Categoria: Vangelo quotidiano
Domenica 9 giugno 2019 PENTECOSTE
Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
IL CAMMINO DELLA VERITÀ'
Quanto è lungo il cammino che conduce alla verità? Anche chi va dietro a un Maestro riconosciuto come Gesù, non possiede tutta intera la verità nemmeno se tiene in tasca il Vangelo. Il mistero di Dio e dell'uomo è così grande che le parole e le azioni di Gesù non lo svelano tutto intero, ma ne aprono il cammino di scoperta. "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso", ci avvisa Gesù. La sua dottrina ricca di insegnamenti, e soprattutto la sua vita pregna del mistero di Dio e dell'uomo, non può venire costretta in un prontuario di filosofia o nel florilegio dei buoni esempi. Lo svelamento della verità 'tutta intera' è un cammino sostenuto dal 'Maestro interiore', lo Spirito Santo, che ne accompagna la scoperta facendone esperienza con la mente, il cuore, la vita. Non solo nel silenzio e nella solitudine, ma anche nella compagnia dei fratelli che camminano con noi e nella testimonianza dei santi e dei pastori che ci salvaguardano dall'isolamento e dall'autoreferenzialitá. Lo Spirito di Gesù è il sole che illumina la verità della vita e la riscalda nel calore di Dio.
Sabato 8 giugno 2019 San Giacomo Berthieu, 1838-1896 missionario martire in Madagascar
Vangelo secondo Giovanni 21,20-25
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
IL TESTIMONE
Il discepolo che Gesù amava chiude il Vangelo dichiarando il valore della sua testimonianza. Egli racconta cose vere, 'quel che abbiamo visto e udito', come dirà nella sua prima lettera. Tuttavia egli è consapevole che la vita di Gesù contiene 'molte altre cose' che non possono essere contenute nei libri, sia per la quantità, sia per la profondità del mistero che custodiscono. Solo lo Spirito che Gesù manderà dal Padre nel giorno di Pentecoste e nei giorni della storia della Chiesa ,conduce alla 'verità tutta intera'.
Giovedì 6 giugno 2019, San Norberto vescovo, Germania 1085-1134
Vangelo secondo Giovanni 17,20-26
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
NELL’UNITA’ DEL PADRE E DEL FIGLIO
La preghiera di Gesù abbraccia il mondo. Egli tutti riconduce a vivere il suo rapporto con il Padre. Vivendo la vita familiare e sociale nell’unità, diventiamo segno del Padre che ci ama donando il Figlio e del Figlio che ci ama fino dare la vita per noi. Veniamo incamminati al luogo della sua gloria, cioè alla pienezza del Paradiso, dove il Figlio siede alla destra del Padre. Questo è lo scopo dell’incarnazione del Figlio, questo è l’anelito di felicità di ogni uomo.
Mercoledì 5 giugno 2019 San Bonifacio, vescovo e martire, evangelizzatore della Germania 672-754
Vangelo secondo Giovanni 17,11-19
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
“COME NOI”
Nel grande discorso dell’Ultima Cena, Gesù si rivolge direttamente al Padre, e chiede che i discepoli ‘siano una sola cosa’ come il Padre e il Figlio e abbiano la pienezza della sua gioia. Il Figlio di Dio non si è fatto uomo per riempirci di miracoli, ma per donarci se stesso, rendendoci partecipi della vita e dell’amore che Egli riceve dal Padre. Possiamo camminare nel mondo con una faccia nuova e un cuore nuovo, che si riverberano in un mondo nuovo.
Martedì 4 giugno 2019 San Francesco Caracciolo, 1563-1608
Vangelo secondo Giovanni 17,1-11
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
LA GLORIA DI DIO
Che cos’è la gloria di Dio? Il Figlio Gesù ha dato gloria a Dio compiendo l’opera che il Padre gli ha affidato: la sua vita umana, dalla concezione alla morte-risurrezione, nella quale Dio ci ha manifestato il suo ‘nome’: Padre che genera, Figlio che dona la vita, Spirito che unisce nell’amore. Credendo nel Figlio Gesù e compiendo le sue opere, entriamo nel vortice della Trinità e partecipiamo alla stessa vita di Dio. Così la gloria di Dio continua a manifestarsi al mondo.
Lunedì 3 giugno 2019 Santi Carlo Lwanga e 12 compagni martiri in Uganda, 1886-87
Vangelo secondo Giovanni 16,29-33
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
NELL’UNITA’ CON IL PADRE
I discepoli non si rendono conto, ascoltando Gesù che nell’ultima Cena annuncia di ritornare al Padre, che c’è ancora di mezzo la sua passione e morte e il loro stesso smarrimento. Gesù lancia una promessa. Come Lui è giunto al compimento della sua missione in forza dell’unità con il Padre, così i discepoli potranno affrontare ogni difficoltà attraverso l’unità con Gesù. Ce lo testimoniano tanti cristiani e martiri, come i setti vescovi che ieri Papa Francesco ha proclamato beati in Romania.
Domenica 2 giugno 2019 ASCENSIONE DEL SIGNORE – omelia
Domenica 2 giugno 2019 ASCENSIONE DEL SIGNORE
Vangelo secondo Luca 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
QUANDO GESU’ ASCENDE AL PADRE
Non prende treno né aereo, ma si allontana dai suoi innalzandosi al cielo e svanendo davanti ai loro occhi. L’uscita di Gesù dal mondo percorre una via nuova, per giungere al punto che coincide con il punto di partenza: uscito dal Padre, Gesù ritorna al Padre nella condizione umana segnata dalla storia vissuta con noi. L’uomo Gesù viene innalzato alla gloria celeste!
I suoi si prostrano nel momento dell’addio e poi lo inseguono con gli occhi, ma non restano a guardare. Quello che hanno visto e udito nella compagnia e nella sequela di Gesù, ora sono inviati a comunicarlo ‘a tutti i popoli’, perché tutti ricevano il perdono di Dio e si convertano a vita buona. L’impresa folle iniziata da Gesù, viene consegnata ai discepoli. Come potranno? Dio è forza e compagnia. Asceso alla destra del Padre, Gesù manderà sui discepoli colui che il Padre ha promesso, per continuare ed estendere l’opera di salvezza: lo Spirito Santo li rivestirà di potenza. Gli apostoli e quanti li seguiranno, daranno testimonianza totale e audace che Gesù, morto e risorto, è il Signore che salva il mondo.
Venerdì 31 maggio 2019 – Visitazione della Beata Vergine Maria
Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
UNA VISITA IN CASA
A conclusione del mese di Maggio, che raduna gruppi di cristiani nelle chiese, negli incroci delle strade, nei campielli e in altri luoghi a pregare il Rosario - anche nell’inclemenza di queste serate di pioggia - la liturgia celebra Maria che viene a visitare la nostra casa, come aveva visitato la cugina Elisabetta e ne aveva benedetto il figlio nel grembo. Maria loda il Signore per essere stata scelta tra i piccoli e gli umili, ed esalta la sua misericordia che abbraccia tutti i suoi figli.