Categoria: Vangelo quotidiano
Sabato 30 giugno 2018, Santi primi Martiri della Chiesa di Roma, sec I dall’anno 64
Vangelo secondo Matteo 8,5-17
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
“Egli ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle malattie”.
UNA FEDE ‘super’
La fiducia che il centurione ha in Gesù ci fa trasalire. Quest’uomo, antico romano quindi straniero e lontano dalla fede di Israele, si ritiene così indegno e si fida così tanto di Gesù, da credere che Egli possa fare un miracolo in distanza. E Gesù fa un miracolo così, secondo la misura della nostra fede: “Avvenga come hai creduto”. Abbiamo mai provato a fidarci di Gesù con una fede intera, totalmente affidata e nello stesso tempo libera da pretese?
Venerdì 29 Giugno 2018 – Santi Pietro e Paolo apostoli
Giovedì 28 giugno 2018 Sant’Ireneo di Lione, vescovo e martire, 124-202
Vangelo secondo Matteo 7,21-29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
LA VITA E LA ROCCIA
A conclusione del grande discorso della montagna, aperto con le beatitudini, Gesù domanda la nostra vita, non la nostra potenza, il nostro attaccamento, non il nostro ingegno. La salvezza dipende ben più dalla familiarità con Cristo e dalla fiducia in lui, che non dalle imprese riuscite. Per mettere in pratica la sua parola non vale prima di tutto il proposito di coerenza, ma la decisione di volergli bene. Come Gesù ha chiesto a Pietro e a Paolo, dei quali celebriamo oggi la vigilia.
Mercoledì 27 giugno 2019, San Cirillo d’Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa 378-444
Vangelo secondo Matteo 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
I FRUTTI DELL'ALBERO
Gesù parla con il suo linguaggio efficace, pronunciando parole di grande sapienza che continuano a venire usate correntemente come aforismi. Gesù parla di se stesso e della sua opera, sia per quanto riguarda la diffusione del suo Regno nel mondo, sia per quanto riguarda la sua presenza nel cuore e nella vita di ogni uomo. Ascoltando quello che Lui dice, si rinnova il desiderio di stare attaccati all’albero che Lui stesso è, per portare buon frutto.
Lunedì 25 giugno 2018 San Massimo di Torino, vescovo, m.423
Vangelo secondo Matteo 7,1-5
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
UN MONDO DI SGUARDI
Come vorremmo essere giudicati? Vorremmo essere capiti, valorizzati nei nostri pregi, accolti e corretti con benevolenza nei nostri difetti e negli sbagli. Quando incrociamo lo sguardo di un amico, pieno di fiducia e di simpatia, siamo disposti ad ammettere di essere mancanti di qualcosa, di avere dei difetti, di aver sbagliato qualcosa, In questo modo ci guarda Dio, così Gesù guarda i peccatori e le persone deboli e malate. Così un genitore guarda un figlio. Questi sguardi fanno cambiare il mondo.
Festa S.Giovanni Battista – 24 giugno 2018 – OMELIA
Domenica 24 Giugno 2018 NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Vangelo secondo Luca 1,57-66.80
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
IL DITO DI GIOVANNI
La liturgia della domenica lascia spazio a Giovanni Battista. Il Battista aveva fatto spazio a Gesù: lo ha indicato presente, e alcuni dei suoi discepoli sono andati dietro a Gesù, Giovanni e Andrea per primi. Il Battista aveva riconosciuto Gesù tra la folla dei penitenti, e aveva visto lo Spirito posarsi su di lui al momento dell'immersione nel fiume Giordano per il Battesimo; una illuminazione analoga a quella che gli era accaduta quando, nell'incontro di Elisabetta con Maria madre di Gesù, si era scosso nel seno della madre. “Che sarà mai questo bambino?” diceva la gente alla sua nascita.
La venuta di Gesù figlio di Dio e il suo riconoscimento tra gli uomini, non avviene con lo scoppio dei mortaretti. Avviene per la comunicazione da persona a persona. Chi vede Gesù, lo dice a un altro. Il metodo del Battista continua nella Chiesa: "Quello che abbiamo visto e udito, lo annunciamo a voi", come dice uno dei due primi discepoli, Giovanni. Così si è comunicato il cristianesimo, e così oggi riprende fiato nella società secolarizzata, refrattaria a ogni forma di organizzazione e programmazione della fede. Giovanni Battista, con il suo grido e il dito puntato, ne è il capostipite.
Sabato 23 giugno 2018 San Giuseppe Cafasso, sacerdote 1811-1860
Festa di San Giovanni Battista a Borgo S.Giovanni: IL POPOLO E LA TERRA.Festa e cena sabato 23/domenica 24 giugno e due belle Mostre: *TERRASANTA, la Terra di Gesù - *Intrecci di natura: sculture da tronchi d’albero
Vangelo secondo Matteo 6,24-34
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
IL CUORE INDIVISO
Possiamo immaginare Gesù mentre rivolge queste parole ai suoi amici? Gesù ha una conoscenza infinitamente profonda del Padre; anzi, ne ha un’esperienza umanamente viva. Il Padre lo accompagna e lo sostiene. Questo rapporto egli lo comunica ai discepoli, figli del Padre, e suoi amici. Vivere così, cambia la vita. Si cammina nella fiducia e nella certezza, si affronta il mare e la tempesta con coraggio e dedizione. Ogni giorno ricomincia la partita della vita, dicendo con cuore indiviso: “Padre…”
Venerdì 22 giugno 2018 San Paolino da Nola, vescovo, 355, Nola, Napoli, 431 San Giovanni Fisher, vescovo e martire, 1469-1535. San Tommaso Moro, 1478-1535
Stasera alle ore 21 Pellegrinaggio dalla Chiesa di San Giacomo a Chioggia alla Chiesa della Madonna della Navicella a Sottomarina
Vangelo secondo Matteo 6,19-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».
IL BENE VERO
La libertà da quel che si possiede e soprattutto da quello che non si possiede, è una bellissima esperienza. I beni - posseduti o non posseduti - ci appesantiscono, mentre il rapporto con Dio ci permette di usare o di non usare dei beni della terra, senza rimanerne catturati. Abbiamo già il bene più grande, che è lo sguardo di Dio su di noi e la bellezza della sua amicizia. Lo possiamo imparare vivendo, scoprendo così ogni giorno quello che riempie il cuore e soddisfa la vita.