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Vangelo secondo Marco 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

LA MISURA DEL CENTUPLO

Riprendiamo il racconto del Vangelo di Marco, nel ‘tempo ordinario’ dell’anno liturgico che segue alla Pentecoste. Gesù ha appena invitato a seguirlo ‘un tale’ che gli aveva domandato cosa doveva fare per avere la vita eterna; quel tale se ne va per i fatti suoi ‘rattristato’. Ed ecco Pietro, con una affermazione che contiene una implicita domanda. La risposta di Gesù apre un mondo. E tuttavia, il centuplo non è costituito tanto da beni promessi, quanto da Gesù stesso.

LA SAPIENTE EREDITA’ DI PAPA BENEDETTO

Raccolti in due libri gli ultimi scritti e alcuni interventi significativi di Ratzinger-Benedetto

Benedetto XVI, Che cos’è il Cristianesimo.              Quasi un testamento spirituale, Mondadori, Milano 2023, pp 190 € 20,00

Tra le raccolte di scritti pubblicati dopo la morte di Papa Benedetto, le due qui segnalate meritano una particolare considerazione. La prima si presenta con un titolo molto importante, che ne definisce almeno in parte il contenuto; raccoglie i testi scritti dopo la rinuncia al ministero petrino, i quali, per sua espressa volontà, sono stati resi pubblici dopo la sua morte. Il curatore, Elio Guerriero, che ha goduto di una lunga collaborazione e familiarità con Ratzinger-Benedetto, sul quale ha scritto una accuratissima e pregevolissima biografia, l’aveva invitato a raccogliere in volume l’insieme di questi testi. E’ lo stesso Benedetto che li elenca in una prefazione scritta il “1° maggio del 2022, festa di San Giuseppe”. Dichiara che dopo le dimissioni era ‘troppo esausto per poter pianificare altri lavori’; lentamente poi ha ripreso il suo lavoro teologico. Il primo testo si presenta con questo titolo: L’amore all’origine della missione. Seguono un testo sul dialogo cristiano-islamico e altri testi minori. Il terzo capitolo ospita alcuni scritti sul rapporto ebrei-cristiani. Nei capitoli che seguono, un’intervista sul senso della morte di Cristo, un articolo sul sacerdozio nel Nuovo Testamento, e ‘un contributo fondamentale’ sulla Chiesa e lo scandalo degli abusi, contributi su alcune ricorrenze storiche. Per finire con un’intervista su San Giuseppe, che “dai miei genitori mi venne dato come patrono per la mia vita”. Si tratta quasi sempre di testi nati da particolari circostanze, che hanno trovato vigile e partecipe il papa emerito.

Benedetto XVI, Con Dio non sei mai solo, Prefazione di Padre Federico Lombardi. Rizzoli-Editrice Vaticana 2023, pp 166 € 15,00

La seconda raccolta è curata da Padre Federico Lombardi, per lunghi anni portavoce del Vaticano. I dieci testi sono stati scelti tra quelli effettivamente elaborati e pronunciati integralmente dal Papa stesso, e riportano in modo evidente il marchio della sua personalità. Si riferiscono a tutto l’arco del pontificato e a contesti e luoghi diversi: piazza San Pietro, Curia romana, Giornata della Gioventù a Colonia, Auschwitz, Parlamento tedesco… Tutti i luoghi sono in Europa, e vi si rivela la profonda conoscenza e partecipazione di Ratzinger alla storia e al contesto del vecchio continente. Il curatore distingue due grandi gruppi: quelli diretti alla vita della Chiesa e quelli diretti al mondo della cultura, della società e della politica. La sensibilità, la conoscenza, l’acutezza di giudizio pervadono tutte le pagine e aprono la mente e il cuore di ogni lettore. Centellinare i testi pubblicati in questi due volume non porta solo alla conoscenza dei tratti fondamentali del pensiero di Papa Benedetto, ma apre la mente e il cuore a comprendere il nostro tempo e ad abbracciarlo con la sapienza della fede.

 

 

DAL SILENZIO DEL SEPOLCRO

AL GLORIA DELLA VEGLIA PASQUALE

 

Per tutta la giornata del Sabato Santo, la liturgia tace. Gesù è deposto nel sepolcro. Gli apostoli sono sconvolti e le donne affrante.

La liturgia si ridesta nel corso della notte nella Veglia Pasquale, con il fuoco nuovo, l’accensione del cero pasquale, l’annuncio di Pasqua con il canto dell’Exsultet, le sette letture dell’Antico Testamento, il canto del Gloria, l’Epistola, il Vangelo, la liturgia battesimale e la liturgia eucaristica. Il più grande avvenimento della storia - la risurrezione di Gesù - diventa il centro della vita cristiana e dell’anno liturgico, il punto dal quale la vita di Cristo risorto si comunica alla Chiesa e all’intero universo.

Vangelo secondo Marco 9,30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

CONTRAPPOSIZIONE E ATTRATTIVA

Gesù annuncia ai suoi la passione-morte-risurrezione, e questi discutono tra loro chi sia il più grande. Gesù rimpalla mettendo il primo all’ultimo posto e viceversa. Il Vangelo cambia la misura di cose e persone e rompe la logica normale. Come è possibile per gli apostoli e per noi passare dalla contrapposizione alla sequela di Cristo? Non ce la faremo con uno sforzo di volontà, sempre inadeguato, ma lasciandoci vincere dalla attrattiva di Cristo e domandando la Sua grazia.

Vangelo secondo Luca 10,21-24

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

OCCHI LIMPIDI E CUORE SEMPLICE

Qual è la condizione per accogliere il Signore che viene a salvarci? Occorre toglierci di dosso ogni presunzione e ogni tipo di quella sapienza terrena che fa da barriera alla fede: una sapienza che esclude – come non esistesse - tutto ciò che la supera e che la contraddice. Un cuore semplice che riconosce realtà per quello che è, nella sua interezza. Occhi che sanno vedere il Padre attraverso Gesù, e che sanno vedere Gesù attraverso chi lo testimonia.

Vangelo secondo Luca 21,34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

DI FRONTE AL DESTINO

Ultimo giorno dell’anno liturgico C, anzi dell’intero triennio ABC. Luca chiude il suo racconto, prima della passione, morte, risurrezione del Signore, con l’esortazione di Gesù a riguardo degli ultimi tempi, che sono già cominciati e che ci condurranno in faccia al Signore che viene: “State attenti a voi stessi…”, con quel che segue; “vegliate in ogni momento pregando”. In sintesi: usate bene della vita; state di fronte a Gesù. Da queste due cose dipende la nostra felicità presente e il nostro destino futuro.

Vangelo secondo Luca 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

UN GERMOGLIO

Quante volte ci accade di trovarci dentro un disastro e poi vediamo la nostra vita fiorire? Quante volte il mondo – e la Chiesa – sono sembrati sull’orlo del baratro e poi hanno ripreso vita e pace? La promessa di Gesù si intreccia con la speranza di ogni generazione e di ogni persona che viene al mondo. Ha solo bisogno di incontrare la nostra fede, per provocare la nostra adesione e suscitare un’audace collaborazione. Domandiamo la grazia di riconoscere il germoglio spuntare.

 

Vangelo secondo Luca 21,1-4

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

TUTTO QUELLO CHE AVEVA

Il Vangelo della vedova che offre al tempio ‘tutto quello che aveva’ richiama Maria che, presentandosi al tempio, offre se stessa. Continua poi a offrire la sua vita e la sua persona, come ‘povera serva’. Il Signore guarda all’umiltà e all’obbedienza di Maria, chiamandola ad essere Madre e sua collaboratrice per l’opera della redenzione. Invochiamo Maria come ‘Madonna della salute’, che provvede alla nostra salute e alla nostra salvezza, per il tempo e per l’eternità.