Vai al contenuto

Vangelo secondo Marco 9,41-50

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

TUTTA LA VITA

Tutta la vita della persona si concentra in Cristo: il bicchiere d’acqua, il rispetto del bambino, il superamento dello scandalo proprio e altrui… Nel nostro percorso umano, il rapporto con Cristo provoca una purificazione delle nostre azioni e dona sapore alle cose che facciamo. Diventa una valorizzazione della nostra persona e un’apertura di pace ‘gli uni con gli altri’.

Vangelo secondo Marco 9,30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

IL MISTERO DI GESU’ E I NOSTRI PENSIERI

Spesso siamo altrove, trascinati fuori di noi stessi, in fantasie e progetti che ci sfiancano: sogni, illusioni e paure. Gesù ci conduce a concretezza, e questa ricomincia dallo sguardo su di lui, che percorre la via della croce e giunge alla risurrezione. Percorriamo i giorni della nostra vita riconoscendo la sua presenza nella realtà che viviamo nella speranza e nella carità: anche l’accoglienza di un bimbo è segno di Lui.

Vangelo secondo Marco 9,14-29

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

FEDE E PREGHIERA

Un miracolo complicato. Dice che la lotta contro il male, contro satana che assale la persona, non è cosa semplice, e comunque solo Dio può dominarlo e sconfiggerlo. E tuttavia noi non dobbiamo rimanere passivi. Gesù ci invita ad azionare la nostra potenza più forte: la fede e la preghiera. Perché? Perché fede e preghiera ci fanno collaboratori di Dio, aprendogli il varco affinché egli possa entrare nel nostro territorio umano. Fede e preghiera: la forza più efficace per la vita.

Vangelo secondo Luca 6,27-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

UNA NUOVA UMANITA’

Da dove riparte un mondo diverso? Ogni bambino che nasce porta in sé il germoglio di un mondo nuovo, ma eredita anche la radice del male. Gesù ha proposto questo Vangelo che Lui ha realizzato fino in fondo con la vita, morte e risurrezione. Uniti a Lui fin dal Battesimo, e camminando dentro la vita della Chiesa impariamo la carità e il perdono con la testimonianza dei santi e di tante persone veramente cristiane. E’ una grazia da chiedere per noi e per tutti, mentre preghiamo per la salute di papa Francesco maestro e testimone di accoglienza e carità.

Vangelo secondo Matteo 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

LA CATTEDRA DELLA FEDE

A un uomo debole, con le sue fragilità e contraddizioni ma pieno di fede e di abbandono a Lui, a Simon Pietro, Gesù affida la sua opera per il presente e per il futuro, per la terra e per il cielo. La ‘cattedra’ sulla quale siede Pietro come maestro e pastore, ne è il simbolo. Riconosciamo nel Papa e nella Chiesa la continuità di questa promessa, che garantisce il nostro cammino personale di   fede e sequela di Cristo, in comunione con tanti fratelli.

Vangelo secondo Marco 8,34-9,1

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».

PERDERE E SALVARE

Gesù si pone come decisivo nei riguardi del nostro destino, cioè della riuscita o della perdita della nostra vita: Le sue parole suonano come minaccia o come promessa? Già tante volte abbiamo sperimentato la fragilità e l’inganno dei nostri programmi, quando pretendiamo di realizzarci con le nostre forze. Realmente conviene affidarci a Lui e andargli dietro con un desiderio e una decisione sempre nuovi. Penserà Lui a riempire la nostra vita della felicità di incontrarlo e amarlo.

Vangelo secondo Marco 8,27-33

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

LA VIA DI CRISTO SALVATORE

Scoprire che Gesù è Cristo, cioè Messia Salvatore, è un passo importante nella nostra vita. Tuttavia, come Pietro, rischiamo di immaginare un Messia che non passa attraverso la croce e supera in anticipo ogni opposizione e ogni avversità. La via che Gesù percorre è un’altra. Egli giunge alla risurrezione e quindi alla vittoria sulla morte attraverso la consegna di sé fino alla morte di croce. Percorrendo la dolorosa via di Gesù, con Lui arriviamo alla pienezza della vita.

Vangelo secondo Marco 8,22-26

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

A POCO A POCO

Un miracolo a tappe progressive, come di solito accade nella vita. La grazia di qualcuno che ci accompagna a Gesù, la sua mano che prende la nostra e ci conduce ‘fuori dal villaggio’, poi la saliva e tutto il resto. Colpisce la ‘progressione sacramentale’ dei gesti di Gesù. Il cristianesimo non tocca solo mente e cuore: tocca corpo e anima. Senza pubblicità: “Non entrare nemmeno nel villaggio”, dice Gesù al cieco guarito.

Vangelo secondo Marco 8,14-21

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

E’ IN GIOCO LA FIDUCIA

Il lievito dei farisei e quello di Erode non servirebbero a fare il pane di cui i discepoli hanno bisogno, ma corromperebbero la loro anima. E dunque, non bisogna ricorrere a ‘fornitori’ falsi quando si ha bisogno di pane o di altro: non rispondono alle nostre necessità. Possiamo invece confidare nel Signore Gesù che ha moltiplicato i pani e ci insegue con la sua Provvidenza: un miracolo che ci accompagna in tutta vita. Occorre comprendere e fidarsi!