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L’ottava – e prima - opera di Misericordia

 

Le opere di misericordia nell’anno dei Giubileo sono ruscelli che diventano torrenti e si apprestano a diventare fiumi. Tanti i richiami i, abbondanti come la pioggia finalmente venuta a sbattere sulle nostre giornate quaresimali. Le comunità,  entrando per la Porta Santa della Cattedrale, vengono richiamate a dare un contributo per un Emporio destinato ad ospitare il via vai dei viveri dai supermercati alle tavole dei poveri; le parrocchie invitano famiglie e ragazzi a riempire la cesta dell’offertorio della messa una volta al mese; vengono presentate testimonianze della Caritas, del Banco Alimentare, di gruppi di volontariato.

“Se offrirai il tuo pane all’affamato…”, dice il profeta Isaia (58,7). Non è solo questione di pane e di cibo, di viveri e di bevande. Le storie che si incontrano e quelle che vengono raccontate, narrano di un bisogno che non prende solo lo stomaco, ma attraversa l’anima. Le persone che i volontari incontrano sulla soglia della loro casa, o quanti vengono a bussare alla tua porta o si prenotano puntuali al punto di distribuzione dei viveri, non hanno bisogno soltanto del ‘pacco’. La richiesta del cibo spesso è solo un pretesto, o piuttosto l’occasione per ricevere uno sguardo, scambiare una parola, mendicare un saluto. Che cosa domanda un uomo a un altro uomo? Che cosa gli può dare?

Nei miracoli che il Vangelo racconta, Gesù non sbriga la faccenda attraverso la guarigione o la distribuzione del pane. Lui sa che cosa c’è nel cuore di ogni uomo e che cosa domanda. La sete della samaritana va oltre il pozzo, la fame della folla rivela lo squarcio di una domanda di vita, gli occhi spenti del cieco si aprono a seguire il Maestro, e il paralitico ha bisogno ben più che di raddrizzare le gambe. Gesù compie miracoli che raggiungono l’anima. Zaccheo è guarito con un pranzo che scandalizza i benpensanti;  la donna adultera viene salvata dal linciaggio attraverso uno sguardo. La parola di Gesù incide il cuore dei facili accusatori: “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”; quindi Gesù rialza la donna dalla polvere della terra: “Donna, nessuno ti condanna? Neanch’io ti condanno”.

L’opera di misericordia più grande è la liberazione dal giudizio di condanna. La fretta dei giornali che sbattono in pagina uomini e donne feriti dal male prima che venga confermata la loro colpevolezza, è una forca che uccide. Nella nostra epoca individualista e giustizialista, il male sembra esistere solo quando possiamo imputarlo agli altri; si tenta di salvarsi in anticipo, condannando in fretta corrotti e peccatori. Il Vangelo ci fa scoprire che Gesù pratica un’ottava opera di misericordia, quella di abbracciare e rialzare i peccatori.

 

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Vangelo secondo Giovanni 8,31-42

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». ...continua a leggere "Mercoledì 16 marzo 2016 – Sant’Agapito di Ravenna III-IV sec."

BarsottiFinora i libri di don Divo Barsotti emergevano come da una terra incognita, e parevano navigare nel vuoto. Da dove veniva quella intensità di contenuto e quella scorrevolezza del dettato? Questa essenziale biografia fa uscire allo scoperto un personaggio che ha percorso sotto traccia gran parte del 'secolo breve', intessendo rapporti e fornendo un prezioso contributo di paragoni e di giudizi. ...continua a leggere "Barsotti, mistico e profeta"

Si presenta come la nuova frontiera della civiltà e dell’amore.
In realtà è un inganno e una violenza sulle persone.
Le donne sono ridotte a incubatrici a pagamento.
I figli vengono costruiti a macchinetta, secondo i comandi del computer.
Inoltre vengono programmaticamente privati del padre e/o della madre reali.
E via di seguito, sempre più in basso.
Sarebbe il caso di ascoltare anche qui Papa Francesco quando dice:

“Nel nostro tempo alcuni orientamenti culturali non riconoscono più l’impronta della sapienza divina nelle realtà create e neppure nell’uomo. La natura umana rimane così ridotta a sola materia, plasmabile secondo qualsiasi disegno…”

Vedi Avvenire, venerdì 5 marzo, pag 6. Discorso alla Pontificia Accademia per la vita

caravaggio-opere_misericordiaLe opere di misericordia nell’anno dei Giubileo sono ruscelli che diventano torrenti e si apprestano a diventare fiumi. Tanti i richiami, abbondanti come la pioggia finalmente venuta a sbattere sulle nostre giornate quaresimali. Le comunità, entrando per la Porta Santa della Cattedrale, vengono richiamate a dare un contributo per un Emporio destinato ad ospitare il via vai dei viveri dai supermercati alle tavole dei poveri; le parrocchie invitano famiglie e ragazzi a riempire la cesta dell’offertorio della messa una volta al mese; vengono presentate testimonianze della Caritas, del Banco Alimentare, di gruppi di volontariato. ...continua a leggere "L’ottava – e prima – opera di Misericordia"