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Vangelo secondo Luca 9,1-6

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

LA POTENZA DI GESU’

“Diede loro forza e potere”. I Dodici vengono inviati da Gesù senza alcuna garanzia personale, ricchi soltanto del dono di Dio. Questo primo invio segna l’inizio della missione della Chiesa. I Dodici aprono la strada a tutti coloro che Gesù continua a chiamare e a mandare come suoi annunciatori e ministri. La memoria liturgica di San Pio mostra come Gesù opera anche oggi la salvezza dell’anima e del corpo: con i miracoli e la confessione, con la carità e la misericordia.

Vangelo secondo Matteo 14,1-12

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

LA LOTTA TRA LA MORTE E LA VITA

La storia di Gesù è intrecciata con quella di Giovanni Battista, nella dolcezza degli inizi dell’annuncio e della nascita, e nel dramma dell’imprigionamento e dell’uccisione. Il bene subisce l’aggressione del male, che appare vincente. Sarà la storia di Gesù a rovesciare questa logica. La morte di Gesù segnerà la sua consegna al Padre, che conduce il Figlio alla risurrezione e alla vita nuova. Questo cambia il destino di tutti, in particolare per coloro che soffrono e muoiono per il Signore.

 

Vangelo secondo Matteo 12,38-42

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
UN SEGNO

 

Il segno è lui, Gesù stesso, con la sua vicenda di morte e risurrezione; prima e più di ogni azione straordinaria e di ogni miracolo, è la persona stessa di Gesù, la sua presenza e sapienza, la sua parola. Gesù introduce a scoprire la sua vera identità: non un ‘uomo superiore’, ma Uno che ha un’altra origine e consistenza, senza paragone con qualsiasi uomo della terra, fosse efficace come Giona o sapiente come Salomone. Egli è Figlio dell’uomo, Figlio di Dio.

Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

UN CUORE CHE AMA

Nell’umanità concreta di Gesù, Dio si manifesta in tutte le dimensioni e i percorsi dell’umano. Dio-Amore viene a esprimersi attraverso il Cuore umano di Gesù. Occorre farne esperienza, allo stesso modo in cui i bambini e le persone semplici sperimentano l’amore del papà e della mamma e degli amici, e l’innamorata si abbandona all’uomo che la ama. E’ pieno di gratitudine colui che si riconosce amato da Gesù con un amore capace di donare a noi la sua stessa vita, come un sole, come un fiume.

Vangelo secondo Giovanni 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

LA MADRE DELLA CHIESA

La Pentecoste porta a compimento il tempo pasquale. Inizia oggi il tempo ordinario del calendario liturgico con uno sguardo a Maria, riconosciuta come Madre della Chiesa. Lo Spirito Santo ha raggiunto i primi discepoli riuniti insieme con Maria, aprendoli al mondo. Maria ha accompagnato l’apostolo Giovanni, al quale l’aveva affidata Gesù sotto la croce, fino ad Efeso. E’ un affidamento reciproco, perché anche Giovanni è affidato a Maria. Ciascun discepolo di Gesù accoglie Maria e viene accolto da Lei, Madre della Chiesa.