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Congresso Eucaristico Nazionale - Arcidiocesi di Genova, 15.9.2016
OMELIA D’ INIZIO del Cardinal BAGNASCO
“L’Eucaristia, sorgente della missione”

Cari Confratelli nell’Episcopato, nel Sacerdozio e nel Diaconato
Distinte Autorità, cari Fratelli e Sorelle nel Signore
Nell’ora in cui si spegne il giorno, in tutte le nostre Diocesi ha inizio il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale. Ora solenne questa, gravida di commozione e di grazia: stretti nel vincolo dell’unica fede, Pastori e Comunità elevano a Gesù-Eucaristia una sinfonia di cuori, una corale preghiera di lode. Vorremmo che l’Italia si accorgesse che sta accadendo qualcosa nel suo grembo, qualcosa di vero e di bello che la riguarda da vicino. Il nostro pensiero corre al Santo Padre Francesco: Egli è con noi con quell’affetto caldo e paterno che tutto il mondo conosce e ricambia. Lo ringrazio per aver voluto nominare me come suo Inviato Speciale per questo momento tanto significativo. A Lui rinnoviamo il nostro affetto filiale e la nostra pronta comunione. ...continua a leggere "Congresso Eucaristico Nazionale: “L’Eucaristia, sorgente della missione”"

Un Papa che è uomotfuhkjlmmuia_s4-mb1

Meglio andarci adagio. Diamoci il tempo necessario per gustare la sapienza, la dolcezza, la profondità delle duecento pagine nelle quali il ‘Papa emerito’ Benedetto XVI va a deporre goccia a goccia il distillato della sua mente e del suo cuore. Meglio disporci con cuore libero e pulito, come quando si guarda il mare fino all’orizzonte, senza travolgere le parole con occhio troppo rapido. Certo, abbiamo già assapo
rato la distesa dei discorsi-udienze-incontri svolti per otto anni di pontificato; la splendida edizione che la Libreria vaticana ha messo a disposizione in cofanetto-regalo è andata ad accostarsi alle multiformi vette degli scritti precedenti. Ora il discorso è piano. Il giornalista rivolge domande di familiare semplicità a un uomo che vive, a un prete che crede, a un cristiano che professa. Cadono gli stereotipi inventati dalla stampa e da vasti gruppi di cristiani ‘intelligenti’: l’abito di rude stoffa teutonica che gli era stato cucito addosso quand’era ‘difensore della fede’ nella Congregazione romana, e il mantello di convenzionalità che ancora lo stringeva da papa. ...continua a leggere "Papa Ratzinger: ULTIME CONVERSAZIONI"

 

La seconda vocazione nasce in treno. È stato così per Madre Teresa, la brava insegnante del Collegio delle Suore di Loreto ammirata da alunne e colleghe. Mentre il treno che la portava agli esercizi lasciava intravvedere gli sterminati sobborghi di Calcutta, la voce del Signore le parlava al cuore, chiedendole di lasciare il suo convento per dedicarsi ai poveri più poveri. Qualche anno dopo è la volta di don Giussani il quale, in treno da Milano a Rimini, percepisce come una ferita la drammatica ignoranza religiosa dei giovani studenti, avvertendo l’impulso di dèdicarsi a loro; molla l’insegnamento della teologia e scende a valle, tra gli studenti delle scuole di Milano. ...continua a leggere "UNA STORIA DI CHIAMATE"

 

1946 - la Voce (di Gesù) a Teresa:
«Desidero suore indiane, vittime del mio amore, che siano Maria e Marta, che siano talmente unite a me da irradiare il mio amore sulle anime. Desidero suore libere, rivestite della mia povertà della Croce; desidero suore obbedienti, rivestite della mia obbedienza della Croce; desidero suore piene di amore, rivestite della carità della Croce. Rifiuterai di fare questo per me?»

Scrisse nel 1958:
«Nella chiamata mi hai detto che avrei sofferto molto. Dieci anni, mio Gesù, e hai fatto di me secondo la tua volontà. Ora, Gesù, ascolta la mia preghiera. Se questo ti fa piacere, se il mio dolore e la mia sofferenza, la mia oscurità e la mia lontananza ti danno una goccia di consolazione, oh mio Gesù fa’ di me ciò che desideri, finché lo desideri, senza un solo sguardo ai miei sentimenti e al mio dolore. Sono tua. Imprimi sulla mia anima e sulla mia vita le sofferenze del tuo Cuore. Non preoccuparti dei miei sentimenti. Non preoccuparti neppure del mio dolore. Se la mia separazione da te conduce altri verso di te, e se il loro amore e compagnia ti danno gioia e piacere, allora, Gesù, desidero con tutto il mio cuore soffrire ciò che sto soffrendo, non soltanto ora, ma per l’eternità, se questo fosse possibile. La tua felicità è tutto ciò che desidero. Per il resto, ti imploro di non preoccuparti di me, anche se mi vedrai svenire dal dolore. Tutto ciò è la mia volontà. Desidero saziare la tua sete con ogni singola goccia di sangue che potrai trovare in me».
...continua a leggere "Scritti e discorsi di Madre Teresa."

Nipote Madre Teresa: anche in famiglia, straordinaria nella semplicità

In tutto il mondo, e non solo nella Chiesa, si vive con gioia l’attesa per la Canonizzazione di Madre Teresa, una figura che – al di là di ogni distinzione di credo e cultura – rappresenta il bene e l’impegno per chi soffre. C’è però chi vive in un modo davvero particolare questo evento: la signora Agi Bojaxhiu, unica nipote di Madre Teresa, oggi 70enne che fin da giovane si è trasferita in Sicilia. In questa intervista esclusiva di Alessandro Gisotti, Agi – figlia del fratello di Madre Teresa – racconta com’era la sua zia così speciale nella vita in famiglia:
R. – Madre Teresa faceva molto ma non dava nell’occhio, ecco; era molto riservata in tutto quello che faceva. Veniva tutto così spontaneo e naturale, anche le cose più faticose … Io le ho visto fare cose veramente faticose, come lavare lenzuoli, lei che già aveva una certa età, china sulle persone per tanto tempo, quello che faceva anche per curare persone che avevano malattie terribili … ...continua a leggere "Madre Teresa: parla l’unica nipote"

Alla Messa per le vittime del terremoto, il vescovo D'Ercole ha citato un episodio dal Don Camillo di Guareschi:

“C’è una pagina nella bellissima avventura di Don Camillo che narra di una sera malinconica nella quale questo originale parroco dovette affrontare il dramma di un’alluvione che aveva complicato terribilmente la speranza della sua gente. Leggo dal libro di Giovannino Guareschi: ‘la porta della Chiesa era spalancata, si vedeva la piazza con le case allagate e il cielo grigio e minaccioso. Fratelli, disse Don Camillo, le acque escono tumultuose dal letto del fiume e tutto travolgono, ma un giorno esser torneranno placate nel loro alveo e ritornerà a splendere il sole. E se alla fine voi avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete perso la Fede in Dio, ma chi avrà dubitato della bontà e della giustizia di Dio sarà povero e miserabile anche se avrà salvato ogni cosa. Don Camillo parlò a lungo nella Chiesa devastata e deserta e intanto la gente immobile sull’argine guardava il campanile, diffidente, come in questi momenti. E’ giusto. Ma perché Dio fa questo. E continuò però a guardarlo questo campanile, vennero i rintocchi dell’elevazione, le donne si inginocchiarono, le campane suonarono. Amici, le torri campanarie dei nostri paesi che hanno dettato i ritmi dei giorni e delle stagioni sono crollate, non suonano più, ma un giorno riprenderanno a suonare e sarà il giorno della Pasqua”.

di Costanza Miriano

È ingiusto fare una classifica del dolore, però non c’è niente da fare: ci colpisce quello che per qualche motivo avvertiamo più vicino. Anche io mi sdegno perché i miei colleghi, giornalisti, danno diverso peso specifico ai morti nel mondo: un parigino vale, a occhio e croce, una novantina di nigeriani. Ogni volta mi ci arrabbio di nuovo, ma poi faccio anche io lo stesso: credo che sia inevitabile. Il nostro cuore non è infinito come quello di Dio, possiamo tenere solo alcuni legami, affezionarci ad alcune cose, sentirci vicini ad alcune persone. Guardando le immagini di altri terremoti non mi sono angosciata tanto. Forse non mi fa onore, ma è così.

Invece da quando, la notte scorsa, ci ha svegliati il cellulare di mio marito nel cuore della notte – lo chiamavano a Saxa Rubra per un’edizione straordinaria del tg – non riesco a pensare ad altro. – Che succede? – Devo andare al tg, andiamo in straordinaria. – Perché? – Un terremoto. – Ah, ho detto, rigirandomi e riaffondando la testa nel cuscino, pronta a dormire le altre quattro ore che mi spettavano. – Ma dove, scusa? La domanda balena da quel residuo di coscienza che rimane anche nel sonno. – Ad Amatrice.

Ma noi abbiamo trascorso lì le vacanze più belle degli ultimi anni, con le persone più care, eravamo lì poco fa, non è possibile, quello è il posto dei giorni belli, degli amici, delle passeggiate, delle salsicce. Non è vero. Non si può certo dormire, adesso. ...continua a leggere "CHE VADANO IN PARADISO"

 

Per l'arcivescovo di Bologna che interviene con cipiglio romanesco irruente e ilare, il Convegno della Chiesa Italiana a Firenze trova sintesi nel titolo del Meeting di Rimini: “Tu sei un Bene per me”. Ormai al rush finale, il Meeting viene ferito dalla notizia dello sconvolgente terremoto in Centro Italia, e l'arcivescovo introduce l'incontro con una preghiera per i fratelli colpiti. Anche i giri alle mostre aprono con una pausa di preghiera. Viviamo nell'orizzonte del mondo e il TU citato dal titolo assume le variegate fisionomie delle persone incontrate tra i padiglioni della Fiera e negli schermi dei drammatici notiziari. ...continua a leggere "Dal Meeting al terremoto: il Volto del TU"

I fuochi e i volti

Chi non va a vedere i fuochi di Ferragosto (o dell’Assunta)? Quando poi lo spettacolo pirotecnico si estende a illuminare lo scenario della laguna, allora alla gente di paese corre ad aggregarsi la gente di fuori, in un miscuglio di volti e di cadenze dialettali. Cerchiamo il bello, andiamo con i bambini piccoli, spieghiamo loro che i fuochi partono da una barca nera che si intuisce appena laggiù, dalla riva opposta del canale. Lo sbocciare dei grandi petali luminosi nel cielo e i filamenti di luce che scendono fino all'acqua disegnano brevi torrenti di bellezza nel cielo; la striscia luminosa rimbalza sulle onde leggere e scopre i lineamenti delle barche appostate a guardare. ...continua a leggere "Verso il Meeting"

LE RADICI DELLA SPERANZA

Nei giorni di vacanza in montagna spariscono quotidiani e telegiornali e anche i siti internet si rarefanno nella precarietà della connessione all'interno dell'albergo. Le notizie si trasmettono ancora a viva voce: è un amico arrivato nella nostra compagnia per presentarci il suo secondo romanzo, a riferirci il dramma dei due milioni di persone 'assediate' ad Aleppo nella cerchia dei bombardamenti, in prevalenza donne e bambini. Il mondo continua a riprodurre sadicamente la propria autorovina, senza smettere alcuna delle sue aberrazioni. ...continua a leggere "Vacanza in montagna"