità e senza pretese, come un bambino che si lascia prendere per mano da chi gli vuole bene.

 

PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE  Mercoledì, 13 dicembre 2017

La Santa Messa - 4. Perché andare a Messa la domenica?

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Riprendendo il cammino di catechesi sulla Messa, oggi ci chiediamo: perché andare a Messa la domenica?               La celebrazione domenicale dell'Eucaristia è al centro della vita della Chiesa (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2177). Noi cristiani andiamo a Messa la domenica per incontrare il Signore risorto, o meglio per lasciarci incontrare da Lui, ascoltare la sua parola, nutrirci alla sua mensa, e così diventare Chiesa, ossia suo mistico Corpo vivente nel mondo.

Lo hanno compreso, fin dalla prima ora, i discepoli di Gesù, i quali hanno celebrato l’incontro eucaristico con il Signore nel giorno della settimana che gli ebrei chiamavano “il primo della settimana” e i romani “giorno del sole”, perché in quel giorno Gesù era risorto dai morti ed era apparso ai discepoli, parlando con loro, mangiando con loro, donando loro lo Spirito Santo (cfr Mt 28,1; Mc16,9.14; Lc 24,1.13; Gv 20,1.19), come abbiamo sentito nella Lettura biblica. Anche la grande effusione dello Spirito a Pentecoste avvenne di domenica, il cinquantesimo giorno dopo la risurrezione di Gesù. Per queste ragioni, la domenica è un giorno santo per noi, santificato dalla celebrazione eucaristica, presenza viva del Signore tra noi e per noi. E’ la Messa, dunque, che fa la domenica cristiana! La domenica cristiana gira intorno alla Messa. Che domenica è, per un cristiano, quella in cui manca l’incontro con il Signore? ...continua a leggere "A MESSA, PERCHE’ ? Ce lo spiega Papa Francesco"

Vangelo secondo Matteo 11,11-15

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

IL PIU’ GRANDE

Gesù fa l’elogio di Giovanni Battista, ma subito con un balzo lo sorpassa. Giovanni Battista è il più grande degli uomini nati fino ad allora, perché il più prossimo a Gesù. Chi dopo Giovanni Battista incontra Gesù, lo segue e lo ama, è più grande di lui. Prima del Battista tutto è profezia e promessa, è tentativo di salvezza. Con la venuta di Gesù si realizza la presenza, e la salvezza è dono. Occorre solo riconoscerlo aprendo occhi e orecchi, ed accoglierlo aprendo il cuore.

 

Vangelo di Matteo, 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»

UNA STRADA INSIEME

Alla fin fine, la salvezza è Lui stesso, Gesù. La salvezza non sono nemmeno i miracoli di guarigione, ma la sua presenza, amicizia e compagnia. I pesi e le oppressioni della vita non ci vengono tolti, ma per stare leggeri basta un buon compagno di strada, che cammina con noi come presenza che conforta, dice il senso della strada e indica la mèta. A fine strada potremo finalmente deporre tutti i nostri pesi ed essere accolti liberi e lieti nella casa del Padre.

Vangelo secondo Matteo 18,12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

AMORE PERSONALE

Leggendo questo Vangelo, possiamo dire: fossi io l’unica pecora perduta, Gesù si muoverebbe per me, si farebbe uomo anche solo per salvare me. L’amore non è generico, non è per ‘tutta l’umanità’. L’amore è per le persone ad una ad una, secondo la vicinanza e l’occasione che la Provvidenza presenta; altrimenti è solo sentimento e ideologia. San Paolo dice: “Cristo ha amato me e si è donato per me”. In risposta, ciascuno di noi può guardare Gesù con un amore personale.

Vangelo secondo Luca 5,17-26

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

LA MISURA DELLA SALVEZZA

L’intraprendenza degli amici del paralitico è eccezionale e anche la loro inventiva e audacia nel calare il lettuccio dal tetto. Il loro gesto deve aver sorpreso anche Gesù. Si aggiunga la provocazione degli scribi e farisei, chiusi nel riconoscere la vera identità di Gesù. E allora Gesù viene sospinto a compiere il miracolo misura totale: dopo il perdono dei peccati, anche la guarigione fisica. La strada della salvezza è aperta: Gesù si offre interamente al nostro bisogno e alla nostra domanda.

Il grido umano

Ci sono dei libri che si rivelano amici, libri che terrai sul comodino per gustarli a piccoli bocconi come un dolce squisito. Eccone uno. Il colore del libro è dato dall'espressione di un russo: "Se la Russia è quello che è, è perché io sono quello che sono". Ai tempi della repressione bolscevica religiosa e culturale, nessuna resistenza o opposizione al regime era ritenuta possibile. Eppure quel regime potente e pervasivo cadde senza alcuna violenza. Com’è stato possibile? Venne chiesto a Gorbaciov quale fosse stato il colpo che fece cadere il comunismo. Lui rispose: una nuova cultura. La cultura del samizdat, la cultura dei dissidenti, comunicata da persona a persona. Una cultura che metteva la persona al di sopra di tutto. Questo libro ne contiene l'eredità attraverso l'opera di un grande uomo che amò profondamente la Russia. Padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana, morto a 93 anni nel 2016, per lunghi anni aveva raccolto, riordinato, commentato una notevole mole di scritti del samizdat e li aveva consegnati alla curatrice di questo libro perché li componesse in una forma editoriale. Ne è risultato un lavoro prezioso, dal punto di vista storico ma soprattutto per il contenuto. Artisti, poeti, scrittori, pope, gente semplice, scienziati, comunità esprimono la verità, la ricchezza e la libertà dell'animo umano. Lettere, poesie, riflessioni sull'uomo e il suo destino, sulla croce e la gloria, sulla Chiesa e il mondo, sull'amicizia e l'amore, sul perdono e la trasfigurazione, sulla comunione e la missione. Un mosaico di ricca umanità segna i passi del buon vivere. Non è solo una profonda documentazione di un drammatico periodo storico, saturo di violenza ideologica e pratica e d’altro canto ricchissimo di umanità, di intelligenza e di buon sapore, ma si rivela anche una variegata e intensa risposta al grido dell'uomo d'oggi.

Romano Scalfi, La mia Russia, Samizdat: una risposta al grido dell’uomo di oggi, La Casa di Matriona, Seriate, Bergamo 2017 pp 176 € 12,00