Vai al contenuto


ACCADDE - ACCADE

Non so in quante omelie natalizie e post-natalizie è stato citato il presepio che Papa Francesco ha reso famoso in un’udienza del mercoledì, nel quale Maria finalmente si riposa e Giuseppe tiene in braccio il Bambino. E’ appena un’immagine che segue la moda dei tempi, sull’onda di un facile femminismo? Non pare, visto che la tradizione pittorica riporta una miniatura di un libro d’ore del 1450, con Giuseppe seduto a terra che tiene in braccio il Bambino in fasce e Maria che legge e prega seduta sull’alcova. Non è l’unica immagine di Giuseppe attivo, prima di vederlo nella bottega del lavoro di falegname accanto a Gesù adolescente. Il presepio entra nelle nostre case con immagini splendenti del mistero dell’incarnazione che viene a raggiungere, sostenere e consolare tutti i nostri giorni. Non lo scopriamo solo attraverso gli occhi dei bambini spalancati sulle statuine e sui paesaggi, non distratti nemmeno dai regali e dai giochini al cellulare. ...continua a leggere "NELLA LUCE DEL NATALE"

CHI SEI TU?

Chi sei Tu o Cristo, cui nulla è estraneo? Sei preso come personaggio da videogioco e spunto per un simpatico film comico sulla tua nascita. Chi sei Tu per me e chi è Costui per gli altri? Nel bene e nel male, nel dramma e nel gioco, nelle sofferenze e nelle gioie Tu, Gesù di Nazareth sei presente. Sei nato anche per chi non ti riconosce. Ci doni la libertà di trastullarci con te nel mondo virtuale e di amarti o rifiutarti nel mondo reale. Attraversi i cuori delle persone e percorri i sotterranei della storia, amato e odiato, imitato e disprezzato, accolto e rigettato. Esaltato nel panorama di bellezza generato e cresciuto in due millenni.      ...continua a leggere "Natale vivo"

Carissimi amici,

vi riferisco la testimonianza degli amici di Pellestrina.                                                      Quest'anno non possono fare la Colletta Alimentare in isola per le difficoltà delle famiglie e perché il Supermercato non è a pieno regime dopo l'acqua alta.                Allora i volontari di Pellestrina andranno a fare la Colletta al Lido.
È un bel segno per tutti noi, per partecipare oggi, come possiamo, alla Colletta Alimentare.

Ciao!                                                                                                                                          Grazie a chi vorrà comunicare la sua testimonianza: angelobusetto@alice.it

PELLESTRINA:
COSE PERDUTE, VOLTI SALVATI

Oggi – giovedì 13 novembre - ho passato l’intero pomeriggio a Pellestrina. Due giorni fa qui c’è stato il finimondo. Insieme con il vescovo di Chioggia, Adriano Tessarollo, il parroco dell’isola e tre altri sacerdoti, camminiamo per la via interna che percorre l’isola tutta intera, lì dove si apre la fila delle case che guardano la laguna: dalla chiesa di Ognissanti, la principale, alla chiesa di sant’Antonio, passando per il santuario della Madonna dell’Apparizione e il ‘capitello’ nei pressi della Remiera.
Casa dopo casa, tratto di strada dopo tratto di strada, la gente è qui, dentro casa, sull’uscio o sul selciato, uomini e donne, giovani: puliscono, lavano, scelgono, trascinano oggetti – frigoriferi, poltrone, divani, sedie, intrecci di materiale vario – li depositano sulle piazzolle o li addossano al muretto che percorre la laguna. Molte persone riconoscono il vescovo e i preti che sono nati qui. Strette di mano, qualche parola, uno sguardo, un sorriso. I volti sembrano fatti a strati, dicono la paura, l’energia, la speranza; affiorano rossore, rabbia, voglia di ricominciare; qualche volto lavato di pianto. Ieri a quest’ora le case erano tutte ancora sott’acqua, acqua salata che per lunghissime sedici-diciotto ore ha imbibito cucine e poltrone, mobili e tavoli di lavoro. Le pompe che dovevano ributtare l’acqua in laguna non hanno funzionato e vediamo ancora all’opera i pompieri, venuti da Vicenza e Padova; mentre liberano pozzetti intasati, sperimentano essi stessi la solidarietà della gente di questa striscia di terra tra mare e laguna, accolti come fratelli a cui offrire un pasto caldo e un caffè anche in situazione di emergenza. Come il 4 novembre del 1966? ...continua a leggere "La visita del Vescovo a Pellestrina"

DOLCETTI E PALLONCINI
Tra una chiacchiera e un’altra ci raccontiamo la vita con il mio
amico Mario. Lui mi spiega che il giorno dei santi fa una festa
con tutti i nipotini comprando dei palloncini colorati e scrivendo
su ognuno il nome di un nipotino. Una bella festa allegra tra parenti, piena di molti bambini con i loro genitori. Tra dolcetti e palloncini
colorati i bambini si divertono mentre i genitori e nonni raccontano in
breve le storie del santo di cui portano il nome.
Questo fatto mi ha dato una idea! Il pomeriggio del 31 ottobre ho lavorato. Nel mio negozio sono entrati molti bambini mascherati per la festa di Halloween, accompagnati dai genitori quelli più piccolini, mentre
quelli più grandicelli da soli o insieme a qualche amichetto. Ad ognuno
dei bambini ho consegnato una caramella e assieme a quella anche un
palloncino colorato dicendo di gonfiarlo il giorno dopo scrivendo il proprio nome sul palloncino per festeggiare il giorno dei Santi. Erano tutti
contenti e stupiti dell’aggiunta di questo regalino alla solita caramella.
Un bambino di circa dieci anni si rivolge al suo compagno dicendo:
“Che bello!! In questo negozio la festa è doppia. Ci hanno dato una caramella per Halloween e un palloncino per i santi. Così possiamo fare
festa anche domani!” In quel momento ho sperimentato che il cristianesimo è davvero il centuplo. Cristo non censura nulla e permette di
valorizzare tutto l’umano, ogni festa e ogni occasione che ci è data. Ho
imparato a chiamare per nome ciascun bambino che entrava in negozio, e loro erano contenti di essere guardati uno per uno. Non erano più
volti anonimi mascherati ma volti di bambini a cui Dio aveva pensato
fin dall’eternità e che avevano un proprio nome. Ognuno di quei piccolini ha incrociato per un attimo la mia storia che è diventata più ricca.
Oggi posso pregare per Gioia, Agata, Riccardo, Mattia, Gianmarco e
molti altri. I santi che sono in paradiso e noi che stiamo percorrendo la
strada verso la santità, oggi primo novembre facciamo festa assieme.
Cielo e terra in un’unica festa d’amore con Cristo splendente del volto
del Padre nello Spirito Santo. Da Halloween ai santi in un salto di eternità nell’umanità. Grazie al mio amico Mario e grazie a tutti quei bambini che ho conosciuto anche solo per un istante di vita!
Chioggia, 1/11/2019 Una mamma lavoratrice

Nuova Scintilla, 10.11.2019

UNA CHIESA ALL'APERTO

Non è un passaggio dalla spiaggia alla Chiesa, dalla tenda alle mura. D’estate si vive all’aperto, con i ragazzi in piazza e in cortile, i campiscuola per giovani e ragazzi e le vacanze per famiglie in montagna e i giri dei pellegrinaggi nei luoghi della fede, dell’arte, della natura. Il mondo è grande, ricco di paesaggi e di opere disegnate dai venti e dal mare e trasformate e addomesticate dall’ingegno umano. Si scopre un’umanità variegata, e spesso anche una fede vissuta che produce opere di bellezza e apre nuovi rapporti di amicizia e carità.  Quando i viaggi e le uscite dell’estate si esauriscono e le comunità rientrano nei ranghi delle usuali programmazioni, non è come il rientro delle pecore all’ovile dopo la trasmigrazione estiva. Non ci rinserriamo nel chiuso degli oratori e dei luoghi di preghiera, nelle trattative dei consigli parrocchiali e della preparazione del catechismo.  Respiriamo la regolarità dei consueti appuntamenti per la preghiera e la liturgia e ritroviamo la letizia dell’incontro con le ‘solite facce’.  Ma nella ripresa delle attività consuete e nell’intreccio degli avvenimenti, percepiamo il flusso di un sangue nuovo.                 Lo stimolo dell’estate fa nascere una rinnovata voglia di incontrarsi e di condividere. Càpita di mettere nella rete dei rapporti consolidati le letture fatte, le persone incontrate, le conoscenze acquisite, l’esperienza di fede vissuta e incontrata.   Ecco l’occasione per cui qualche decina di persone si rimette alla ricerca del contenuto del mistero cristiano inerpicandosi fino alla vetta che fa scorgere l’intero panorama di Dio e dell’uomo  Ecco i preti lanciati in un inedito esercizio di programmazione dell’azione pastorale, il cui esito migliore non sta nel progetto prospettato, ma nello stile dello scambio e della condivisione. Ecco una ripresa del cammino cristiano con la domanda cruciale: “Chi è Costui?”. Dopo avere riconosciuto l’identikit di Gesù nelle pagine del Vangelo, ne scopriamo il sussurro nei fatti della vita, e ne sperimentiamo la presenza che risponde alle domande del cuore. Perfino un ateo garantito come Houellebecq, dopo pagine e pagine di ‘Serotomina’ sommerse dall’equivoco e dalla dissipazione, emerge sul filo di una imprevedibile scoperta: “In realtà Dio si occupa di noi, pensa a noi in ogni istante, e a volte ci dà direttive molto precise… E oggi capisco il punto di vista di Cristo, il suo ripetuto irritarsi di fronte all’insensibilità dei cuori: hanno tutti i segni e non ne tengono conto”.  Nel percorso della vita e nella compagnia degli amici, i segni diventano evidenti come i colli sull’orizzonte quando il vento spazza la nebbia. Il cammino al vero è l’esperienza della compagnia

 I VOLTI E GLI SGUARDI

“Ho visto i mosaici di Monreale nella mostra spiegata da Samuele: bellissimi!”, racconta l’amico al gruppetto che incrocia nei giri della Fiera di Rimini. “E noi abbiamo visto quella meraviglia dell’Ospedale degli Innocenti presentato da Mariella Carlotti”, replicano quelli. Due altri hanno partecipato a un incontro sulla funzionalità del cervello, scoprendone le relazioni al suo interno e in rapporto a tutto il corpo umano. Vedremo insieme la mostra sull’incontro tra San Francesco e il sultano.
Il Meeting si dipana per i padiglioni in un intreccio di voci, di immagini e di sguardi. Ogni giorno ne percorri un frammento e l’indomani scopri nel ‘Quotidiano Meeting’ e in altri giornali quante ti sono sfuggite o avevi appena intravvisto: l’esperienza di Rose Busingye che attraverso l’associazione Avsi ha creato in Uganda una scuola modello per la formazione di giovani che formano il nuovo volto dell’Africa; gli incontri tra medici, farmacisti, imprenditori, ricercatori; la presentazione di libri con i rispettivi autori, come Daniele Mencarelli e Marina Corradi, o con gli studiosi di Flannery O’Connor e Elena Bono; le proposte artistiche, con le foto di Tony Vaccaro e le performance di pittori in presa diretta e via di seguito.
“Il tuo nome nacque da ciò che fissavi”: è il titolo del Meeting. Il nome, il volto, il cuore della Veronica, nacque dal volto di Cristo che la donna fissò e asciugò sulla via del Calvario. La realtà dei volti, l’evidenza delle cose, l’accadere dei fatti non sono treni in corsa che ti corrono davanti senza lasciare traccia, ma stendono pennellate di colore e depongono tracce di vita in chi guarda, ascolta, incontra. Al Meeting percorri le vie di un mondo grande, penetri nel senso dell’esistenza di persone che hanno intensamente vissuto, come il giapponese Paolo Nagai vittima della bomba di Nagasaki e protagonista di una rinascita cristiana in Giappone, o la giovane Hetty Hillesum che continua a parlare dalle lettere e dal diario al di là della sua offerta sacrificale nel lager.
Il nostro cuore è il campo descritto dalla parabola del buon grano e della zizzania, presentata in varie tornate dai seminaristi e sacerdoti della Fraternità San Carlo. La semente, buona o cattiva, fa maturare il campo del cuore nel bene o nel male. Che cosa crescerà nel cuore dei bambini che nello ‘spazio ragazzi’ vedono rappresentare il Vangelo da quattro splendide ragazze che impersonano la Veronica, la Samaritana, la Maddalena, Elisabetta? Quale fascino di Cristo comincerà a brillare nella loro mente e a fiorire nel loro desiderio?
Il Meeting è uno scambio di sguardi, di incontri tra persone che vivono e operano, un concentrato di umanità che raccoglie un mondo in costruzione. Nell’incontro con l’altro, con gli altri, nasce il nostro nome e ciascuno ritrova se stesso. Perché la semente gettata nel campo della vita cresca come grano e diventi buon pane per tutti.

È il programma della festa della Madonna dell'Apparizione a Pellestrina, Venezia.
Noto in particolare:

  • domenica 28 luglio:  lo spettacolo              I DUE DI EMMAUS
  • la testimonianza di lunedì 29 luglio          tutti e due  sul piazzale del Santuario ore 21.
  • Martedì 30 luglio pellegrinaggio da Santa Maria del Mare al Santuario: ore 18.30 Messa, ore 19.30 partenza, sosta alla casa di Natalino verso le 21.
  • Orario del vaporetto da Chioggia:
    dalle 16 alle 19 ogni mezz'ora, poi 20 - 20,55 ecc.
    Orari da Pellestrina in serata: 20,30 - 21, 20 - 22,15 - 23,15 ecc.
    CIAO!!

 

Il pretesto è un articolo di giornale che riprende l’ipotesi delle tre donne concentrate in un’unica Maddalena: l’adultera salvata dal linciaggio, la donna che profuma i piedi a Gesù e li asciuga con i suoi capelli, la Maria di Magdala sotto la croce e al sepolcro. L’occasione è un incontro tra amiche, proprio nella festa di Maria Maddalena. Non le convince l’ipotesi di cui sopra: “Tutti scrivono sempre le stesse cose sulla Maddalena. Pare che l'unico problema sia scoprire se la Maria dei tre episodi era sempre lei. Che cosa mi colpisce di più della Maddalena? Non la resurrezione o che Cristo l'abbia liberata dai demoni, ma che è rimasta sotto la croce.” Così dice la prima intervenuta. E prosegue: “Gesù, non credo avrebbe resistito se non avesse avuto sua Madre e quei pochi amici lì sotto. Si sentiva abbandonato anche dal Padre, invece loro fisicamente erano lì sotto e Lui li vedeva. Gesù ha dato la vita avendo davanti quei volti e così ha potuto donare la vita per tutti.” Rèplica un’amica: “Deve essere stato tremendo stare sotto la croce, eppure la Maddalena non poteva staccarsi da Cristo neanche in quel momento in cui poteva benissimo tirarsi fuori come gli apostoli.”

Interviene una terza: “Credo che potesse annunciare la resurrezione solo chi aveva visto morire Cristo con i propri occhi. Certo Gesù poteva dare quel compito a Giovanni, ma una donna ha un cuore diverso. Comunque Giovanni è stato il primo ad arrivare al sepolcro anche se ha aspettato Pietro. Era tutto teso a Cristo anche Giovanni.” Una interlocutrice ricorda di aver letto in un libro scritto da una donna che solo le donne sanno prendersi cura del corpo, perché custodiscono un corpo per nove mesi nel grembo; aggiunge: “Ecco, per questo io credo che Maddalena si sia presa molto cura di Cristo anche nel momento della deposizione e della sepoltura e dopo è andata al sepolcro con gli unguenti. Ma si può avere cura di Cristo, di Dio? Può sembrare assurdo, perché è Dio che si prende cura di noi. Eppure credo che il compito di ogni donna e mamma sia di avere cura di Dio, avere a cuore Dio!”
Si finisce con leggere insieme il brano del Vangelo sulla resurrezione annunciata dalla Maddalena. Con commozione. “Come lei quel giorno, quante volte abbiamo cercato in lacrime il Signore domandando dov'era, e quante volte Lui si è fatto riconoscere. Quante volte credevo di aver perso il mio Signore, che mi avesse abbandonata e invece poi m’ha chiamata per nome. Quante volte ho raccontato agli amici di aver incontrato Cristo e poi l’hanno visto anche loro e l’hanno testimoniato a me. Quante volte ancora potremo dire "Rabbuni! Maestro caro!" come la Maddalena.”