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Vangelo secondo Luca 18,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

TROVERA’ LA FEDE SULLA TERRA?

Cos’è la fede che Gesù vorrebbe trovare sulla terra nel giorno della sua ultima venuta? Fede è riconoscere Gesù presente ora; è tenere un rapporto vivo con Lui mentre viviamo e amiamo, soffriamo e speriamo, lavoriamo e godiamo. Una fede come rapporto con il Signore è capace di presentarsi ogni giorno a Lui, domandando e affidando. Una fede così apre gli occhi e il cuore a riconoscere in tutta la vita i doni di cui Egli ci riempie. La Giornata Missionaria ci fa desiderare una fede così per tutti gli uomini.

Vangelo secondo Luca, 12,8-12

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli “Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

RICONOSCERE GESU’

Riconoscere Gesù come Figlio di Dio, Messia e salvatore, e riconoscerlo davanti a tutti, costituisce il volto e il compito del cristiano che ha incontrato il Signore e lo segue. Gesù si manifesta a noi con una chiarezza tale che non si può negare né sopprimere: sarebbe un peccato contro lo Spirito Santo, cioè un peccato contro l’evidenza, contro la grazia che muove il cuore. Sottrarsi a questa grazia che entra nella vita, è il vero male che decide il destino dell’uomo.

Vangelo secondo Luca 10,1-9

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

LUCA, L’EVANGELISTA

Luca non sarà nel numero dei primi settantadue discepoli mandati in missione, ma certamente ha svolto un grande lavoro apostolico come collaboratore di Paolo e soprattutto attraverso il suo Vangelo scritto con passione di storico e con attenzione verso il mondo greco-romano, nuovo orizzonte dell’annuncio evangelico. Luca svela la particolare attenzione di Gesù verso i piccoli, i poveri, le donne, gli stranieri, e fa risaltare la gioia dello Spirito Santo che fa vibrare il cuore di chi incontra Gesù.

Vangelo secondo Luca 11,47-54

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

POTERE E PROFETI

Proviamo ad applicare queste parole di Gesù ai ‘profeti e apostoli’ messi a tacere dal potere. Il potere politico manda in esilio, castiga e uccide persone che lo contestano con l’azione, la parola, la vita.  Così fa anche il potere dei media e della politica. Anche certi poteri nella Chiesa hanno emarginato o scomunicato persone che, con il passar del tempo, vengono riconosciute nel loro valore e nel loro carisma. Apriamo cuore e occhi per riconoscere e seguire i profeti che Dio manda.

Vangelo di Luca 11, 42-46

In quel tempo, Gesù disse: “Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!

L’ATTRATTIVA

Un maestro che dice e non fa, non lo badi. Neanche un genitore. Non è che ti aspetti dalle persone la totale coerenza, e sei anche disposto a scusare le loro debolezze. Ma devi scorgere in esse una tensione al bene, un desiderio di seguire Dio e di comunicarlo attraverso la vita. Vale nel campo dell’educazione e più ancora nel campo della religione. La fede si comunica per attrattiva, attraverso una persona e una comunità a loro volta attratte dal Signore.

Vangelo di Luca 11,37-41

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro.

LA VIA DELLA PURIFICAZIONE

Ci vorrebbe Santa Teresa d’Avila a fustigare l’ipocrisia e la superficialità delle persone false che appaiono belle fuori e sono brutte dentro. Teresa ha purificato e rinnovato la vita delle monache, e anche quella di tanti cristiani, riportandola alla verità di un rapporto vivo con il Signore Gesù, che libera dagli idoli e dalla cattiveria. Nella verifica della propria vita, grande strumento è la carità, come Gesù suggerisce, perché rende libero il cuore dall’attaccamento a noi stessi.

Vangelo di Luca 11, 29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

RICONOSCERE GESU’

Pretendiamo sempre un segno diverso, pur avendo sotto gli occhi Gesù e tutti i suoi doni. Viviamo dentro il gran popolo di Dio che celebra e testimonia ‘il segno di Giona’, anticipo del mistero pasquale della morte e risurrezione del Signore. Gesù ci accompagna con la sua parola e la sua presenza nell’Eucaristia e negli altri sacramenti e nella realtà della Chiesa. Abbiamo la testimonianza dei martiri che hanno dato la vita per lui. Come non riconoscerlo?

Vangelo secondo Luca 17,11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

LUNGO LA STRADA

Lungo la strada, e forse anche un poco fuori strada – come toccava a chi era nella loro condizione – dieci lebbrosi incontrano Gesù e lanciano verso di Lui il grido della pietà. Gesù non li guarisce all’istante ma li rimette in cammino.                              Gesù concede anche a noi, che gridiamo verso di Lui, una strada di guarigione e di salvezza. Anche per noi è un cammino verso la Chiesa e nella Chiesa, fino a incontrare i sacerdoti che ci offrono la parola e il sacramento. Come non essere grati, come non tornare ogni giorno a dire Grazie? Questa gratitudine, che ci fa tornare a Cristo e ci fa stare davanti a Lui, è la vera salvezza.

Vangelo secondo Luca 11,27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

LODE A MARIA

E’ bello unirsi al coro di lode della donna che grida dalla folla. La Chiesa, da un santuario all’altro, continua a lodare Maria per tutti i secoli. Più ancora, la Chiesa si identifica in Maria che ha ‘ascoltato e osservato’ la Parola di Dio, accogliendo Gesù nel grembo e facendolo crescere nella vita; custodendone poi la viva memoria, insieme con i primi discepoli. Se accogliamo e viviamo Gesù chiedendo il cuore di Maria, la nostra vita si riempie della Sua Presenza e della Sua gioia.