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Esperienza di amore

Non si può dire in prosa la poesia: sarebbe come denudare un albero. La poesia va letta e cantata, con l’onda delle parole e il rimbalzo delle cose che evoca. La poesia dice e rivela, e nello stesso tempo nasconde e rimanda. Lo si percepisce in modo più esplicito quando la poesia si riferisce all’esperienza dell’amore (ma non nasce da simile esperienza ogni poesia?). Allora l’evocazione dei sentimenti e la descrizione degli atteggiamenti non si chiudono nel cerchio delle cose definite, ma si apre a un’altra vastità, fino a spalancarsi all’infinito. L’ultimo verso di questa raccolta, pubblicata già nel 1933, annuncia: ‘…l’amore inventa il suo infinito’. E’ quasi un rimando al biblico Cantico dei Cantici, recentemente evocato da Benigni pur nell’equivoco di un amore ‘pluralista’. Qui invece, di un uomo e di una donna si tratta. Non della donna che cerca l’uomo – come nel Cantico – ma di un uomo che percepisce vicina la donna e nello stesso tempo la avverte inafferrabile e sfuggente. Pedro Salinas, nato a Madrid nel 1891, morto a Boston nel 1951, che ha avuto un’intensa vita di insegnante in varie università e di traduttore, esprime in questo ‘poema’ l’esperienza dell’amore come un avvenimento che accade e ti possiede, eppure non può essere posseduto e non ti basta. Come nei versi richiamati in copertina: “Al di là di te ti cerco. / Non nel tuo specchio / e nella tua scrittura, /nella tua anima nemmeno. / Di là, più oltre”.
Pedro Salinas, La voce a te dovuta, poema Giulio Einaudi Editore Torino 2019 pp 234 € 16,00
Angelo Busetto

Una Via Crucis per te
Nei commenti della Via Crucis si evocano spesso i mali del mondo e i peccati dell’umanità. Il dramma di Cristo si intreccia con le tragedie che percorrono la terra. Eppure, nonostante l’efficacia di certi commenti, si rischia sempre un poco di considerarsi fuori del percorso compiuto da Gesù, a distanza dalla sua condanna e dal suo percorso fino alla morte in croce e al sepolcro. Gesù invece ci vuole discepoli partecipi, come sua madre Maria, come il Cireneo e la Veronica, come le donne e Giovanni sotto la croce, e i tanti che nei secoli e nel presente si sono immedesimati con la sua passione. Questo nuovo testo, con i commenti di don Vincent Nagle, cappellano d’Ospedale a Milano e sacerdote della Fraternità San Carlo Borromeo, rende il lettore personalmente partecipe del percorso di Gesù, in una viva attenzione al fatto descritto dai Vangeli e rivissuto nella viva esperienza di tante persone, con racconti da Madre Teresa alla vita dello stesso autore.
Vincent Nagle, Via Crucis, Fraternità San Carlo, Milano 2020, Stampa pro manuscripto, p.34 s.i.p
a.b.

Giornali on-line
In tempo di coronavirus, molti giornali si rendono reperibili via on-line, e in alcuni casi interrompono la pubblicazione cartacea. Il quotidiano Avvenire, che continua ad arrivare in edicola o per abbonamento, si può leggere gratis nel suo sito. L’Osservatore Romano la settimana scorsa ha interrotto la stampa e si incontra solo on line. Il quotidiano della Santa Sede offre la possibilità di leggere o rileggere tutte le parole del Papa, così dense di significato e di valore nella drammatica circostanza che il mondo sta vivendo. In questi giorni è uscito anche l’allegato mensile «donne chiesa mondo», dedicato alle martiri, alle donne che, dando una testimonianza estrema di fede, non obbedendo a chi pretende l’abiura o l’abdicazione ai doveri cristiani, sacrificano la vita. Una lettura che in questi giorni possiamo mettere in paragone con la dedizione di tanti sacerdoti e suore, medici e operatori sanitari, che danno la vita accanto ai fratelli malati.
a.b.

La preghiera del pellegrino

Riprendere in mano i racconti di un pellegrino russo, la cui invocazione ripetuta ha accompagnato per decenni tanti nostri pellegrinaggi e sentieri di montagna, produce una calma emozione. “Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”. Per migliaia, per milioni di volte questa invocazione viene ripetuta da migliaia, milioni di pellegrini, ritmata sulla cadenza del respiro e sull’incedere dei passi. L’incipit del libro è famoso quasi come il manzoniano “Quel ramo del lago di Como…”: “Per grazia di Dio sono cristiano, per le mie azioni un grande peccatore, per condizione un pellegrino senza dimora del genere più umile, che vaga da un luogo all’altro”. Qui è tutta la storia del pellegrino. E pure, di pagina in pagina, il lettore si sorprende di ritrovare la vera medicina dell’anima che nasce dalla memoria continua del cuore, della mente e delle labbra, di giorno e di notte, identificandosi dapprima con il respiro e poi con il battito del cuore. Di capitolo in capitolo rimbalzano episodi, alcuni dei quali hanno il sapore dei Fioretti francescani, e rinfrancano la lettura come le soste del pellegrino nel suo lungo camminare… In appendice una ‘nota critica’ del curatore e alcune notizie biografiche dei Padri e autori citati.

Anonimo, Racconti di un pellegrino russo, Paoline, Milano 2019 nuova edizione, pp  266 € 14,00

Angelo Busetto

Come si può vivere di Gesù

Se non si vedesse scritto che si tratta di un autore di sette secoli fa, non si farebbe difficoltà a riconoscervi un testo moderno. Nicola Cabasilas nasce a Tessalonica, in Grecia, nel 1322 e muore attorno al 1397, acquisisce da giovane un’accurata formazione intellettuale, nel contesto della guerra civile per la conquista del seggio imperiale di Costantinopoli. Finalmente, rimanendo laico, si dedica a una vita di silenzio, preghiera, riflessione presso i monasteri della sua città. Proprio la sua condizione esistenziale crea lo sfondo dei suoi scritti spirituali, dai quali emana vivissimo il sapore di un’esperienza vissuta. Per Cabasilas il cristianesimo è veramente una vita nuova, una vita vissuta in Cristo. Il grande protagonista della storia e quindi anche della vita dell’uomo, è Cristo che assume tutta intera la nostra umanità, vive un’esistenza umana concreta, che viene comunicata a coloro che partecipano ai suoi misteri. I suoi misteri: vale a dire – in modo particolare – il battesimo e l’eucaristia, nei quali Egli viene a vivere personalmente in noi. E’ commovente leggere come il nostro autore passa in rassegna i segni e i gesti del battesimo per descrivere questo passaggio della vita di Cristo in noi, valorizzano in modo particolare il miron, cioè l’unzione con la quale lo Spirito Santo permea e muove la nostra vita. Analogo approfondimento queste pagine esprimono nei riguardi dell’eucaristia, dove Cristo non comunica semplicemente i suoi doni, ma se stesso, rendendoci parte del suo corpo. L’iniziativa rimane quindi di Dio, rispetto alla nostra vita.

E a noi, che cosa spetta? Cabasilas sottolinea in modo particolare due posizioni del cristiano, quasi anticipando le acquisizioni del moderno personalismo: il desiderio, che apre a un continuo superamento di noi stessi, e la memoria, che rende viva e attiva in noi la presenza del Signore, e orienta quindi tutti i nostri movimenti e le nostre azioni.

E’ un gioco interessante rilevare come molte sottolineature di questa ‘vita in Cristo’ pervadano le strade ‘spirituali’ percorse nei secoli successivi, da Ignazio di Loyola Teresa d’Avila, da Escrivà de Balaguer a Luigi Giussani.

Nicola Cabasilas, La vita in Cristo, Città Nuova, Roma 2017 pp 238 € 12,00

 

LA CROCE GLORIOSA

Per l’apostolo ed evangelista Giovanni, la croce è gloriosa, la croce è gemmata, come la troviamo raffigurata negli splendidi mosaici di Ravenna. Gesù in croce è re, mille volte riprodotto nelle antiche icone e nel crocifisso di San Damiano, e altrettante volte contemplato nel volto dei santi e di tanti cristiani che hanno portato con gioia il peso della loro croce dietro a Gesù, nella malattia o nella persecuzione.

Che cosa dura? Solo un avvenimento definitivo, che ci incontri nella nostra delusione e permanga nel tempo della vita, ci può salvare. È quel che accade a Pasqua. Quel Gesù che Giovanni e Andrea avevano incontrato la prima volta sulla riva del fiume accanto al Battista, e poi insieme con Pietro e Giacomo sulla riva del lago, sotto l’albero di fico come Bartolomeo e al tavolo delle tasse come Matteo, sull’albero come Zaccheo e sulla strada con la Maddalena, si ripresenta vivo, capace di incontro, di misericordia, di dono. Un avvenimento inaudito tocca la vita delle persone e la cambia.

Angelo Busetto
LA SCOPERTA CHE INCANTA
Bellissima Quaresima
Ed Itaca 2020
pag 49 e pag 96-97

PER VIVERE IL CRISTIANESIMO

Quando l’annuncio cristiano intercetta la vita reale, allora si dimostra convincente e conveniente. Occorre avere la grazia di venire introdotti a capire e a vivere, così come è accaduto ai primi discepoli del Signore: non sono stati convinti attraverso una dottrina, ma nell’incontro con una Presenza. L’incarnazione è la chiave per comprendere: il Figlio di Dio si fa uomo e vive la nostra stessa esperienza umana, riscattandola e salvandola dal di dentro. Egli prosegue la sua compagnia all’uomo e alla donna di ogni tempo nella sua condizione di risorto. Facendo eco a Sant’Agostino che si rivolge ai pelagiani, potremmo ripeterci: “Questa è l’orrenda radice del vostro errore: voi pretendete di far consistere il dono di Cristo nel suo esempio, mentre quel dono è la sua persona stessa”. Il metodo per seguire Cristo, quindi, non è appena fare nostra la sua dottrina o imitare il suo esempio, ma riconoscerlo e seguirlo attraverso il segno nel quale Egli permane, la Chiesa, suo Corpo, come afferma decisamente San Paolo. E’ possibile quindi concepire la vita come ‘rapporto costitutivo con il Mistero che mi fa all’istante’. Sulla linea di questi fondamenti, si delinea il percorso proposto da don Giussani negli Esercizi annuali della Fraternità di Comunione e Liberazione. In questo libro trovano posto quelli svolti nel 1988-89-90, rispettivamente con questo titolo: Vivere con gioia la terra del Mistero. - Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina, ma nasca dalla carne. - Guardare Cristo. Riprenderli in mano dopo averli vissuti rinnova il desiderio e la decisione di farne esperienza: “Che cos’è il cristianesimo se non l’avvenimento di un uomo nuovo che per sua natura diventa un protagonista nuovo sulla scena del mondo?”

Luigi Giussani, La verità nasce dalla carne. A cura di Julian Carron, BUR Rizzoli  Milano 2019, pp 276 € 14,00

Cari amici,
come potete immaginare, la presentazione del libro

LA SCOPERTA CHE INCANTA 

BELLISSIMA QUARESIMA

prevista per giovedì 5 marzo,                                      è rimandata a data da precisare.
Chi lo desidera può richiedere il libro alle librerie,    o via mail, o al sottoscritto, precisando autore - ANGELO BUSETTO - e casa editrice - ITACA.

Buona lettura e buona QUARESIMA!!

Don Angelo

SUGGESTIVO ITINERARIO

VERSO LA PASQUA

l libro nasce da un’iniziativa che si è svolta la Quaresima scorsa in una parrocchia di Sottomarina, ripercorrendo
l’itinerario suggestivo in cui l’autore ha accompagnato alla Pasqua un consistente gruppo di fedeli riuniti in preghiera,
ascolto, meditazione e dialogo.   Al centro del libro, dunque, c’è la Quaresima e, al centro della Quaresima, la scoperta che
incanta: la passione di Gesù nel cuore della Trinità e della Trinità nel cuore dell’umana esistenza. Ma non della ‘comprensione’
di quello che rimane un mistero insondabile qui si tratta, ma
dello stupore e della rinnovata consapevolezza di quanto la
nostra vita partecipi di questo Mistero. Una partecipazione che
è innanzitutto esperienza di bellezza. Per questo all’autore non
è stata possibile una comunicazione distaccata e impersonale.
Perché l’implicazione di sé in quel che dice è parte della verità
di quella scoperta. E questo dà al libro di don Angelo un sapore
tutto nuovo. Certamente, la circostanza in cui l‘ha scritto vi ha
giocato una parte importante. Dopo una vita d’insegnamento,
di responsabilità pastorali, insomma dopo la pensione, se così si
può chiamare quella di un prete, i giorni corrono liberi di godere
di una Presenza. In un momento così, cosa può aprirti al futuro, cosa può renderti ancora disponibile ad affrontare una nuova avventura? Dire sì a un’attrattiva, innanzitutto.

Si aprono allora scrigni di bellezza di cui la realtà è riserva inesauribile. C’è la Parola di Dio, sempre legata alla vita. Ci sono i tempi liturgici che accordano le stagioni alla Storia. C’è l’arte e la sua offerta di una possibilità di sguardo più
acuto sull’esistenza. E ci sono gli amici, il dolce e il bello della compagnia, le persone che incontri, le loro storie. E c’è il mondo. E c’è soprattutto la sorpresa di vedere tutte queste cose corrispondersi, legate da un filo misterioso. Non sono lì, frammenti o grovigli accidentali, ma si intrecciano, si innestano, si
incrociano, come a formare un disegno segreto. Un disegno segreto, non un ricamo di superficie.

Ed ecco la fondamentale scoperta, semplice e viva come acqua corrente – scrive don Angelo – La persona – la persona divina e la persona umana – nasce dalla relazione con altre persone. Per cui io, tu, possiamo
dire: «Io sono Tu, io sono Tu che mi fai». È il cuore della rivelazione. È l’abisso del rapporto del Figlio con il Padre e con lo Spirito Santo, nel quale Gesù ci immerge e si mostra al suo culmine nel tempo di Quaresima. E l’approfondirsi della familiarità con questo Mistero apre una nuova possibilità di vita.
L’invito al lettore è che possa godere dell’incanto di quella scoperta di cui l’autore si è fatto messaggero.
Mario Frizziero

Angelo Busetto, La scoperta che incanta. Bellissima Quaresima                  Itaca edizioni, Castelbolognese 2020, pp. 140, € 13,00.

* La presentazione del libro, promossa dalla Fondazione Santi Angeli e dal Centro Culturale Terzo
Millennio, avverrà giovedì 5 marzo 2020, alle ore 20.45, presso la Pinacoteca Santissima Trinità di Chioggia. Interverranno, insieme all’autore, il prof. Mario Frizziero e il prof. Giovanni Scarpa.

18 domenica 1 marzo 2020
Nuova Scintilla CULTURA-TEMPO LIBERO

 

IL CRISTIANO E LA SOFFERENZA

La via per conoscere il cristianesimo non è solo la familiarità con la dottrina, ma anche la frequentazione dei santi che l’hanno impersonata. In alcuni di essi il mistero cristiano si svela con profondità e chiarezza. Ne riscontriamo un esempio clamoroso nella breve esistenza di Elisabetta della Trinità. Scrive acutamente P. Antonio Sicari. “La grandezza di Elisabetta della Trinità è stata quella di aver afferrato il problema nel momento in cui il pensiero del suo tempo, anche in teologia, considerava la questione trinitaria in modo accessorio. Tanto che oggi, dopo quasi cento anni, i nodi sono venuti al pettine: i cristiani non capiscono più la differenza fra la loro fede e qualunque altra fede in Dio.” Un altro tema teologico trascurato o malamente interpretato, è quello della sofferenza. Elisabetta sperimenta la sofferenza fin da piccola, con la morte dei nonni e del padre e il trasloco forzato della famiglia in un appartamento provvidenzialmente a pochi metri dal Carmelo che la affascinerà. La sua fortissima attrazione verso il Carmelo trova l’insistita opposizione della mamma; entrata in Carmelo, ha da soffrire da parte di alcune consorelle. La sua vita si conclude a 26 anni dopo una dolorosissima malattia. Nella sua esperienza, la sofferenza viene vissuta come strada privilegiata per assimilarsi a Gesù e per partecipare alla sua azione redentrice. Significativa la sua considerazione dell’eucaristia, che la conduce a vivere la sua vita come partecipazione, prolungamento e attualizzazione del sacrificio di Gesù. Su questa via, la sofferenza diventa esperienza di gioia: “Posso dire di essere felice come un pesce nell’acqua”. Ospite nell’infermeria, dice: “Il mio Maestro è qui con me e noi viviamo notte e giorno in un dolce cuore a cuore”. I vari aspetti della sua vita vengono considerati in questo libro, che nella parte finale espone in parallelo la dottrina spirituale degli scritti di San Giovanni della Croce e il cammino di Elisabetta della Trinità.
Juan De Bono, Il perché della sofferenza, Elisabetta della Trinità,                             Edizioni OCD, Roma 2018 pp 210 € 18,00
Angelo Busetto

Un intreccio di incontri, di esperienze, di persone. Nel mezzo del dramma del Venezuela, distrutto dal potere politico, dilaniato da contese, avvilito dalla fame, accade che qualcuno alzi il capo. Prende coscienza di un popolo che ancora vive e spera, e che esprime nel canto l’attesa del futuro, la lotta per la vita, la contemplazione per il creato. Francesco, il giovane musicista, Alejandro Marius, l’imprenditore che incontra Madre Cristiana arrivata in Venezuela dal monastero trappista di Vitorchiano, Monica che coordina il rapporto con l’Editore italiano, e insieme la genialità di un popolo che canta. Un popolo che sorge da radici indigene, cresce con l’esperienza della schiavitù, la fatica del lavoro, l’attrattiva della famiglia. Mettendosi insieme, queste persone hanno avviato un progetto di valorizzazione della tradizione e di proposta di innovazione, condividendo la storia del popolo venezuelano, e rendendosi partecipi del momento drammatico che incombe su ciascuno.

Il magnifico risultato è sotto i nostri occhi e i nostri orecchi con questa produzione: un cd con le canzoni e un libro con testo, traduzione, foto, sviluppo, ricreandone l’atmosfera. Bellissimi i canti, a solo, in gruppo, in coro, eseguiti con strumenti originali. Si apre una strada di speranza per un popolo un tempo ricco e ora dilaniato dai dissidi politici e dalle sventure economiche. “Ciò che commuove in questi canti è l’evidenza che la vita cambia, fiorisce e si comunica per una forza attrattiva, per una bellezza, per una verità che appare in una circostanza particolare, ma non dipende dalle circostanze.

José Francisco Sanchez (a cura), Venezuela, il popolo il canto il lavoro,

Itaca Castel Bolognese 2019, pp 128, con allegato cd € 20,00

Angelo Busetto