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Avvento: un tempo dell’anno, ma anche una stagione permanente della vita. L’Avvento è il primo raggio del sole che spunta sulla storia dell’uomo. Lo scorge chi apre almeno una fessura del cuore.
L’Avvento ci richiama ad accogliere con nuova attenzione e desiderio l’annuncio:
“Il Signore viene”. Dobbiamo scrollarci di dosso le attese inutili, che non rendono felice nessuno. Alle prime luci dell’Avvento guardiamo con l’occhio della fede, il cuore della carità, lo slancio della speranza.
Fede: attendiamo Gesù ogni giorno con un gesto di preghiera: l’Angelus all’inizio della giornata o a fine mattinata e alla sera; un gesto settimanale di ascolto della Parola di Dio e di preghiera.
Speranza: si riaccende uno sguardo di fiducia sulle persone e sui fatti che accadono, educando all’atten-zione verso chi è vicino e verso chi incontriamo.
Carità: dedichiamo tempo a chi è nel bisogno. Attenzione alle occasioni indicate dalla liturgia della Chiesa e dalla comunità, e alle opportunità offerte dalle circostanze.

da LA TRAVERSATA, pag 12-13 (Angelo Busetto, Edizioni itaca)

 

Vangelo secondo Marco 1,1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

LA GRAZIA DELL’ATTESA

Giovanni Battista: lo aspettavamo! Non c’è Avvento senza il grido del Battista, come non c’è Avvento senza la festa dell’Immacolata. Maria e Giovanni Battista sono le due persone che più hanno atteso, preparato, annunciato la prima venuta e che - a loro volta - sono state preparate e lanciate per questa missione.
Oggi, dove possiamo riconoscere la voce di Giovanni Battista? Chi ci grida ancora di ‘preparare la via del Signore, e di raddrizzare i sentieri’ per i quali Egli ha scelto di passare? Chi ci richiama con la medesima attesa e trepidazione di Maria, con la sua fede e il suo amore? C’è ancora un amico, una compagnia di amici, una comunità, una Chiesa che ci sospinge e ci accompagna ad attendere Cristo? Qualcuno capace di attraversare la nostra distrazione e la nostra dispersione e di richiamarci alla domanda vera, indirizzandola a riconoscere Colui che viene? Quando questo accade, è una vera grazia, da non perdere.

Vangelo secondo Matteo 9,35-10,1.6-8

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

LA SALVEZZA CAMMINA

Gesù cammina, insegna, guarisce. E’ un percorso senza fine, come senza fine è il bisogno dell’uomo. Mosso da compassione partecipe e coinvolgente, Gesù chiama i dodici a svolgere la sua stessa missione. Dalla casa d’Israele la missione dei discepoli si estende a tutto il mondo e invade la storia. Arriva a casa nostra e al nostro cuore, ricomincia ogni giorno, lasciandosi sospingere da richiami come quello dell’Arcivescovo di Milano che invita a donare agli altri la decima del nostro tempo e delle nostre iniziative.

Nella festa della sua Immacolata Concezione, Maria convoca i cristiani vicino a Gesù. Portiamole un fiore, un fiore da giardino o un fiore del cuore….

Vangelo secondo Luca 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

“SE’ DI SPERANZA FONTANA VIVACE”

L'Angelo Gabriele non ha le ali e non si può immaginare come si è fatto vedere da Maria. Ma possiamo ben leggere il racconto di Luca tenendo sotto gli occhi l'Annunciazione del Beato Angelico, che ha inserito la scena nell'atmosfera di un nuovo Paradiso terrestre raffigurato come un giardino fiorito.

Attraverso Maria, Dio comincia da capo e inaugura la nuova creazione. Maria è la nuova Eva, predisposta a non cedere al frutto proibito e a donare Gesù, nuovo Adamo, frutto benedetto del suo grembo. L'Immacolata Concezione è una risalita alla sorgente pura dell'umanità che sgorga dal cuore di Dio. Possiamo rinascere dall'acqua e dallo Spirito, possiamo percorrere la storia facendola nuova e buona. Con Maria, Donna concepita e vissuta senza peccato, cioè Immacolata, una fontana vivace di speranza viene a sgorgare e a scorrere qui tra i mortali.

 

 

Vigilia dell’Immacolata, la Madonna dell’Avvento…

Vangelo secondo Matteo 7,21.24-27

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

LA ROCCIA DELLA PAROLA

Per capire e vivere questo Vangelo, occorre guardare quei cristiani che l’hanno realizzato concretamente, in particolare i santi. Quando la Parola di Dio viene ascoltata e praticata, allora cambia la vita di una persona e, attraverso di essa, la vita di coloro che la incontrano. E’ accaduto in modo clamoroso per Sant’Ambrogio. La sua proclamazione della Parola di Dio ha affascinato il giovane Agostino, ma tutta comunità di Milano e dei dintorni è stata saldamente piantata sulla roccia della sua vita santa.


IL CELLULARE E IL VANGELO

I cinesi li trovi un po’ dappertutto, e riscontri che sono bravissimi ad rammendare indumenti e ad aggiustare oggetti, come si usava una volta nei paesi, secondo l’abilità di tante brave donne e di esperti artigiani. I cinesi sono avanti anche nel risanamento dei cellulari slabbrati, feriti, annegati. Vieni accompagnato a scovare i cinesi nel cantuccio del bottegone dove si vende di tutto; un giovanotto armeggia con il computer sul tavolino ingombro di ogni confusione, e in pochi minuti ti dice la malattia del tuo aggeggio, il rimedio e il costo. Intanto, l’amichetto che gli sta accanto chiede – chissà perché – se sei sposato. “No.”. Come mai? Non ami? “Amo soprattutto Gesù”. Non capisce; non sa chi è Gesù o non capisce il senso. Dico che la vita di Gesù è raccontata nel Vangelo e allora ai due si illuminano gli occhi. Del Vangelo hanno sentito parlare e dicono: Luca… Già: Matteo, Marco, Luca, Giovanni hanno scritto la vita di Gesù. Domanda cruciale: Cristiani e cattolici sono la stessa cosa? Risposta flash: “I cattolici sono quelli che seguono il Papa, Papa Francesco”. Altro assenso dei due. L’operazione oggetto-da-aggiustare si sbriga presto e il congedo avviene con una promessa: “Torno un’altra volta e vi porto il libro del Vangelo”. Ricambiano con un sorriso. Rimango sorpreso dell’occasione offerta da un piccolo incidente al cellulare. Non tutti i cinesi saranno così curiosi, ma certo questa è una spia che si accende. Dai tempi di Francesco Saverio – il santo missionario che ricordiamo ai primi di dicembre – in India, in Giappone e alle porte della Cina, ne è passata di acqua sotto i ponti di Chioggia. Dai tempi in cui il gesuita Matteo Ricci si vestiva da mandarino e catturava l’attenzione della corte del principe con gli accenti della sapienza cristiana, sono passati secoli di distanze e di vicinanze, di martirio e di missione. Ora in Cina i nostri giovani ci vanno per lavoro, e i commercianti per vendere e comperare, e da noi i cinesi invadono piazze, negozietti e supermercati collaborando a risolverci una miriade di problemini più o meno casalinghi. Portano affari e curiosità, sorriso e mistero. Incontrano le nostre facce e i nostri usi, la nostra religione e la nostra indifferenza. Non sarà questa l’occasione in cui il cristianesimo si può presentare senza forzature, senza proselitismi, senza pretese, anche aggiustando un cellulare? Con l’evidenza del sorriso e di una vita buona. Con un Vangelo regalato, una pizza condivisa, un saluto ricambiato. Le vie del Signore sono infinite. Le puoi percorrere anche senza attraversare i mari. Forse si intercetta una domanda, una curiosità, un bisogno. Cristo è all’opera.

Mancano due giorni alla festa dell’Immacolata. Prepariamoci a onorare Maria con il fiore della presenza nostra e di tutta la famiglia. Ciao!!!

Vangelo secondo Matteo 15,29-37

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

VIENE IL SALVATORE

Ecco il Salvatore arrivare al lago e al monte; attorno a lui si raduna una folla di gente bisognosa. Gesù guarda tutti partecipando alla loro ‘passione’ (com-passione!), risana i malati e sfama gli affamati. Il miracolo della grazia coinvolge i discepoli: “Quanti pani avete?”. Cosa posso dare io per sfamare il mondo, rappacificare gli stati, salvare esiliati e perseguitati? Posso mettere a diposizione il mio pane, la mia vita, la mia borsa. Gesù compie il miracolo che salva.

Vangelo secondo Luca 10,21-24

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

BEATI I PICCOLI

Con quale atteggiamento vivere la stagione dell’Avvento? Chi può riconoscere e accogliere il ‘mistero’ di Dio che ci viene incontro? Dio Padre consegna tutto a Gesù, e Gesù si rivela in una storia particolare, nel volto di un Bambino che si presenta a Natale e di un Uomo che permane con noi. Gesù viene riconosciuto da chi ha cuore aperto e occhi semplici di fronte alla realtà, al Vangelo, alla Chiesa. Beati i piccoli, beati i puri di cuore perché vedranno Dio.