Vai al contenuto

Buona domenica, con Gesù in mezzo a noi, due o tre o tanti di più….

Vangelo secondo Matteo 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

UNA CHIESA DAL BASSO

Bastano due o tre persone a fare la Chiesa, cioè a esprimere il segno della presenza del Signore Gesù nel mondo. Due o tre persone riunite nel Suo Nome! Questo piccolo segno viene determinato dalla libertà delle persone in una famiglia o tra amici, in modo permanente o occasionale. Non si tratta di un elemento isolato. Come la cellula nel corpo, i due-tre partecipano del calore e dell'umore, del sangue e del respiro dell'intera struttura. L’immersione vitale nella piccola compagnia non chiude il cerchio dei rapporti, ma li apre e li rinnova. Lo si verifica soprattutto quando insorgono quelle frizioni e quei contrasti che non si risolvono all’interno del gruppetto. E’ provvidenziale allora potersi riferire alla comunità più vasta e all’autorità più evidente. Quando avviene questo passaggio, Gesù promette che la decisione umana trova conferma in cielo.

Vivere avvenimenti come l'incontro con i russi ieri sera, aiuta vivere...                               Buona vigilia della Domenica!

Vangelo secondo Luca 6,1-5

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

QUALE LEGGE?

Si può persino essere schiavi delle leggi: leggi ingiuste e inumane, superate tutte dalla legge dell’amore di Dio e del prossimo. Gesù lo dimostra non a parole ma con un’azione concreta: mangia e offre da mangiare i pani dell’offerta al tempio. Il nostro confronto non è con le leggi, ma con la persona di Gesù e con le persone che incontriamo nella vita. Il santo di oggi, apostolo liberatore degli schiavi neri che arrivavano nella città di Cartagena, ne è testimonianza concreata.

- Accompagniamo con una preghiera a Maria il viaggio del Papa in Colombia
- Incontrare e capire la Russia: stasera ore 21 in Cattedrale

Dal Vangelo secondo Matteo 1,18-23

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

UNA NASCITA NUOVA

La liturgia percorre le tappe della vita di Maria: il suo concepimento, la nascita, la presenza sotto la croce, l'assunzione al cielo. Altre date vengono suggerite dalla tradizione, o si intersecano con i fatti della vita di Gesù. Maria, inserita nella storia del suo popolo, apre la strada al nuovo popolo di Dio, accogliendo in pienezza la grazia di Gesù Salvatore. Nella sua nascita di grazia e di bellezza, si riverbera il primo bagliore della nuova umanità.

Cos’era la Russia prima della Rivoluzione bolscevica del 1917?
Cosa è diventata nella dittatura comunista durata fino all’agosto del 1991?
Quale vita oggi in Russia? Quale speranza? Quale fede?
Venerdì 8 settembre ore 21 in Cattedrale a Chioggia,
incontriamo alcuni personaggi russi accompagnati da
Giovanna Parravicini di Russia Cristiana

Vangelo secondo Luca 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

PRENDI IL LARGO

Prendere il largo, perché? Gettare la rete dopo che si è faticato inutilmente tutta la notte, cosa giova? Ci adagiamo al livello basso, rimanendo sulla riva. La voce che ci ridesta è una grazia: una parola del Vangelo, una circostanza, un invito di amici, un sussulto nel cuore: “Prendi il largo”. Ricomincia la partita, si rinnova l’ammirazione, riparte la gioia di vivere, amare, proporre, lavorare. Occorre vigilare ogni giorno la grazia che passa e che chiama.

 

Vangelo secondo Luca 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

L’INIZIO DELLA MISSIONE

Iniziamo con Gesù il Vangelo della missione: dalla sinagoga-chiesa, alla casa, al mondo. Gesù è una novità efficace: parla, incontra, guarisce. Va incontro alle persone e le persone – anzi le folle – lo cercano. Tutto comincia da un piccolo borgo, una casa, alcuni amici, una piccola folla di paese. Ma il territorio di ‘competenza’ è il mondo. Da Cafarnao parte l’onda che diventa un grande mare, percorso dalla barca della Chiesa, sulla quale anche noi navighiamo.

 

Vangelo secondo Luca 4,31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

L’AUTORITA’ DI GESU’

Gesù passa dalla sinagoga di Nazaret a quella di Cafarnao, il paese in cui stabilisce il punto di partenza per la missione, sul lago di Galilea. Gesù ‘insegna’ con autorità. Significa non solo che è saggio e convincente, ma che la sua parola è efficace: agisce sulla mente e sulla vita delle persone. Fino al punto di affrontare satana e di sgominarlo: è la prima vittoria su satana dopo le tentazioni nel deserto. Gesù continua ad agire ‘con autorità’ anche oggi.

Come i cittadini di Gesù o come amici che Lo cercano??

Vangelo secondo Luca 4,16-30

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

GESU’ DI TRAVERSO

Gesù pronuncia un solenne discorso di ‘Inizio mandato’ nella sinagoga del paese natio, attirando la meraviglia e gli sguardi di tutti. Giocando di anticipo, egli scruta la pretesa che assale i suoi concittadini, e gliela dichiara apertamente. E’ fatta. Gli si buttano addosso per farlo fuori. Si può perdere così l’occasione della vita? Eppure, quante volte anche noi – più o meno elegantemente – evitiamo Gesù che viene a mettersi di traverso nella nostra vita? Impariamo a diventare ‘furbi’ secondo il Vangelo.

 

Seguire Gesù è trovare la vita! Buona Domenica!

Vangelo secondo Matteo 16,21-27

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

PERDERE E TROVARE LA VITA

Pietro tira in disparte Gesù e gli dà un suggerimento …da amico. Gesù gli ribatte chiamandolo ‘Satana’. Non può essere più estremo il contrasto tra i due. Pietro ha ancora tanta strada da fare, e la farà, zoppicando e incespicando, fino a donare tutto il suo amore e tutta la vita al Maestro, morendo ‘quasi’ come Lui in croce, ma con la testa all’ingiù. Seguire Gesù è una decisione che si sviluppa poi per un lungo cammino, fino a perdere la vita ‘a causa sua’, e ritrovarla nuova.