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Vangelo secondo Matteo 8,5-11

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

SALVEZZA A DISTANZA

Viene da paragonare la ‘salvezza a distanza’ compiuta da Gesù per il servo del centurione, alla ‘salvezza a distanza’ che Egli opera per noi. Gesù non entra fisicamente nelle nostre case, ma ci raggiunge con la potenza del Suo Santo Spirito e ci salva. Egli opera attraverso la Chiesa e i suoi sacramenti, si fa vicino a noi e ci soccorre attraverso l’amicizia, l’amore, la carità di tante persone. Occorre solo invocarlo e riconoscerlo con la fede semplice e decisa del centurione.

1 Dicembre 2019
I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

Vangelo secondo Matteo 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

L’ATTESA DELLA SUA VENUTA

Dice san Bernardo, e lo conferma tutta la tradizione della Chiesa, che vi è una triplice venuta del Signore. “Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini; nell'ultima ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. Nella venuta intermedia il Figlio di Dio si rivela a chi lo cerca e lo ama.
Il tempo di Avvento apre a ciascuna delle tre venute: nel Natale, nell’ultimo giorno, in ogni giorno della vita. Il tempo, misurato con la cadenza dell’anno liturgico che inizia oggi, ci è donato per riconoscere Gesù che viene oggi, nella celebrazione liturgica e nelle circostanze della vita, mentre si rinnova l’attesa della sua piena rivelazione.

Vangelo secondo Matteo 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

INIZIO DELLA NOSTRA STORIA

Gesù aveva già incontrato Andrea, fratello di Simone, e Giovanni fratello di Giacomo. Giovanni nel primo capitolo del suo Vangelo racconta che insieme con Andrea si mise a seguire Gesù sulla riva del fiume, rimanendo con lui tutto quel giorno. Un piccolo avvenimento, inizio di una storia che raggiunge ora la nostra vita. Gesù ci chiama ancora a seguirlo per diventare suoi testimoni nel mondo, insieme con tanti altri fratelli, attraverso l’annuncio e i gesti della carità e della missione.

Venerdì 29 novembre 2019

San Saturnino vescovo e martire, III sec.

Vangelo secondo Luca 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

FIORISCONO I GERMOGLI

Dopo gli annunci della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, premonizioni della fine di tutte le cose, ecco rinascere la speranza di un mondo nuovo. Mentre ancora incombono notizie di alluvioni e terremoti, nella storia del mondo fiorisce un nuovo germoglio, anticipo del regno di Dio. Dove nasce una vita, dove si apre una porta, dove un cuore si commuove e braccia accolgono, ecco la novità. Dove si lascia spazio alla presenza di Dio, alla fede e alla carità, tutto ricomincia.

 

Vangelo secondo Luca 21,20-28

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

VERSO L’ULTIMO GIORNO

L’ultima settimana dell’anno liturgico richiama le parole di Gesù sugli ultimi tempi e sulla fine del mondo. Come anticipo, Gesù ha davanti agli occhi la distruzione di Gerusalemme che avverrà nell’anno 70. La fine della grande città è segno della fine del mondo. Lo sono anche i ponti che crollano e le case distrutte dal terremoto. Se tutto viene sconvolto, dove abita la nostra speranza? La liberazione, per i giorni che viviamo e per l’ultimo giorno, viene da Gesù, Signore del cosmo e della storia.

Mercoledì 27 novembre 2019, San Virgilio vescovo, Irlanda, VIII sec

Vangelo secondo Luca 21,12-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

PER UNA NUOVA SORGENTE

Ci sono stati tempi e ci sono ancora luoghi nei quali la profezia di Gesù si è avverata e si avvera alla lettera: i cristiani vengono brutalmente perseguitati. Nei nostri paesi la persecuzione assume il volto discreto e leggero dello spegnimento, dell’assopimento, della sparizione dalla vita. Svanisce nelle famiglie e negli ambienti come una fontana che si secca e diventa forse un monumento. Eppure, nel deserto, la forza dello Spirito fa sgorgare un nuovo rivolo. Lo si guarda con attenzione e interesse. La fede fa rinascere la vita.

Vangelo secondo Luca 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

CHE COSA CI BASTA?

Quando vediamo qualcosa franare, come i ponti o le case, quando perdiamo qualcosa di nostro, allora percepiamo che la speranza non può consistere solo nel ripristino delle cose perdute. Non ci bastano le promesse dei politico o dei tecnici. Il nostro bisogno pesca più profondità. Quando la nostra stessa vita franerà, da dove ci verrà l’aiuto? Chi è la nostra salvezza, in quel momento e anche nella giornata che oggi ci è donata da vivere? Alzando gli occhi, domandiamo: “Vieni Signore Gesù”.

Vangelo secondo Luca 21,1-4

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

DUE MONETINE

Siamo abituati ai grandi numeri e alle grandi cifre: per piazze e operazioni bancarie. Che vale una donna, vedova e povera? Cosa valgono due monetine? Il conteggio della quantità demolisce il valore delle cose e delle persone. Gesù sa guardare la singola persona, la singola azione, il cuore di ciascuno. Il gesto più piccolo vale davanti a Lui: quando è vero implica l’intera persona. Questo episodio ci aiuta a riconoscere come Gesù ci guarda e come noi stessi possiamo guardare il prossimo.