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Vangelo secondo Marco 16,15-20

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

IL COMPIMENTO E LA MISSIONE

Vediamo l’ascensione come il compimento della vita terrena e della missione di Gesù. Così la descrivono gli Atti degli Apostoli.
Vediamo l’ascensione come la promessa di un destino buono per noi e per tutta l’umanità, nel mistero universale di salvezza. Così la delinea Paolo nella lettera agli Efesini.
Vediamo l’ascensione come l’affidamento della missione di Gesù ai discepoli, alla Chiesa, ad ogni cristiano, avendo come orizzonte tutta l’umanità. Così la racconta il Vangelo.
Il protagonista resta Gesù, Signore del tempo e dello spazio, che continua ad agire nel mondo attraverso il suo santo Spirito.

 

Vangelo di Giovanni, 16,23-28

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

UNA GIOIA PIENA

Nell’imminenza della sua partenza da questo mondo, Gesù spalanca davanti ai discepoli l’immagine del suo eterno Padre, che li ama perché loro hanno amato il Suo Figlio Gesù! Questo è il principio di un circolo virtuoso tra il Padre, il Figlio, e i discepoli, che avviene nel vortice di amore dello Spirito Santo. La nostra vita umana viene trascinata verso un livello più alto e sperimenta una gioia che supera tutte le gioie e i piaceri di questo mondo.

Vangelo di Giovanni, 16,20-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

UN PARTO DI VITA NUOVA

I discepoli sono nel dolore per l’imminenza della partenza di Gesù. Come faranno a vivere senza? Senza di Lui non si può vivere. L’attesa della sua venuta è dolorosa come un parto che genera una nuova vita. Eppure i giorni che scorrono non sono vuoti della sua presenza. Gesù ha detto: “Io sarò sempre con voi”. Privati della presenza fisica, non ci manca Lui nella vita e nella vitalità della Chiesa, nella santità di tanti cristiani, nella compagnia degli amici di Gesù.

 

Vangelo di Giovanni, 16,16-20

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

QUANTO POCO?

Quanto dura questo poco? Sembra quasi un gioco di parole, che sovrappone il ‘poco’ del tempo all’eternità, che non è misurabile. In questo ‘poco’ del tempo, la missione dei discepoli affronterà fatiche fino allo spasimo del martirio, che in alcune epoche avrà aspetti terrificanti. Gesù promette che dopo seguirà una felicità eterna, non misurabile. Si può tuttavia dire che anche nel ‘poco’ del tempo quaggiù i discepoli respireranno la gioia, ancora più grande, ugualmente promessa da Gesù.

Vangelo secondo Giovanni 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

UNA FEDE IN CAMMINO

I passi della fede sono tanti quanti i giorni della vita, come il fiorire e il maturare della semente, come l’onda che deposita un millesimo di sabbia sulla spiaggia. La fede cresce con la vita illuminata dallo Spirito di verità che introduce progressivamente nel mistero di Cristo. Gesù Cristo e lo Spirito Santo non sono vie parallele; lo Spirito, come il sole e la pioggia sui campi, fa maturare la pianta della fede e ci svela il Volto del Signore.

Vangelo secondo Giovanni 16,5-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: ‘Dove vai?’. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

UN’UNICA AZIONE DI SALVEZZA

Quella partenza che per Gesù è compimento, per gli apostoli diventa vuoto e tristezza. Ma la missione di Gesù non si realizza in solitaria. Nella sua vita terrena Gesù compie le opere del Padre che l’ha inviato; in seguito la sua missione continua con lo Spirito Santo. Dio Trinità realizza l’unica impresa della salvezza con l’intervento proprio di ciascuna persona divina. Quando Spirito Santo entra nel cuore del mondo e delle persone, ne svela il bene e il male.

Vangelo secondo Giovanni 15,26-16,4

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

LA PROMESSA

La promessa avviene nell’Ultima Cena, quando Gesù sta per lasciare gli amici che sono stati con lui ‘fin dal principio’. Gesù non li abbandona, perché lo Spirito della verità che Egli promette, realizzerà in altro modo la sua presenza e continuerà la sua opera. La presenza e l’opera di Gesù, dopo la sua morte e risurrezione, non sono svanite nella sabbia del deserto. Entrate nel cuore di tante persone, sono corse per il mondo e rimangono vive nella mia e nella nostra vita.

Vangelo secondo Giovanni 15,9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

VI HO CHIAMATO AMICI

Una cascata di amore, come un torrente benefico viene da Dio e si riversa nell’umanità. Quasi a compimento del tempo pasquale Gesù ci dice: “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Rimanete nel mio amore”. Questa è la storia di Dio con noi, il nostro tracciato di vita. Il cuore dell’uomo e della donna rinasce da questa fonte: verso il coniuge, figli, genitori, familiari, colleghi e quanti incontriamo nella vita di ogni giorno. Un atteggiamento nuovo, aperto al mondo. Un Vangelo che vive.