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Vangelo secondo Luca 9,46-50

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

LA VIA DELL’AMORE

Leggiamo questo Vangelo, già conosciuto nelle ultime domeniche nel testo di Marco, sullo sfondo della santa di oggi. Teresa di Gesù Bambino si considerava come bambina di fronte a Gesù, cercando la via semplice dell’amore e dell’obbedienza. Scrive: “E incredibile come mi appare grande il mio cuore quando considero i tesori della terra, poiché tutti insieme non potrebbero contentarlo. Invece, come mi pare piccolo quando considero Gesù! Vorrei amarlo tanto!” In questo trasporto di amore ha tracciato una strada possibile per ogni cristiano.

 

Vangelo secondo Matteo 25,14-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti

LA SEMENTE E L’ALBERO

“Il Signore pianta sementi, non alberi”, dice un proverbio. Egli ci dona una vita ricca di doni personali, che hanno in se stessi la capacità di crescere, ma nello stesso tempo possono svilupparsi assai più attraverso il gioco della nostra libertà e intraprendenza. Allora si diventa realmente persone e, guardandoci attorno, si riscontrano mille possibilità di fare il bene. La pigrizia e l’assenteismo dalla vita producono tristezza e noia e demoliscono la fraternità e la carità.

 

Vangelo secondo Matteo 17,22-27

In quel tempo, Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?».Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?».Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

LE TASSE DI DIO

Le tasse sono un tentativo di condividere i beni e di rispondere ai bisogni. Dio ci ha messo in mano un mondo di cose buone e utili; dovremo coinvolgerlo anche nel pagamento delle tasse? Gesù sta al gioco e accetta di sottoporsi alla regola comune, usando tuttavia un metodo adeguato, egli che non possedeva denaro né desiderava acquisirlo. Il pesce con la moneta d'argento evita lo scandalo e la contestazione. Gesù volge a nostro vantaggio anche questo strano miracolo.

Vangelo secondo Giovanni 6,41-51

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

ISTRUITI DALL’ALTO

Gesù squarcia l'orizzonte e straccia tutte le misure. Egli non è solo l'uomo di Nazaret di cui conosciamo l'origine e la storia. Come la manna, Egli discende dal cielo, anzi da Colui che abita il cielo, il Padre. Per andare a lui e ritrovare la sua vera identità occorre che il Padre ci attiri e ci istruisca. Non bastano i nostri libri di storia e di filosofia, non bastano il nostro cervello e i nostri ragionamenti. Occorre che ci vengano donati una nuova mente e un cuore nuovo; occorre che ci vengano aperti gli occhi, così da vedere un mondo nuovo. La fede ci spalanca a un altro livello conoscenza, e ci introduce in un percorso di nuova vita, che non si lascia impaurire né bloccare dalla morte terrena.
Le parole di Gesù fanno saltare tutte le pretese di raggiungere da soli la verità e la pienezza della vita. Accogliendo e vivendo quello che Gesù ci comunica, veniamo introdotti a mangiare il pane vivo e a riconoscere Colui che dà la vita. Chi non lo vorrebbe?

Mercoledì e giovedì 1 e 2 agosto, Indulgenza Plenaria del Perdon d’Assisi visitando la Chiesa parrocchiale, pregando il Padre nostro e il Credo e confessandosi.

Mercoledì 1 agosto 2018

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, 1696 – 1787Vangelo secondo Matteo 13,44-46

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

LA PERLA PREZIOSA

Alfonso, giovane e brillante avvocato di Napoli, a 27 anni lascia la professione e dopo quattro anni diventa sacerdote. Ha trovato la pietra preziosa, il tesoro che fruttifica per lui e per tante persone. Viene eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti nel 1762. Le sue caratteristiche: la carità verso poveri e terremotati, la preghiera che si esprime in modo particolare con alcune formule e alcuni canti ancora ripetuti dal popolo cristiano, la misericordia che lo qualifica come maestro di morale e ascesi.

Vangelo secondo Matteo 9,9-13

In quel tempo Gesù, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

UN GRANDE TESORO

Ecco un esempio di risposta immediata e intera. Matteo viene trascinato dallo sguardo e dalla parola di Gesù, il quale entra di botto nella vita sua e dei suoi amici. Come una grossa pietra gettata nello stagno, Gesù provoca sommovimento tutto intorno. Egli imposta in un nuovo modo il rapporto con le persone, senza porre condizioni previe e senza riserve. Guardandolo e seguendolo, la vita cambia, come quella di chi si imbatte in un grande tesoro. Vale anche per i piccoli, come Maria Goretti.

Vangelo secondo Matteo, 9,1-18

In quel tempo, giunto salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire «Ti sono perdonati i peccati», oppure dire «Àlzati e cammina»? Ma, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati - disse allora al paralitico -, prendi il tuo letto e va' a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

UN MIRACOLO INTERO

Non ci basta mai il bene che Dio compie per noi. Avremmo sempre qualche riserva da muovergli e qualche suggerimento da dargli. Questa volta, l'obiezione dei farisei offre a Gesù l'occasione di portare a compimento la sua opera, salvando interamente il paralitico, che si carica sulle spalle il lettuccio e torna a casa sua. Di quale miracolo abbiamo bisogno per tornare a camminare, e riprendere con energia e pace il lavoro della vita ?

Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
IL CAMMINO DI GESU’

Gesù non cammina facile, ma va dritto allo scopo e vi trascina pure noi. La sua consegna è preziosa più di una perla di grande valore; per questo non va buttata né avvilita, ma bramata e ricercata, anche quando dobbiamo passare attraverso la porta stretta per raggiungerla. Gesù è un uomo dall’ideale grande, anzi divino, il quale attraversa tutte le condizioni della vita e le supera, fino a condurre alla pienezza di gioia del Paradiso.

Vangelo secondo Marco 10,17-27

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

BASTANO I COMANDAMENTI?

Si incontrano persone che si dichiarano oneste e affermano di osservare tutti i comandamenti. Corrisponde a verità? Gesù accoglie la dichiarazione dell’uomo, ma è consapevole che l’adempimento di una buona regola morale non basta all’uomo. Gesù gli propone una sequela concreta alla sua persona. Stando dietro a Gesù ci si accorge di quello che manca alla nostra morale, e si trova risposta alla esigenza di felicità del cuore. Quell’uomo non accetta di seguire Gesù e se ne va triste. Quanto gli assomigliamo?

Rosario e Parola di Dio in Cattedrale: una bella strada.                                                    Stasera in Cattedrale ore 20,45.

Vangelo secondo Giovanni 15,12-17

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

LA CORRENTE DELL’AMORE

Ci ha scelti perché lo amassimo e ci amassimo. Ci consegna la misura di questo amore: come ama Lui, donando la vita per gli amici. Il comandamento dell’amore sgorga come il fiume dalla sorgente che è Dio stesso, il Padre; attraverso il Figlio e i suoi amici la campagna della vita viene irrigata e si riempie di frutti. Le nostre riduzioni e i nostri tradimenti dell’amore vengono corretti e ripuliti, risanati e redenti dentro la corrente dell’amore donato da Gesù.