Categoria: Vangelo quotidiano
22 Settembre 2024, XXV DOMENICA, Tempo Ordinario, Anno B; + Santi Maurizio, Candido, Essuperio, Vittore e Compagni, martiri della Legione Tebea, Agaunum (odierna Saint-Maurice-en-Valais), Svizzera, 287
Vangelo secondo Marco 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
UNA NUOVA PROSPETTIVA DI VITA
Guardare ogni giorno Gesù come Messia che dona la vita, apre una nuova prospettiva. In famiglia, nel lavoro, nella scuola, nella vita sociale cambia la prospettiva: viviamo non per il nostro tornaconto e la nostra comodità, ma per una missione che il Signore ci affida. Siamo padri e madri, educatori e compagni di strada nell’ambiente in cui viviamo: testimoniamo la gioia di servire il Signore nei fratelli che incontriamo, tenendoci liberi dalla pretesa di risultati e gratificazioni. La nostra ricompensa è l’amicizia del Signore Gesù.
Sabato 21 settembre, San Matteo, apostolo ed evangelista
Vangelo secondo Matteo 9,9-139,9-13
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
LA CHIAMATA
Quale grazia più grande dell’incontro con un uomo che ti sveglia dall’abitudine e dal torpore e ti chiama a seguirlo per una via più grande e più vera? Ci domandiamo spesso come ha fatto Matteo ad alzarsi subito per seguire Gesù. Domandiamoci anche cosa aveva in cuore quale inquietudine, quale desiderio e domanda. Nell’incontro con Gesù, risveglia in lui il guizzo di una intuizione: “Quest’uomo che mi chiama mi vuol bene. Affido a Lui il mio destino”. Una grazia che può ancora accadere.
Venerdì 20 settembre 2024, + Santi Martiri Coreani: Andrea Kim Taegon, Paolo Hasang e 101 compagni, 1839-1867
Vangelo secondo Luca 8,1-3
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
UNA GRANDE COMPAGNIA
La Chiesa è una grande compagnia di persone che stanno con Gesù. La notazione dell’evangelista Luca è preziosa: non solo i dodici apostoli seguono Gesù, ma anche un gruppo di donne, quelle citate e ‘molte altre’ ‘ che li servono con i loro beni’. Fin dall’inizio il cristianesimo si presenta come un’amicizia con Gesù, che ci rende amici superando ogni barriera e coinvolgendo ogni tipo di persone. Nel tempo, la Chiesa vive quando diventa un’amicizia coinvolgente che si dilata. Un miracolo che ancora permane.
Giovedì 19 settembre 2024, + San Gennaro vescovo e martire, m. Pozzuoli, 19 settembre 305 + Nostra Signora De la Salette, apparizione: 19 settembre 1846
Vangelo secondo Luca 7,36-50
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
IL PROFUMO DELLA DONNA PECCATRICE
Questa scena è uno spettacolo di vita e amore, come solo una donna ha la grazia e l’ardire di compiere. L’audacia di entrare in un convito di soli uomini; lacrime, baci, profumo. Il fariseo, e tanti altri con lui, si scandalizza. Il cuore e l’intelligenza di Gesù sono più grandi, e l’amore manifestato a Gesù da quella donna ottiene il perdono dei suoi molti peccati. E’ il gioco della grazia: un dono gratuito che Dio concede a chi riconosce e ama Gesù.
Martedì 17 settembre 2024, + Sant’Ildegarda di Bingen, monaca, dottore della Chiesa, Kreuznach, castello di Böckenheim, Germania, 1098 – Bingen, Germania, 17 settembre 1179; + San Roberto Bellarmino, vescovo e dottore della Chiesa, Montepulciano, Siena, 4 ottobre 1542 – Roma, 17 settembre 1621
Vangelo secondo Luca 7,11-17
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
“NON PIANGERE”
La com-passione per quella donna sospinge Gesù a far ritornare in vita il ragazzo morto. Gesù non programma i miracoli, nè li fa per ‘dimostrarsi’ grande o bravo. Egli reagisce agli incontri, si lascia provocare dagli avvenimenti cercando il bene di tutti coloro che trova sulla sua strada. I suoi interventi straordinari diventano segno e promessa di una salvezza definitiva che Gesù potrà ottenere per tutti attraverso la sua morte e risurrezione.
Lunedì 16 settembre 2024, + San Cipriano, vescovo e martire, Cartagine 210-258, + San Cornelio, papa e martire, m. 253
Vangelo di Luca 7,1-10
In quel tempo Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa». All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
LA DOMANDA DISCRETA
Anche questo straniero ha bisogno di Gesù e lo manda a chiamare perché guarisca un servo malato. Già questo è un tratto di nobiltà. Inoltre, non pretende che Gesù vada a casa sua, e paragona il proprio ruolo di comando con la potestà di Gesù: “Anche a te, per guarire il mio servo basta una parola, un comando”. Che cosa della personalità di Gesù avrà intuito questo centurione? Che cosa, ritornando al paese di origine - forse l’Italia - avrà portato in cuore?
15 Settembre 2024 XXIV DOMENICA, Tempo ordinario, Anno B – Madonna Addolorata: omelia
15 Settembre 2024 XXIV DOMENICA, Tempo ordinario, Anno B – Madonna Addolorata
Dal Vangelo secondo Marco 8,27-35
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
LA DECISIONE DELLA FEDE
In questo mese in cui le nostre comunità riprendono insieme il cammino, Gesù ci richiama per risvegliare la fede e la decisione di seguirlo: questa fede che professiamo insieme nella liturgia festiva, vitale per tutti i cristiani. Dietro a Gesù mettiamo tutta la vita: famiglia, lavoro, rapporti con le persone, fatiche e gioie, accompagnati dalla Madonna Addolorata. Abbiamo la grazia di vivere nella grande Chiesa di Dio che cammina in tutto il mondo – vedi il grande viaggio del Papa in Estremo Oriente – e siamo accompagnati dalla nostra comunità e dal giro di amicizie cristiane. Un dono grande.
Sabato 14 settembre 2024 – Esaltazione della Santa Croce
Vangelo secondo Giovanni 3,13-17
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
LA CROCE INNALZATA
La croce, terribile strumento di morte, diventa per Gesù un vessillo di vita. Come è possibile? Gesù in croce accoglie tutto il male del mondo e consegna al Padre il suo corpo e il suo spirito: la croce esprime la totalità del Suo dono di amore. Siamo sbigottiti e nello stesso tempo rimaniamo fiduciosi, attendendo la risposta del Padre nel terzo giorno, con la risurrezione del Figlio Gesù. Anche in tutte le croci nostre e del mondo attendiamo il terzo giorno.