Rete teologica ‘Santi Angeli’
PASQUA: IL ‘MISTERO’ DI GESÙ RISORTO
Il Mistero di Dio si svela e si dona all’umanità attraverso Gesù. Già nello svolgersi della vita umana, con la profondità della sua sapienza e l’intensità delle sue azioni, Gesù si manifesta come un uomo in cui abita Dio. I miracoli costituiscono un passo ulteriore, che induce alla domanda: “Chi è costui al quale il vento e il mare obbediscono? Costui che guarisce i sordi, dà la vista ai ciechi e la vita ai morti?”. Con i miracoli, il Regno di Dio fa ingresso in questo mondo. Ma è la risurrezione il punto di svolta: da qui trae origine una nuova comprensione della persona di Gesù, da qui i suoi testimoni cominciano a formulare l’annuncio dei Vangeli, con la conseguente redazione scritta.
Lunedì 11 marzo, nell’incontro in Seminario, il dialogo dei partecipanti all’incontro della ‘Rete teologica’ si è sviluppato attorno a due questioni: quando parliamo di risurrezione, che cosa percepiamo rispetto a Gesù e rispetto a noi? Che cosa è capitato a Lui e che cosa accade a noi? I Vangeli presentano il sepolcro vuoto e le apparizioni del Risorto. La storicità di questi elementi è documentata dalla sostanziale concordanza dei quattro evangelisti, confermata perfino dalle loro differenze: al sepolcro vuoto, che cosa hanno visto le donne, un angelo, due angeli, due giovani o subito il Risorto? I testimoni, che hanno partecipato a un fatto reale, lo raccontano ciascuno secondo la propria percezione.
Gesù, fallito di fronte alla gente e ai discepoli, morto in croce e sepolto, appare come un uomo vivo; il Crocifisso è risorto. Non si fa toccare dalla Maddalena e non si fa trattenere dai due discepoli di Emmaus, e tuttavia mangia il pesce arrostito e dice a Tommaso di toccarlo. Il suo corpo non è tornato alla condizione precedente, ma è andato oltre; la sua umanità è entrata a far parte della condizione divina, che lo manifesta come Figlio di Dio. Gesù uomo risorto non è più condizionato da limiti di tempo e di spazio. Per questo Egli è ‘presente in mezzo a noi’, vive nell’Eucaristia, e ritornerà alla fine dei tempi.
Quanto a noi, Gesù risorto ci rende partecipi della sua risurrezione, non solo liberandoci dal peccato e alla fine anche dalla morte, ma rendendoci ora figli di Dio partecipi della natura divina. Nel dialogo che si accende nella nostra serata, ci rendiamo conto che, nell’aridità del nostro tempo, questo è l’annuncio da fare, l’annuncio che sorprende il mondo: testimoniare che siamo figli di un Dio fatto uomo, morto e risorto. Come dichiara uno dei partecipanti, “sentire queste cose è una grazia; Gesù diventa realmente familiare, e la sua presenza viva e concreta fa sobbalzare il cuore”. Per contro, viene citato il rabbino Jacob Neusner che, mentre va alla scoperta di Gesù, evita di considerarne la risurrezione.
Come gli apostoli, anche noi siamo avviati a un cammino di scoperta e di comprensione della fede in Gesù risorto, illuminati da ‘un raggio di luce che cresce lungo i secoli’, come scrive papa Benedetto nelle pagine conclusive della seconda parte del suo ‘Gesù di Nazaret’.
La prossima tappa del viaggio della Rete teologica, a fine aprile, ci porterà alla scoperta del ‘mistero’ nella realtà della Chiesa.
Angelo Busetto
immagine di CRISTO RISORTO: Piero della Francesca, eseguito tra il 1450 e il 1463 e conservatO nel Museo Civico di Sansepolcro.