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Vangelo secondo Luca 21,1-4

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

LA VITA CAMBIATA

Il Vangelo di oggi in un certo modo prolunga quello di ieri, Domenica. Gesù è attento al gesto della vedova e ne riconosce il valore. La carità non è misurata dalla quantità di soldi o di tempo che decidiamo di offrire. La carità è la vita donata, disponibile e accogliente. Quando incontriamo una persona così, respiriamo. Quando viviamo con questo cuore, siamo noi stessi a cambiare e cambia anche un pezzo di mondo attorno a noi.

 

Dopo la Colletta Alimentare 2017

Certe cose non ci passano nemmeno per la testa. Stimi, apprezzi, proponi un gesto bello e utile, ma poi tu non arrivi a farlo. Come un predicatore dal pulpito. Capita per tante cose, e in questi giorni è capitato per la Colletta Alimentare. Mai che ti fosse venuta l’idea di parteciparvi personalmente come volontario, mettendoti all’ingresso di un supermercato come tante persone amiche e sconosciute, pettorina al petto e sorriso splendente: “Signora, è il giorno della Colletta Alimentare. Una piccola spesa per i poveri”, quindi la consegna di sacchettino giallo e volantino. Di buon mattino partecipavi al fischio di inizio, al breve raduno nella piazzetta della Chiesa, con la preghiera dell’Angelus e le ultime indicazioni operative. Nel corso della giornata, facevi un salto al supermercato senza varcarne la soglia, davi un caloroso saluto agli amici appostati all’ingresso, e consegnavi una sommetta con la raccomandazione-scusa: “Fate la spesa della Colletta al posto mio; voi sapete scegliere i prodotti!”. E via.

Quest’anno ti ritrovi a indossare la pettorina gialla e ad appostarti all’ingresso del supermercato; trovi altre persone ‘nuove’ e sai di ragazzini, suore e genitori appostati in varie località. Lieti tutti  di intercettare i volti della gente, e più lieti ancora di essere riconosciuti: semplicità e cordialità e quasi entusiasmo, qualche spiegazione, qualche rapida confidenza, come accade quando si cammina in strada; appena qualche cliente scivola via con passo veloce e viso rabbuiato.

La decisione di condividere la Colletta facendola, è spuntata da sola e si è fatta ritrovare da diverse persone come il sole al risveglio del mattino. Dev’essere maturata in una sorta di contaminazione positiva: gli amici, la gente più varia, il diffuso clima di partecipazione, l’evidenza del vantaggio che ne deriva ai poveri, il consenso esplicito della Chiesa, fino al vescovo e fino al Papa, hanno fatto diventare ‘naturale’ questo gesto.

A questo punto sorge una domanda: quanti passi occorrono per la conversione? Questa volta si trattava di un gesto piccolissimo, che comportava un passaggio minimo. E quando è in gioco un cambiamento di vita? Quanti passi, quale maturazione, quali benefici influssi, quale moto del cuore occorre? Desideriamo e invochiamo che il figlio, il marito, l’amico e l’amica, l’alunno, il collega, facciano un passo di conversione verso la fedeltà, verso la missione, verso un ravvedimento e una ripresa. Dalla conversione di Zaccheo al pentimento di Pietro, dall’uscita fuori del vizio fino al coinvolgimento in un’opera di carità, ci insegue la paziente misericordia di Dio e la sua generosa bontà. E finalmente vedi sbocciare un frutto buono e nuovo dalla pianta antica.

 

 

 

Vangelo secondo Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

LA STRADA DELLA CARITA’

La lavagna dei buoni e cattivi ce la saremmo aspettata, poiché il senso di giustizia che abita il nostro cuore ci induce a credere che il tribunale divino valuti con giusta misura il bene e il male. Quello che non ci saremmo aspettato è che Gesù si identifica con le persone con le quali veniamo in contatto nella vita, in particolare le più bisognose. Arriviamo con facilità a riconoscere Gesù presente nell'Eucaristia e negli altri sacramenti. Ma come è possibile riconoscerlo presente nel prossimo? Una strada per arrivarci è quella che percorre le orme dei Santi e di tanti uomini e donne che hanno vissuto la carità. Questa strada va dagli Atti degli Apostoli alle lettere di San Paolo, da San Francesco a San Vincenzo De' Paoli, da Madre Teresa alle innumerevoli opere realizzate in tutta la storia della Chiesa e in particolare negli ultimi due-tre secoli. La strada regale della carità è sempre aperta, e molti cristiani e uomini di buona volontà ancora la percorrono.

 

OGGI COLLETTA ALIMENTARE !!!
Vangelo secondo Luca 20,27-40
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
 
UN’ALTRA VITA
 
Un’altra vita: una vita oltre la vita terrena, una vita diversa e più piena. I sadducei irridono Gesù, trasferendo pari pari la vita terrena nell’aldilà, senza poter immaginare una realtà diversa. Per la vita nuova dei risorti Gesù annuncia un amore più grande e più vero del matrimonio, non sottoposto a crisi e riduzioni, a tentazioni e tradimenti. Le espressioni che Gesù utilizza provocano la nostra fantasia: quale intensità nel vivere come figli di Dio, figli della risurrezione, angeli di Dio?

Ciao!!

Domani c’è la Colletta Alimentare nei supermercati.

Se qualcuno vuol venire con me, sarò in due supermercati nel Corso di Chioggia, tra le 8,30 e le 10,30 circa.

Suor Sophia sarà al pomeriggio nel rioneTombola.

Non dimenticare comunque di fare una qualche spesa per la Colletta, nei vari supermercati… Lo ha ricordato anche Papa Francesco all’udienza del Mercoledì.

Ciao!!

Don Angelo

Vangelo secondo Luca 19,45-48

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

NOSTALGIA DI PREGHIERA

Il tempio aveva sostituito la tenda nella quale Dio e Mosè si davano convegno e parlavano come un uomo parla con un altro uomo. Il tempio era dunque luogo di incontro con Dio. Quando Gesù arriva a Gerusalemme e sale al tempio, lo vede invaso dal mercato, dove la preghiera è resa impossibile. Continua ad accadere nella nostra vita. Il gesto deciso di Gesù che libera il tempio dai venditori, ci induce a liberare per la preghiera spazi e tempi della nostra vita.

 

 

Vangelo secondo Luca 19,11-28

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

VERSO IL COMPIMENTO

La parabola dei talenti, annunciata domenica nel Vangelo di Matteo, viene raccontata con alcune varianti nel Vangelo di Luca. Se la sostanza non cambia, l’orizzonte è diverso: Gesù cammina verso Gerusalemme, davanti a tutti, proteso verso il compimento della sua missione. E’ un implicito avviso a trafficare la vita, facendo fruttare le ‘monete’ e compiendo con frutto la propria missione, fino a consegnare tutto al Padre. Il cammino di Gesù è quello dei martiri, come Cecilia; ed è lo stesso di ogni cristiano.

 

Vangelo di Matteo 12, 46-50

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

FAMILIARI DI GESU’

Si narra nel protovangelo di Giacomo, uno dei vangeli apocrifi, che Maria venne condotta al tempio a tre anni e vi rimase per tutta l’infanzia, dedicata al Signore. Il Vangelo di oggi racconta che Maria seguiva il Figlio nella vita pubblica, e sorprendentemente Gesù attribuisce anche ai suoi discepoli la qualifica di ‘fratelli, sorelle e madre’. La maternità di Maria si allarga alla maternità della Chiesa e coinvolge ogni cristiano nella familiarità con Gesù. A Venezia e dintorni, oggi Maria viene celebrata come Madonna della Salute.