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LA MESSA

"Il gesto più importante di tutta la storia del mondo è la morte e la resurrezione di Cristo. Nella nostra vita questo gesto è il sacrificio della Messa. Esso dovrebbe essere al centro della nostra giornata, dovrebbe essere importante, privilegiato, dovrebbe influire sulla nostra giornata (occorre ricordare che, perché un gesto influisca sulla vita, deve "costare" qualche cosa. Costare significa lavoro, impegno delle nostre energie e attenzione. Un gesto che non costa sacrificio non è vero.)
La messa dunque è il gesto più importante della nostra esistenza perché è il gesto della morte e resurrezione di Cristo. Se infatti diciamo che siamo parte del corpo di Cristo, membra gli uni degli altri, la messa è l'espressione suprema della assemblea cristiana, di quella assemblea permanente che è la vita cristiana. La messa è il gesto supremo della comunità, del mistero nascosto di Cristo e della sua Chiesa." p 33

Dialoghiamo insieme sulle pagine di LUIGI GIUSSANI, Dalla liturgia vissuta, 

Mercoledì 8 febbraio ore 18,30, Centro parrocchiale del Duomo (a destra del campanile)

LA LUCE E IL GUSTO DELLA VITA

Siamo noi il sale della terra e la luce del mondo? Chi potrebbe avere questa pretesa? Ci sentiamo tante volte scipiti e sciupati, spenti e svuotati nella rincorsa e nell’affanno delle cose di ogni giorno. Gesù ci viene incontro, ci guarda negli occhi e ci dice parole piene di fiducia che ci caricano di responsabilità. Se non fosse che Egli stesso è la luce e il sale del mondo, se non fosse che ci dona la sua grazia, come potremmo vivere e fare del bene?
Con Gesù scopriamo che ogni nostra azione non è fine a se stessa: è utile a noi, serve all'altro, rende gloria a Dio. Con Lui ogni nostra opera si ripercuote nel mondo e diventa un bene universale. Un gesto di carità e un’azione di testimonianza rischiarano le strade della vita più di ogni fiaccolata. Occorre dunque ricevere da Lui per poter donare agli altri. Piccoli e grandi, fragili e forti, Cristo passa attraverso di noi per illuminare il mondo e dare gusto alla vita.

da Vatincan insider

LA STRADA BELLA

La lancia delle beatitudini taglia in due la storia. La promessa di Gesù nel Vangelo di Matteo esalta l’umanità minore e innalza le energie delle persone più deboli. Poveri, sofferenti, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri, operatori di pace, perseguitati e insultati, tutti coloro che non vincono le battaglie e le lotterie del mondo, vengono convocati sulla via della beatitudine, cioè di una impensabile felicità. Perché? Gesù non è il giullare che irride i potenti ma in fondo li invidia. Egli va dentro il cuore dell’uomo e vi scopre quelle verità che un’autentica esperienza di vita rende evidenti. ...continua a leggere "Beatitudini"

Lettera ad uno studente universitario 

di Flannery O’Connor 

Credo che tua esperienza di perdere la tua fede o, come credi tu, dell’averla già persa, sia un’esperienza che, alla lunga, appartiene alla fede; o almeno può appartenere alla fede se la fede è ancora un valore per te, e lo deve essere, altrimenti non mi avresti scritto queste cose. Non vedo come il tipo di fede richiesta ad un Cristiano che vive nel ventesimo secolo possa esistere se non fondata su questa esperienza di incredulità come quella che tu stai ora attraversando. È una situazione di sempre, questa, non solo del ventesimo secolo. Pietro ha detto: “Signore, io credo. Aiutami nella mia incredulità”. È la più naturale, più umana e più straziante preghiera del Vangelo, e io penso che sia la preghiera fondamentale della fede. Come matricola all’università, tu sei bombardata da nuove idee, o piuttosto frammenti di idee, nuove teorie, un’attività di vita intellettuale che è solo all’inizio, ma che sta già sopravanzando la tua esperienza vissuta. E tu, reduce da un anno simile, pensi che non puoi più credere. ...continua a leggere "Perdere la fede all’Università"

Storie di risurrezione

Non so se i soccorsi all’albergo sommerso e distrutto dalla valanga di neve e dal terremoto siano arrivati in ritardo. So di aver visto uomini che si sono faticosamente aperti una strada dentro sotto e sopra la neve, e hanno camminato per ore sferzati dal freddo, con la forza e la tenacia di chi va salvare il proprio figlio. Un papà, ospite all’albergo, uscito in cerca di qualcosa, era rimasto indenne; quale angoscia quando moglie e due figli sono rimasti sepolti nella rovina dell’albergo! Commentiamo l’episodio con le persone che leggono insieme il Vangelo ogni settimana e un anziano signore sbotta: “Quanta felicità ha provato quando ha rivisto i suoi tre tesori! Se prima non avesse patito così tanto non sarebbe stato così felice”. E per quelli che pensavano di rimanere sepolti sotto la neve e si sono ritrovati vivi e sono stati salvati, cosa sarà stata la gioia della vita, la gioia dell’abbraccio; per la mamma che sospinge fuori dal buco di neve i suoi figli. Uno strano gioco di fatti e di sentimenti prende il cuore. I monaci di Norcia, pure coinvolti nel terremoto, scrivono: “Soprattutto le nostre preghiere sono con quegli uomini e quelle donne che soffrono sotto le macerie, e con le persone che cercano di salvarli. Portando i novizi in viaggio a Monte Cassino, abbiamo celebrato la messa presso la tomba di san Benedetto, sull'antico sito già distrutto tre volte nel corso dei 1500 anni di storia. La grande chiesa ricostruita da zero dopo la seconda guerra mondiale era vuota e silenziosa…”.
Che cosa rende il cuore lieto, che cosa rende le mani forti, che cosa rinnova la speranza? ...continua a leggere "la vita dall’albergo sotto la neve"

Condivido il commento mandatomi da una persona amica, sul libro:
“DALLA LITURGIA VISSUTA , UNA TESTIMONIANZA”

Finalmente ho iniziato a leggere questo libro.
E’ da qualche settimana che stazionava sul tavolino del salotto. Stretta da impegni di vario tipo e forse anche pregiudizialmente convinta che fosse un saggio su “un già saputo” e magari complicato e noiosetto, aspettavo un momento di quiete per leggerlo. Ho iniziato dal capitolo sulla Messa. Che sorpresa! Altroché il già saputo, man mano che procedevo si ridestavano in me un’attenzione ed una consapevolezza verso la liturgia eucaristica riproposta in tutta la sua novità ed attualità per la mia vita. Non ho proseguito subito con il testo , ma ho riletto più volte lo stesso capitolo, quasi a voler consolidare questo sguardo nuovo sulla liturgia , dove il Mistero si fa presente.
Che Grazia , partecipare alla Messa con una coscienza nuova! Persino le parole iniziali “ Nel nome del Padre…”, ripetute migliaia di volte, sono diventate nuove:         un sì al Signore, il sì della certezza che tutte le cose sono sostenute da Lui, sono nel suo nome. Anche tutte le altre parti della Messa sono “vissute” in modo più reale, più concreto, più bello, come un vero paradigma della vita, della mia vita.                  E’ un’incredibile ricchezza che mi aiuta tenere lo sguardo verso Dio.

Cos’è la liturgia:
- il livello espressivo della presenza del Mistero di Dio
- la continuità della incarnazione del Signore Gesù
- l’intensità massima dell’esprimersi della Chiesa
- il termine di paragone della vita dell’uomo

Concretamente:
- Prima l’ascolto (e lo sguardo): La liturgia è il libro dei poveri di spirito, di coloro che non inventano parole. La liturgia è ciò che il popolo cristiano fedele segue, ripete, risponde.
- Il gesto più importante di tutta la storia del mondo è la morte e risurrezione di Cristo
Nella nostra vita questo gesto è la Messa  

Ogni pagina del libro e ogni ‘passaggio’ liturgico presentato in questo libro,                 è un invito a prendere sul serio gesti e parole della celebrazione

 

Ecco un tratto dalla PRESENTAZIONE di Francesco Braschi:

"Nel suo senso più vasto la liturgia è l’umanità resa consapevole dell’adorazione a Dio come supremo suo significato, e del lavoro come gloria a Dio» (vedi qui, p. 25). È da una simile ampiezza di orizzonte che dobbiamo partire, se vogliamo accostarci con una reale consapevolezza del suo senso e del suo valore a questo testo di don Giussani, che possiamo definire allo stesso tempo sintetico e fondamentale.
Il carattere sintetico del libro risiede non solo nella circostanza della sua genesi (come recita la Nota alla prima edizione, si tratta di «rapidi appunti» raccolti da conversazioni tenute nell’arco di otto anni, dal 1965 al 1973), ma soprattutto nell’intenzione che ne sta all’origine."

 

DOVE SCORRONO LE ACQUE

Fin dove arrivano le acque del fiume Giordano? Lente e sinuose come quelle di un vecchio serpente troppo stanco, non avrebbero la capacità di sussultare e zampillare e finirebbero ancora a riversarsi nella grande salina del Mar Morto.
Invece quelle acque sono state toccate dal guizzo di un fulmine. Una corrente di vita le ha pervase e nuovamente agitate e hanno percorso i sentieri della storia. La voce del Padre ha identificato in un uomo il suo Figlio Unigenito, il volo dello Spirito ha fatto vibrare un’aria che non si è più placata. Il fiume è andato a fluire dentro altre sponde: Pietro e gli altri undici battezzano nel giorno di Pentecoste, il diacono Filippo e lo straniero etiope, ancora Pietro e il romano Cornelio con la sua famiglia, attraversando secoli di persecuzione e secoli barbari, formando personalità ben robuste nella fede e labili cristiani che cedono di fronte alla paura, ...continua a leggere "Battesimo del Signore"