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Vangelo secondo Luca 14,12-14

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

LA CARITA’ E’ GRATUITA

La carità, come l’amicizia, è gratuita. Non cerca il contraccambio ma basta a se stessa e porta un frutto che splende nella risurrezione finale. Anche la missione è gratuita, come la testimonianza. Si annuncia Gesù e lo si testimonia senza alcuna pretesa di risultato. Grandiosa la testimonianza e la missione di San Carlo Borromeo nell’immensa diocesi di Milano, svolta con totale generosità e amore a Cristo e alla Chiesa che si rinnovava dopo il Concilio di Trento.

Vangelo secondo Marco 12,28-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

I COMANDAMENTI CHE FANNO VIVERE

Gesù porta in vetta i precetti fondamentali dell’antica Legge. La religione non è una esecuzione di pratiche legali o liturgiche, ma un cammino che apre a una vita buona. Gesù ci conduce a riconoscerci come figli di Dio, nostra origine e nostro punto di arrivo. Ci conduce a considerare ogni persona come un fratello e una sorella. Con il Vangelo una nuova corrente di vita scorre dentro l’umanità. Una famiglia cristiana, una comunità cristiana sono l’ambito educativo che accompagna a vivere come figli e fratelli.

Vangelo secondo Giovanni 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

IL DESTINO PER IL QUALE SIAMO FATTI

Il destino per il quale siamo stati fatti e per il quale siamo al mondo, è la totalità di vita ‘eterna’. Non un vuoto o una immobilità senza fine, ma un’esistenza attratta dal Padre che ci affida al Figlio. Tutto quello che siamo, ragione e cuore, corpo e anima, vissuti in pienezza nel rapporto con il Figlio: un istante eterno di felicità. Possiamo non desiderare questo per coloro che abbiamo conosciuto e amato e per noi stessi? La morte è la porta spalancata verso questo abbraccio.

Vangelo secondo Matteo 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

VIA DI SANTITA’

La festa di Tutti Santi ci dona uno sguardo nuovo sulla grande famiglia della Chiesa che vive in terra e in cielo. Non siamo individui soli, ma viviamo accompagnati dalla comunione dei santi del cielo e della terra. Santità significa vita buona, vera, giusta, che realizza la nostra umanità, portando a compimento la fisionomia e la vocazione di ciascuna persona come dono di Dio.

Impariamo a conoscere i grandi santi della storia della Chiesa e i santi del nostro tempo; domandiamo la compagnia e l’intercessione dei santi.

Vangelo secondo Luca 13,31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

LAMENTO SU GERUSALEMME

Braccato da Erode come un malfattore, Gesù sa bene quale via dovrà percorrere: quella già percorsa dai profeti perseguitati, nei tre giorni – misurati in modo simbolico e reale – della sua vita pubblica e della passione. Gesù grida il lamento su Gerusalemme ‘che uccide i profeti’ e invoca il giorno in cui la città si volgerà a Lui e lo accoglierà come Salvatore. E’ un ‘passaggio’ che ci auguriamo per ogni persona al mondo e per tutti noi.

Vangelo secondo Luca 13,22-30

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

DI DOVE SIETE?

Credevamo di essere apposto, tutto regolare con le pratiche religiose, con quello che ritenevano la normale onestà di una persona, di un cristiano. Che cosa ci manca? Gesù bolla i suoi interlocutori come ‘operatori di ingiustizia’. Può diventare un esame di coscienza. Intanto il richiamo di Gesù ci provoca a un atteggiamento di umiltà e a un bisogno continuo di verificare il nostro modo di vivere e di agire.

Vangelo secondo Luca 13,18-21

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

GRANELLO E LIEVITO

E’ cominciato così, come un piccolo seme, come un pugno di lievito. Un seme vivo, un lievito potente che hanno continuato a crescere e a espandersi, fiorendo in altre piante e lievitando in altre paste. Cosa è necessario perché il mondo cambi, perché la storia prenda la direzione della vita e della verità? Occorre che singoli uomini e donne, comunità e gruppi di comunità siano realmente presenti in famiglie, paesi, città, a partire dal cuore di ciascuno.