5 marzo 2022 - Un Ritiro di Quaresima, Don Angelo Busetto
IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO: UNA VITA NUOVA
Canto. A.Mascagni: Al mattino – Chiara Voli
foto: Battistero Laterano, Roma
Contesto:
+ Inizio della Quaresima. Inizio del cammino verso il Signore. La vita cristiana è sempre un nuovo inizio, come il sorgere del sole ogni giorno. Si inizia dallo sguardo: così iniziano ad apparirci le cose, le persone, il cammino, il senso della vita. Ogni giorno ‘iniziamo’ ad andare verso il Signore che si manifesta a noi. Un cammino non solitario ma accompagnato da tutta la Chiesa, con il suo passato e il suo presente. Teniamo sullo sfondo il Messaggio del Papa. “Non stanchiamoci di fare il bene” e il Messaggio dei vescovi: “Conversione all’ascolto”.
+ La situazione del mondo. La guerra in Ucraina. Il sollievo ‘dopo’ la pandemia…
Introduzione
Abbiamo percorso un ‘buon cammino’ alla ‘scoperta’ o riscoperta dell’organismo sacramentale.
- Abbiamo ripulito gli occhi per guardare il mondo e tutto l’universo grande e piccolo come ‘segno-sacramento’ che porta l’orma di Dio e induce alla lode e al ringraziamento.
- Cristo si svela come sacramento primordiale, fontale; sacramento ‘totale’, che nella sua forma umana contiene e rivela, nella vita e nelle opere e parole, la presenza di Dio, e la rende attiva ed efficace per noi e per tutti.
- La Chiesa, nella sua vita e nella sua globalità, è ‘sacramento di Cristo’: Cristo risorto, nel dono dello Spirito, è presente e attivo, si manifesta e si dona nelle azioni compiute dalla Chiesa, in particolare quelle che specifichiamo come ‘i sette sacramenti’.
Questo accade anche oggi. E’ possibile annunciarlo e viverlo oggi.
Nel dicembre scorso, in un ritiro agli universitari, il sacerdote, Xavier Prades, diceva:“Duemila anni fa, la nuova vita era stare con la sua presenza. Oggi la vita nuova è stare con Lui, quindi con coloro che, afferrati da Lui, segno di Lui, sono testimoni di un altro mondo in questo mondo. L’umanità nuova di Gesù ha trapassato i secoli, ha retto l’urto del tempo, fino a rendersi sperimentabile nelle aule e nei chiostri delle nostre università…” (Tracce gennaio 2022 p 34 e 32).
Fino a scoprire una puntuale coincidenza dei sacramenti con il percorso delle tappe della nostra vita, tappe che segnano la nostra storia personale, quella della nostra famiglia, della nostra parrocchia, del nostro mondo. Nei nostri ambienti, nelle nostre parrocchie, ancora, togliete i sacramenti dalla vita di una persona, di una famiglia, di una parrocchia, che cosa resta? Togliete le celebrazioni sacramentali dalle nostre chiese, dal paesaggio delle nostre città e paesi, che cosa resta?
E’ stato ed è forse ancora un poco il dramma vissuto in questi anni a causa della pandemia: la riduzione delle celebrazioni e della partecipazione della gente alle azioni sacramentali – dai battesimi ai matrimoni – produce una desertificazione della fede… Intanto rimane la silhouette dei campanili, la forma delle chiese e il loro ristoro…
Possiamo notare che tutto il mondo si esprime nei termini di una sorta di liturgia laica, ha bisogno di segni espressivi, partecipati insieme e comunicati ad altri. Sono da ricordare l’insediamento di Mattarella nel secondo giro della sua elezione a capo dello Stato; le coreografie che circondano lo sport, olimpiadi di Tokio e invernali di Pechino; la cosmografia del festival di San Remo. Una visibilità multicolore, fino ad essere ‘aggressiva’, a schiacciare il telespettatore, o volere imporsi…
La ‘forma’ del sacramento è discreta, e noi siamo spesso tentati di sovraccaricarla di altri elementi, fin quasi a nasconderla di fiori e di elementi accessori, impedendole di esprimersi nella sua essenzialità.
I sette sacramenti
+ Anche oggi il passaggio del Signore percorre le vie dell’udito e dello sguardo, attraverso la sensibilità provocata dall’esterno. Ancora ‘quello che abbiamo visto e udito’, che vediamo e udiano! Questa è la via che il Signore percorre attraverso i sacramenti della Chiesa, che visualizzano, ‘materializzano’ la sua presenza e azione sulla linea della incarnazione.
Cristo ci incontra oggi nei sette passaggi fondamentali della nostra vita. Sette, un rapporto ‘compiuto’ al di là della esattezza numerica, visto che due sacramenti, battesimo e cresima, si possono assommare; anche confessione e unzione degli infermi hanno analogie...
Non possiamo ridurci alla sola vita ‘interiore’, al Signore nell’anima, nel cuore, che potrebbe perfino decadere nell’intimismo e nell’interiorismo solitario, se fosse vissuto in alternativa alla vita sacramentale. Gesù ha percorso e ancora percorre le strade del mondo. Il Verbo si fa carne, si immerge nella vita umana, muore e risorge, manda il suo Spirito, vive nel corpo sacramentale della Chiesa e viene a esprimersi nelle azioni sacramentali.
Il Battesimo, nuova vita per il mondo
+ Il Battesimo corrisponde alla nascita. La nascita è l’imprinting che determina il senso ultimo, compiuto della nostra fisionomia. Chi nasce? Un uomo, una donna, proprio con la nascita, fin dalla nascita svela il senso del suo vero essere, ne pone la semente che cresce fino alla piena realizzazione. Quell’uomo lì, quella donna lì e non altri, nonostante tutti i tentativi di cambiamento provocato con i mezzi più invasivi. Per tutti esiste un’unica vocazione e un’unica strada essere e vivere come figlio: tutti siamo figli.
+ Il Battesimo di Gesù al fiume Giordano è il fondamento – cioè l’origine, la sorgente del grande fiume - del Battesimo nella Chiesa. I due momenti del Battesimo di Gesù al Giordano:
-la liberazione del peccato nell’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.
-la dichiarazione di figliolanza e il dono dello Spirito Santo:la voce del Padre, il volo della colomba.
Nel Battesimo al Giordano Gesù prende coscienza piena di sé nella pienezza della sua maturità umana, e ‘decide’ per la missione.
+ E tuttavia Gesù parla di un ‘altro Battesimo’ nel quale Egli dovrà immergersi, quello della Passione-Morte-Risurrezione. Il suo ‘battesimo d’acqua e di spirito’ si esprime e si attua nella sua stessa vita, fino alla passione-morte-risurrezione. La corrente del Giordano continua a scorrere nella sua esistenza e viene a irrigare la nostra esistenza.
+ Segue un altro Battesimo per tutti noi, in Spirito Santo e fuoco, come lo definisce Giovanni Battista. Gesù lo determina in questo modo:
“E Gesù, avvicinatosi, disse loro: ‘Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo’”. Matteo 28,18-19.
+ Abbiamo l’immagine dei Battesimi ai quali abbiamo partecipato:
Bambini appena nati, quel ragazzetto che ha cominciato a partecipare al catechismo senza essere battezzato e chiede il battesimo insistendo con i genitori. I battesimi degli adulti la notte di Pasqua. O i battesimi in missione, nei territori delle nostre missioni. Testimonianze di conversione che giungono alla richiesta del Battesimo.
“PUÒ UN UOMO NASCERE DI NUOVO QUANDO È VECCHIO?”
Dal Cardinal Scola: Orazione di Colletta: «Dio, nell’acqua del Battesimo hai rigenerato coloro che credono in te». La rigenerazione che salva avviene solo nel presente. “l’amata persona di Cristo, presente qui ed ora, sta rigenerando, sta salvando proprio me, proprio te qui ed ora. Sono io, sei tu il rigenerato, «l’uomo nuovo di cui Cristo parlava a Nicodemo, l’uomo che nasce dall’alto: dall’alto, cioè dall’Altro!» «Si tratta realmente di una “concezione” di sé, di una concezione generata dal riconoscimento e dall’accettazione dell’Altro come l’attrattiva che mi costituisce»
Doppio significato della parola concezione: nel Battesimo ogni uomo è concepito di nuovo come figlio nel Figlio; da qui ha origine per lui una nuova concezione di sé. Benedetto XVI: «“Io, ma non più io”: è questa la formula dell’esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo, la formula della novità cristiana chiamata a trasformare il mondo» Verona, 19.10.2006).
Anche dopo tanti anni di cammino cristiano percepiamo l’urto, di queste affermazioni di radice paolina, pur nella nostra distratta abitudine. L’uomo è concepito come cristiano nel Battesimo”.
La Nascita alla fede: il Battistero lateranense
Il Battistero lateranense, adiacente alla Basilica di San Giovanni in Laterano, conosciuto anche come San Giovanni in Fonte, è il primo Battistero costruito subito dopo la libertà di culto concessa ai cristiani nel 313 d.C. dall’imperatore Costantino. Sorge su un impianto termale di epoca romana (fine II sec. d.C.), facente parte di una delle ville romane che sorgevano in questa zona.Fin dal primo secolo, a Roma, i battesimi si celebravano in prossimità di sorgenti o acque correnti; Tertulliano, avvocato romano del II sec. d.C., convertitosi al cristianesimo, ci informa che Pietro a Roma battezzava nel Tevere (cfr. De baptismo 2,3).
Nell’arco di circa trecento anni, nell’impero romano si erano avute ben dieci persecuzioni cruente contro i cristiani. Proviamo ad immaginare l’esultanza dei cristiani del IV secolo quando, finalmente, poterono professare la fede nel Signore Gesù e battezzare i propri figli senza essere perseguitati. L’imperatore Costantino fece costruire il Battistero a forma circolare, che venne inaugurato in un anno tra il 320 e il 325 d. C. In seguito, Papa Sisto III (432 – 440) cambiò la forma in ottagonale. Nell’architettura romana l’idea del cerchio rappresentava la perfezione: i mausolei avevano forma circolare, come il mausoleo di Adriano - Castel sant’Angelo.
La forma ottagonale rappresenta il giorno della Risurrezione; Gesù Risorto appare agli Apostoli all’ottavo giorno, “il primo dopo il sabato” (Gv 20,19). Con il battesimo si entra nel nuovo tempo, inaugurato dalla Risurrezione di Cristo. L’ottavo giorno è anche il giorno della nuova creazione, dove l’uomo viene introdotto nella vita eterna.
I catecumeni pronunciano la triplice formula di rinuncia alle tentazioni, al peccato e al diavolo. Segue il triplice assenso con la parola: “credo”: il catecumeno esprime la fede in Dio Padre creatore, in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio, nello Spirito Santo, e si affida alla Chiesa.
I catecumeni si voltano ad occidente per la rinuncia a Satana e poi verso oriente per la professione di fede. Ad ovest il sole tramonta, ad est il sole sorge: la vita nuova del figlio di Dio.
Il battesimo avviene per immersione. Rivestiti delle vesti bianche, dopo l’invocazione dello Spirito Santo, ricevono la cresima. I neofiti escono dal Battistero per entrare in basilica e celebrare l’Eucaristia. Il rito del Battesimo avveniva durante la notte di Pasqua.
Papa Sisto III, su ogni lato dell’architrave, iscrive una catechesi in otto versi sul battesimo:
“Nasce da questo seme divino un popolo da santificare
che lo Spirito fa nascere da quest’acqua fecondata.
Immergiti, peccatore, nel sacro fiume per essere purificato.
L’acqua restituirà nuovo quello che avrà accolto vecchio.
Non c’è più distanza tra coloro che rinascono,
una sola fonte, un solo Spirito, una sola fede (li) uniscono.
La madre Chiesa partorisce verginalmente in quest’acqua
i figli che concepì per ispirazione di Dio.
Se vuoi essere innocente purificati in questo lavacro
sia che ti opprima la colpa paterna (di Adamo), sia la tua.
Questa fonte è la vita e lava tutto il mondo,
prendendo principio dalle ferite di Cristo.
Sperate nel regno dei cieli voi rinati a questa fonte.
La vita felice non riceve coloro che sono nati una sola volta.
Né qualunque numero o forma dei propri peccati atterrisca:
chi è nato a questo fiume sarà santo”.
La Madre Chiesa
Avendolo ricevuto da bambino, il Battesimo fiorisce in una nuova concezione di vita quando avviene l’incontro personale con Cristo nella Chiesa, riconosciuta come la Madre che ci ha generato. Questo incontro rende persuasiva la grazia del Battesimo e dell’istituzione ecclesiale e ci induce ad acconsentire e a collaborare. E’ bello e utile riconoscere e ricordare il quando e il come di questo incontro personale, per continuare a restarvi fedele.
Questa grazia non viene posseduta come si possiede un oggetto. Non è una cosa, ma un rapporto vivo con Cristo che si rinnova nel cammino insieme con altre persone, nelle occasioni della vita, tra slanci e cadute, nella fedeltà di Dio che sempre ci insegue. «Come può nascere un uomo quando è vecchio?» (Gv 3,4); o «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?» (Gv 6,60). La Chiesa continua ad accompagnarci con la sua vita, la sua azione e parola, le sue testimonianze.
L’uomo di oggi
Giussani: Come può l’uomo di oggi credere e riconoscere Cristo come il Salvatore, cioè rinascere dall’alto, dall’Altro, l’uomo post-moderno, tentato di cercare la salvezza nelle strabilianti scoperte delle tecnoscienze in campo evolutivo, biologico, neuroscientifico?
L’unica condizione, anche nell’attuale frangente storico resta l’incontro con testimoni di una umanità redenta, perciò piena e conveniente, quindi ben radicata nella post-modernità, nel lavoro, nelle condizioni della vita di oggi.
Vivere da uomini redenti non significa essere impeccabili, ma “amare la vita nuova” perché riconosciamo di essere amati da Colui che ci ama per primo. «Deus prior dilexit nos», dice Agostino. Avere coscienza di una novità presente nella vita, e desiderarla con intensità.
L’uomo nuovo si riconosce dall’unità della sua persona: una persona unita in se stessa: non divisa tra dentro e fuori, fra un ambiente e un altro, fra una mansione e un’altra, fra un’età e un’altra: un’unica vocazione, un’unica vita. Non è questione tanto o soltanto di coerenza morale, che è il miracolo che solo Dio può compiere in noi, ma di fedeltà all’ideale, coscienza di appartenere a quell’unico amore. Sono ‘io’ sempre.
L’unità della persona vive di relazioni buone. A partire da quelle primarie col papà e con la mamma, fino ad includere tutte le relazioni in cui l’uomo ri-nasce scoprendo ogni volta, anche dopo la caduta o i naufragi, il disegno buono del Dio fedele.
E’ un cammino garantito dall’autorità della Chiesa e dalla autorevolezza della comunità e delle persone che ci accompagnano. Unità dell’io, unità della Chiesa guidata dal Successore di Pietro e dai successori degli Apostoli. E unità con chi nella compagnia vocazionale, ha ricevuto la responsabilità oggettiva di guida. Un’unità che non teme la correzione…
Descrivendo la vita e la missione di Pietro, dice il Libro degli Atti: «E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti…». In questo «far visita a tutti» sono espressi l’orizzonte e la natura propria della missione della Chiesa e di ciascuno. Il cristianesimo è l’avvenimento di un uomo nuovo che per sua natura diventa un protagonista nuovo sulla scena del mondo.
La novità di vita introdotta nel mondo con il Battesimo: dignità della persona, uguaglianza di dignità tra le persone, riconoscimento tra persone, comunità, popoli, carità, perdono…
L’esperienza del rinascere continuamente: Tarkowski
“Tu lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco e non ce la fa più. E d'un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno - uno sguardo umano - ed è come se ti fossi accostato a un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice.”
Canto - Anima Christi salva me - Frisina
Testimonianza
Taiwan. Il cammino di Emilia dai primi incontri fino al battesimo. Così lontana, Emilia. Viene da Taiwan e si è laureata in italiano nel giugno 2013 all’Università Cattolica di Fu Jen. Così vicina, Emilia: dal 2010, frequenta la Scuola di Comunità che si tiene presso l’università. Nel 2013, durante la notte di Pasqua, ha ricevuto il Battesimo.
Quando hai incontrato Comunione e Liberazione?
Tre anni prima. Su Facebook avevo visto le foto di alcuni compagni del corso di italiano che erano venuti con voi in Italia, al Meeting. Ho cercato informazioni su Internet e ho trovato il calendario delle attività di Cl. Tra gli appuntamenti, c’era l’incontro settimanale di scuola di comunità. Mi sono presentata. Ero nervosa, non conoscevo nessuno ma tutti mi hanno trattato con simpatia. Da allora, non ho mancato un incontro.
Che cosa ti ha attratto?
L’amicizia. Ho sempre avuto molti amici ma erano rapporti superficiali: si parlava dell’ultimo film uscito, di una borsa nuova, del tale che si era messo con la tale. Una serata allegra, quattro risate, tutto finiva lì. Durante quei nuovi incontri, ho scoperto che potevo essere me stessa, parlare delle esperienze più vere e imparare dagli altri.
Quando hai pensato al battesimo?
Nessuno me lo aveva proposto direttamente ma spesso parlavamo di Dio, di Gesù. Ancora non Lo conoscevo ma, in qualche modo, sapevo che Lui mi stava aspettando. Ricordo bene il giorno in cui mi hai chiesto se volevo venire al corso di catechismo. Ho detto sì. E il sabato pomeriggio, dopo la caritativa nella parrocchia di Tai Shan, dove insegnavo inglese ai bambini, ho iniziato a fare catechismo, con Lele e con te. Tre attività che presto sono diventate un’unica cosa: la caritativa, il luogo in cui imparavo a dare qualcosa di mio, il catechismo, dove ero io a ricevere, la Scuola di Comunità, dove condividevo la vita con gli altri.
Quando hai sentito nominare don Giussani?
A Fu Jen, con quel gruppetto di studenti, leggevamo un suo libro, Il senso religioso. Era una lettura interessante: don Giussani utilizza esempi tratti dalla sua esperienza e ti fa capire cose a cui da solo non potresti arrivare. Poi è stata la volta di Tracce d’esperienza cristiana, Il senso della caritativa. Ci sono stati i volantoni di Natale e di Pasqua. Recentemente, mi hanno chiesto di tradurre parti di un video su don Giussani e due testi sulla Fraternità di Cl.
Sono rimasta colpita da una frase che ha detto a Roma il 30 maggio del 1998: «Il protagonista della storia è il mendicante, ovvero il cuore dell’uomo mendicante di Cristo e Cristo mendicante del cuore dell’uomo». Pensavo a Gesù come a un re, un Dio onnipotente, non come a un mendicante. Poi ho capito. Gesù è colui che da sempre mi aspetta. Mentre io Lo cercavo, Lui mi stava aspettando.
Che cosa ti sorprende oggi nell’esperienza di Cl?
Mi ha sempre colpito la bellezza, quella dei canti o delle immagini, la bellezza della nostra amicizia. Da quando vivo questa esperienza, il mondo per me è come una grande casa dove ogni persona che incontro è un fratello, una sorella.
Quando a Taiwan arriva qualcuno di Cl, è come se arrivasse un vecchio amico. Nel 2011 ero in Italia, a Roma. Tu mi avevi detto di andare a trovare le suore alla Magliana. Sono arrivata davanti a casa loro, ho suonato ma non c’era nessuno. Stavo per andare via quando ho visto due ragazze: pensavo fossero studentesse, invece erano novizie. Ho detto loro che ero amica di don Paolo e don Lele, abbiamo chiacchierato a lungo. Poi abbiamo cantato, perché in Cl si canta sempre. Infine, ho insegnato loro una canzone in cinese: quando hanno scritto la traslitterazione, l’emozione mi ha fatto piangere di gioia.
Seconda parte:
Filmato su Romano Guardini: Diocesi di Trento, Zucal. La concezione cristiana della vita. Youtube, 10 min.