Vai al contenuto

I VOLTI DI UNA CHIESA CHE SI RINNOVA

Si inseguono i libri che – a schizzi o a disegni più compiuti – descrivono il passaggio della Chiesa dal passato al presente, offrendo prospettive, programmi, speranze. Una pubblicistica che si è ravvivata nel rimbalzo periodico dei lavori del Sinodo sulla ‘sinodalità’, la quale rappresenta una nuova veste o forse una nuova anima della Chiesa. Spesso si procede per schemi, con descrizioni sommarie del passato e più spesso con processi frettolosi, che non escludono preconcetti e semplificazioni. In questo libro si respira un’aria un po’ diversa, soprattutto per il fatto che – per quanto possibile – si superano le posizioni ideologiche, e si guardano in faccia le persone nel loro agire concreto. La prima parte – un terzo del libro – è di taglio prevalentemente storico. Comincia con la domanda fatale: il Concilio Vaticano II, riforma o rivoluzione? Papa Benedetto e Papa Francesco hanno risposto con le parole e con i fatti, facendo avanzare la Chiesa sulla linea della riforma. L’autore ci conduce attraverso i pontificati di Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco, per individuare e sottolineare i filamenti della continuità e della novità della Chiesa.

Le duecento pagine che seguono scorrono in una galleria di volti. L’autore non descrive la Chiesa per convegni e programmi, ma delinea in successione la figura del vescovo, del sacerdote, della vita religiosa, dei laici leggendola attraverso i documenti del Concilio, descrivendola nei ritratti di alcuni personaggi del passato e del presente e arricchendola con la propria personale esperienza. Il paragone diventa concreto, vitale, immediato. Spuntano grandi personaggi prevedibili, come San Benedetto e San Francesco, con l’aggiunta di Gregorio Magno e Carlo Borromeo. L’autore delinea i volti di altre persone anche del nostro tempo, con le quali, in modo palese o nascosto, la storia della Chiesa riparte e si rinnova. La santità vissuta e a volte espressamente riconosciuta è un segno della potenza dello Spirito che opera nel mondo. Nuove seminagioni e nuove fioriture appaiono attraverso Chiara Lubich, Madre Cànopi e Madre Piccardo, don Calabria e don Giussani, e persino attraverso il seminarista martire Rolando Rivi. Sono personaggi esemplificativi, attorno ai quali e oltre ai quali si muove una nube di testimoni. Da dove rinasce dunque la Chiesa, dove e come fermenta la sua missione? Il cuore della Chiesa è la santità, non appena come forma ascetica personale. La santità è ascolto di Dio, è passione che tende al suo vero scopo, è una umanità pienamente realizzata proprio lasciando spazio all’opera di un Altro. Si prospetta un cammino realistico quanto mai, come rileva con chiarezza il cardinale Zuppi nell’ampia prefazione.

Massimo Camisasca, La luce che attraversa il tempo. Contributo per un riforma della Chiesa, San Paolo 2023, pp 316 € 22,00

Angelo Busetto

Vangelo secondo Giovanni 6,1-15

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». Cera molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

IL PANE CONDIVISO

Veniamo a messa insieme, presentandoci al Signore in comunità. Condividiamo la stessa parola, la stessa Eucaristia, la stessa preghiera. Insieme ricerchiamo Gesù che risponde alla nostra fame e sete di vita. Gesù, mentre ci incontra personalmente, ci mette in relazione l’uno con l’altro.   Un ragazzo dona i suoi pani a Gesù, che sfama tutti. Io posso donare la mia vita: tempo, attenzione, aiuto in denaro: offerti a Gesù, diventano un bene per molti, per tutti. Offriamo noi stessi attraverso gesti concreti, perché Gesù salvi il mondo intero.

 

Vangelo secondo Matteo 19,27-29

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»

PRINCIPIO DI CIVILTA’

Il giovane Benedetto scappa dalla confusione e dalla corruzione di Roma e trova pace in un eremo. Successivamente viene seguito da altri e insieme costituiscono una comunità e una regola che diventano l’inizio di un mondo nuovo. In Europza si sviluppa in Europa con una tessitura che – attraverso il rapporto con Dio che scandisce i tempi della giornata - fa rinascere il gusto della vita e l’industriosità della lavoro. Fiorisce la civiltà europea.

Rete teologica ‘Santi Angeli’

PASQUA: IL ‘MISTERO’ DI GESÙ RISORTO

Il Mistero di Dio si svela e si dona all’umanità attraverso Gesù. Già nello svolgersi della vita umana, con la profondità della sua sapienza e l’intensità delle sue azioni, Gesù si manifesta come un uomo in cui abita Dio. I miracoli costituiscono un passo ulteriore, che induce alla domanda: “Chi è costui al quale il vento e il mare obbediscono? Costui che guarisce i sordi, dà la vista ai ciechi e la vita ai morti?”. Con i miracoli, il Regno di Dio fa ingresso in questo mondo. Ma è la risurrezione il punto di svolta: da qui trae origine una nuova comprensione della persona di Gesù, da qui i suoi testimoni cominciano a formulare l’annuncio dei Vangeli, con la conseguente redazione scritta.

Lunedì 11 marzo, nell’incontro in Seminario, il dialogo dei partecipanti all’incontro della ‘Rete teologica’ si è sviluppato attorno a due questioni: quando parliamo di risurrezione, che cosa percepiamo rispetto a Gesù e rispetto a noi? Che cosa è capitato a Lui e che cosa accade a noiI Vangeli presentano il sepolcro vuoto e le apparizioni del Risorto. La storicità di questi elementi è documentata dalla sostanziale concordanza dei quattro evangelisti, confermata perfino dalle loro differenze: al sepolcro vuoto, che cosa hanno visto le donne, un angelo, due angeli, due giovani o subito il Risorto? I testimoni, che hanno partecipato a un fatto reale, lo raccontano ciascuno secondo la propria percezione.

Gesù, fallito di fronte alla gente e ai discepoli, morto in croce e sepolto, appare come un uomo vivo; il Crocifisso è risorto. Non si fa toccare dalla Maddalena e non si fa trattenere dai due discepoli di Emmaus, e tuttavia mangia il pesce arrostito e dice a Tommaso di toccarlo. Il suo corpo non è tornato alla condizione precedente, ma è andato oltre; la sua umanità è entrata a far parte della condizione divina, che lo manifesta come Figlio di Dio. Gesù uomo risorto non è più condizionato da limiti di tempo e di spazio. Per questo Egli è ‘presente in mezzo a noi’, vive nell’Eucaristia, e ritornerà alla fine dei tempi.

Quanto a noi, Gesù risorto ci rende partecipi della sua risurrezione, non solo liberandoci dal peccato e alla fine anche dalla morte, ma rendendoci ora figli di Dio partecipi della natura divina. Nel dialogo che si accende nella nostra serata, ci rendiamo conto che, nell’aridità del nostro tempo, questo è l’annuncio da fare, l’annuncio che sorprende il mondo: testimoniare che siamo figli di un Dio fatto uomo, morto e risorto. Come dichiara uno dei partecipanti, “sentire queste cose è una grazia; Gesù diventa realmente familiare, e la sua presenza viva e concreta fa sobbalzare il cuore”. Per contro, viene citato il rabbino Jacob Neusner che, mentre va alla scoperta di Gesù, evita di considerarne la risurrezione.

Come gli apostoli, anche noi siamo avviati a un cammino di scoperta e di comprensione della fede in Gesù risorto, illuminati da ‘un raggio di luce che cresce lungo i secoli’, come scrive papa Benedetto nelle pagine conclusive della seconda parte del suo ‘Gesù di Nazaret’.

La prossima tappa del viaggio della Rete teologica, a fine aprile, ci porterà alla scoperta del ‘mistero’ nella realtà della Chiesa.

Angelo Busetto

immagine di CRISTO RISORTO: Piero della Francesca, eseguito tra il 1450 e il 1463  e conservatO nel Museo Civico di Sansepolcro.

 

PREGHIERA DEI FEDELI
Domenica 17 marzo 2024 – V DI QUARESIMA, Anno B
Introduzione del celebrante
Come i greci del Vangelo anche noi vogliamo vedere il Signore, che si svela in questa Eucaristia. Ci rivolgiamo con fiducia al Signore Gesù, presentandogli la nostra preghiera per noi, per la Chiesa, per il mondo.

1. Signore Gesù, che ti presenti al popolo cristiano in questa Eucaristia, innalzato in croce e risorto, donaci di desiderarti e di incontrarti, per poterti testimoniare ai fratelli e alle sorelle che incontriamo nella vita,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ti affidiamo Papa Francesco nel compimento dell’undicesimo anno del suo ministero, il nostro vescovo… i sacerdoti e tutti coloro che ci sono maestri e compagni di cammino nella vita della Chiesa,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Signore Gesù, la tua croce si innalzi nel mondo come segno di salvezza. Liberaci dal male della guerra e della vendetta. Sostieni l’opera di pace di tante persone di buona volontà. Dona ai popoli di vivere nella giustizia e nella pace,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, guida e accompagna le famiglie nella bellezza e verità dell’amore;
ti affidiamo i giovani in cammino verso il matrimonio o chiamati a una vita di consacrazione,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Gesù, ti consegniamo le nostre preghiere per la Chiesa e per il mondo, mentre desideriamo di stare con te nel tuo cammino verso l’ora della passione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

“VOGLIAMO VEDERE GESÙ!”
“Vogliamo vedere Gesù!”: esiste desiderio più vero e domanda più bella? Ogni azione ci porta a desiderare incontri belli e veri: al fondo di ogni attesa e desiderio ‘è Gesù che noi cerchiamo’ –diceva Giovanni Paolo II ai giovani. Con discrezione e decisione non perdiamo l’opportunità di testimoniare Cristo. Forse qualcuno chiederà anche a noi: Vogliamo vedere Gesù. Gesù ci apre la via, che attraverso la croce conduce alla risurrezione di una vita nuova. Anche le difficoltà, gli ostacoli, le sofferenze che incontriamo ogni giorno, aprono all’urgenza di incontrare il Signore che salva.

Vangelo secondo Giovanni 3,14-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

UNA QUARESIMA DI GIOIA

Un invito di gioia nel mezzo della Quaresima: Laetare-Rallegrati. Nel nostro mondo trafitto da tanti mali, Gesù dice a Nicodemo che il Padre lo ha mandato non per condannare il mondo ma per salvarlo. Dietro a Lui, il nostro è un cammino verso la vita e la gioia. Gesù ci accoglie, di notte e di giorno, come Nicodemo in ricerca, e ci rilancia. Egli è ‘il serpente innalzato che salva il mondo’. Gesù ci conduce a vivere una fede certa, una speranza attiva, una carità attenta.

Vangelo secondo Luca 2,22-40

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

OFFERTO A DIO, RICONOSCIUTO DAGLI UOMINI

Due eventi si intrecciano in questo episodio del Vangelo. Gesù viene presentato al tempio, offerto al Padre che lo ha donato all'umanità. Inoltre viene riconosciuto da Simeone come il Salvatore promesso, dal quale dipende il destino di di tutti i popoli; anche la profetessa Anna lo accoglie insieme con quanti in Israele attendono la redenzione.
Tutto questo diventa una premonizione della vita e della missione di Gesù totalmente dedita alla volontà di salvezza del Padre per gli uomini, per noi tutti.

Vangelo secondo Luca 14,1.7-11

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

NON SOLO PER EDUCAZIONE

Che rabbia le persone che ti lasciano il posto solo per ‘buona educazione’, senza guardarti in faccia. Cedere il posto è un gesto di verità e di umiltà: riconosci il valore dell’altra persona proprio come persona e non esalti scioccamente te stesso. Lo puoi fare perché tu stesso sei amato e apprezzato: non tanto e non solo da chi vive o lavora con te, ma dal Dio che ti ha creato, da Gesù che nella grazia del suo Santo Spirito cammina con te.

Vangelo secondo Luca 11,47-54

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

LA VERITA’ DEL PROFETA

E’ snervante il conflitto di Gesù con gli scribi e i farisei. Impiantati nella loro religiosità formale e nel loro potere, non si accorgono della novità mandata loro da Dio: il ‘profeta’ Gesù. Quando la religione diventa un progetto umano, un progetto nostro, allora si vede come minaccia anche la presenza di chi vive in modo più vero o magari produce più frutto. Continua a capitare. Tuttavia il Signore, attraverso il sacrificio, apre la via alla risurrezione.