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Vangelo di Luca, 37-41

In quel tempo, mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro.

A PRANZO DAL FARISEO

Hai lì Gesù e invece di accogliere la sua novità, parti con la critica. Hai fatto il passo di ospitarlo in casa, e poi ti fai sommergere dai sospetti. Sei entrato in chiesa, magari dopo tanto tempo, ti sei accostato a un gruppo cristiano, e invece di aprirti ad accogliere quello che hai di fronte, alzi il muro delle prevenzioni e dei pregiudizi. Guarda fino in fondo colui che ti sta davanti, percorri insieme un tratto di cammino! La verità si svela come sole che sorge.

 

Oggi ore 16 in Cattedrale, assemblea inizio anno pastorale per la Diocesi.

Vangelo secondo Matteo 21,28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

IL SÌ E IL NO

Quante volte ci è capitato? L'abbiamo sperimentato sulla nostra pelle e nel rapporto con i figli: l'amarezza di un no si è trasformata nella gioia del si, mentre il sì appena pronunciato non è fiorito in una azione positiva. Quando il si diventa no, è incoerenza. Quando il no diventa sì, è fortezza. Tuttavia Gesù non si perde in giochi psicologici. Egli ha davanti agli occhi alcune persone che hanno cambiato vita, uscendo da una condizione di lontananza e di male per seguire lui: il no è diventato sì. Ha davanti anche persone giuste, ma incapaci di muovere un passo nella via lungo la quale Dio continua a incontrarle. Hanno perduto l'occasione della vita: dapprima per non aver riconosciuto Giovanni Battista, ora per non accogliere Gesù.
Che cosa ne ricaviamo? Non basta una bella esperienza passata, non basta il generoso sì giovanile. Occorre che il sì venga ripetuto nelle nuove circostanze della vita, come pianta che fiorisce ad ogni primavera.

Vangelo secondo Giovanni 3,13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

LA CROCE INNALZATA

La croce innalza Gesù sul mondo: mostra ed esalta il suo amore. Ci ha amato così, donando tutto di sé. Non possiamo non guardarlo, e ringraziarlo. Gesù ci attira perché vuole innalzare la nostra al suo livello di dignità, di grazia, di pienezza. E’ disceso dal cielo per portarci al cielo. Io credo, noi crediamo a Gesù, ci fidiamo di Lui, desideriamo conoscerlo e amarlo. Egli si presenta a noi nelle circostanze della vita e ci invita a seguirlo nella Chiesa. …

 

Grazie a quanti, con l’augurio e la preghiera, hanno fatto un bel gesto di amicizia….

Vangelo secondo Matteo 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

IL DESIDERIO E L’ATTESA

Teresa Benedetta della Croce ha atteso e vigilato la venuta dello sposo, nella ricerca della mente e del cuore, nella permanenza intensa e intelligente tra le mura del Carmelo, nell’affidamento a Lui quando venne deportata nel campo di sterminio di Auchhwitz, dove morì il 9 agosto 1942 nella camera a gas. Una vita spesa e donata per la libertà del cuore, per la scoperta del vero, per l’abbraccio del vero amore. All’Europa, di cui è patrona, conviene voltarsi a guardare questa sposa di Cristo.

 

 

Vangelo secondo Matteo, 13,54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

RITORNO A CASA

Non è più quello di prima, il giovane uomo che torna a casa, nella cittadina di Nazaret, dopo il giro di predicazione e di miracoli nei dintorni del lago di Tiberiade. La sua gente si accorge della sua sapienza e dei prodigi da lui compiuti. Tuttavia, lo stupore non diventa occasione di accoglienza, ma di scandalo e di rifiuto. Gesù è un avvenimento cosi grande che, o uno se ne lascia attrarre, o lo rifiuta come nemico. Cedendo all’attrattiva, se ne scopre la bellezza.

 

Vangelo secondo Matteo 13,36-43

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!»

LA PROSPETTIVA DELL’ETERNO

Sembrerebbe che la parabola della zizzania fosse già tutta chiara. Invece Gesù, da buon maestro, la spiega nel dettaglio, aprendo uno squarcio sul giudizio di Dio e sulla realtà dell’inferno e del paradiso. La nostra condizione umana si apre sulla prospettiva dell’eternità: ogni azione umana si sporge sull’infinito futuro, e ha un peso, positivo o negativo, sul nostro destino eterno. Dante ne ha tenuto conto e un santo come Sant’Alfonso vi ha intessuto l’insegnamento morale. Vale anche per noi.

Ti auguro la gioia della Maddalena nel primo incontro con Gesù!
Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18
 
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
 
MADDALENA, LA PRIMA
 
Celebriamo sempre con gioia la festa di Maria Maddalena, apostola degli apostoli. Primo, perché si tratta di una donna ardente e amante; secondo, perché questa donna ha trovato in Gesù l’amore che le ha corrisposto in pienezza; terzo, perché questo amore ha vinto tutti gli amori, incompiuti o distorti; quarto perché è la prima persona a constatare la risurrezione di Gesù e a testimoniarla davanti a tutti. Da lei ricomincia e prende vigore la fede di tutti i cristiani.

 

Vangelo secondo Giovanni, 24-29

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

IL DUBBIO E LA FEDE

Tommaso, uomo del dubbio o apostolo della fede? Tommaso non dà fiducia agli amici che gli raccontano di aver visto Gesù risorto. Eppure Gesù, per farsi riconoscere ha scelto proprio la strada della testimonianza dei discepoli che 'hanno visto e udito'. Gesù affida anche a Tommaso questa missione. Egli, dopo aver toccato le piaghe di Gesù, diventa anche per noi testimone della professione di fede più vera e compiuta di tutto il Vangelo: 'Mio Signore e mio Dio".

Vangelo secondo Giovanni 21,15-19

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

MI AMI TU?

Che cosa ci chiede prima di tutto il Signore Gesù? Qualità, abilità, competenze, prestazioni, bravure? Gesù chiede prima di tutto e soprattutto quello che ha chiesto a ‘Simone, figlio di Giovanni’: “Mi vuoi bene?”. Egli domanda la nostra stessa persona, il nostro cuore, la nostra mente, la nostra piena dedizione a Lui. Questa è la condizione perché Gesù possa operare nella nostra vita e quindi perché possa continuare la sua missione nel mondo. E’ il cristianesimo semplice e intero.

ALTRE PECORE

Un gregge di pecore conosciute per nome, e nello stesso tempo un gregge che si allarga ad accoglierne altre: il cuore di Cristo si dilata verso tutte le persone che il Padre gli dona da custodire e da guidare. Gesù ha in mente anche le pecore tradite dai mercenari, o lasciate incustodite e quindi che sono state rapite e disperse. Per noi Cristo dona la sua vita fino a perderla. E’ il modo per riguadagnarla, per sé e per tutti. ...continua a leggere "Lunedì 8 maggio 2017, Sa Vittore martire, sec IV-V; Madonna di Pompei"