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Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

FIGLI E FRATELLI

La preghiera è il fiato dell’anima: ci fa vivere e dice la nostra identità. Siamo figli, e per questo invochiamo il Padre, lo lodiamo e a Lui ci affidiamo. Insieme con i nostri fratelli chiediamo il pane, il perdono, la libertà dal male. Il nostro bene non è la solitudine, ma la relazione. Prendiamo origine da Dio, cresciamo come figli e fratelli. Percorriamo il mondo e la storia portando la novità di un volto e di un cuore nuovi.

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

DAVANTI A DIO

Non si tratta del poliziesco ‘Dio ti vede’, ma dello sguardo amorevole del Padre che si compiace di te e ti sostiene. L’approvazione e le lusinghe che ti potrebbero venire dagli altri, ti liscerebbero in superficie, senza donarti la vera pace. Lo sguardo del Padre ti basti: il digiuno, la preghiera, la carità, che già fanno bene a te, nel riflesso del Padre diventano un sole che illumina e un’acqua che disseta. Davanti a Dio diventiamo noi stessi, diventiamo grandi, diventiamo veri.

Vangelo secondo Matteo 5,43-48
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
 
AVANTI IL PROSSIMO
 
Chi è il prossimo? Chi ci sta vicino, un familiare, un amico, un collega simpatico? Come per gli antichi ebrei, siamo portati a considerare come prossimo una persona che ci corrisponde. Gesù salta queste categorie e considera prossimo anche il nemico e il persecutore. Così accade persino che i perseguitati convertano i loro persecutori. Gesù introduce nel mondo una corrente di umanità nuova; mette nel cuore degli uomini un sentimento diverso, nella loro mente una valutazione superiore. Conviene lasciarsi convertire.

 

Vangelo secondo Matteo 5,38-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

CAMBIO DI PROSPETTIVA

Violenza chiama violenza, e la spirale delle violenze corrompe persone e società. Impressionano le vendette e le condanne, come pure la ricerca senza fine di chi ha compiuto delitti, come se l’offesa potesse venire sanata dalla ‘giusta’ condanna dell’assassino. Gesù percorre una strada inversa, quella dell’arrendevolezza e del perdono. La cronaca e la storia offrono esempi clamorosi: figli che perdonano gli assassini dei genitori; popoli che si perdonano reciprocamente omicidi e ruberie. Un mondo rovesciato? Per raddrizzare i cuori e la società.

Vangelo secondo Marco 4,26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

LA POTENZA DEL SEME

La potenza del seme dice la meraviglia della vita. Getti nel terreno piccole sementi e - nel tempo loro assegnato - vedi germogliare un fiore, una pianta, una vita. Fiorisce il giardino, cresce la campagna, si allieta la famiglia. Il Regno di Dio, del quale parla Gesù, si sviluppa con una potenza che supera anche il vigore delle piante. Che cosa spetta dunque all'agricoltore, al genitore, al pastore? Si inventano programmi e progetti estranei alle sementi gettate, alle persone esistenti, ai carismi emergenti; si modifica il ritmo della crescita, si opprimono i figli dentro una prospettiva che non corrisponde alla loro attitudine, si mortificano carismi e comunità ecclesiali senza badare alla loro specifica fisionomia. “Lascialo crescere”, occorre dire al genitore oppressivo. ‘Fateli vivere’ bisognerebbe dire al dirigente autoritario, in ambito civile o ecclesiale.

Il Regno di Dio, semente gettata nel terreno della vita, cresce per la potenza dello Spirito. Va guardato con paternità, accompagnato con simpatia, spalancato al rapporto con le piante che gli crescono accanto. Il Regno di Dio diventa ospitale per tutti gli uccelli del cielo e per tutti gli uomini della terra.

 

Vangelo secondo Matteo 5,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

SEMPLICI DAVANTI A DIO

Quante parole consumiamo per confermare o magari smentire quello che abbiamo detto o fatto?
Le parole e le azioni hanno un senso davanti a Dio e davanti agli uomini e quindi bastano a se stesse. Per liberare il cuore e il linguaggio da ciò che li appesantisce e li rende equivoci, conviene anche alleggerire il peso delle parole vuote e inutili che ascoltiamo e delle immagini che vediamo. Tenere a bada l’assedio e l’aggressione dei mass.media, semplifica e allieta la vita.

Vangelo secondo Matteo 5,27-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

GLI OCCHI E IL CUORE

Si comincia dagli occhi, anzi dal cuore, come dice subito Gesù. I gesti esteriori esprimono il bene o il male che il cuore desidera e progetta. Quando invita a privarsi dell'occhio o della mano che scandalizza, Gesù non ha in mente la mutilazione fisica quanto piuttosto la mortificazione del cuore, la quale può avvenire solo nella prospettiva di un bene più grande. Anche la fedeltà alla moglie e al marito regge solo nella prospettiva di una felicità più vera.

 

Vangelo secondo Matteo 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

UNA PERSONA CAMBIATA

Non i gesti, ma la persona; non la formalità esteriore, ma la posizione del cuore. La religione di  Gesù non è una ‘buona pratica’, ma una ‘buona vita’: trasforma i rapporti riconducendoli alla fraternità, e cambia l’atteggiamento verso Dio, riportandolo alla verità. Ogni giorno si decide di percorrere questo cammino, senza pretese di riuscita immediata e senza scoraggiamenti. Gesù è davanti ai nostri occhi e nel nostro cuore, con la sua sincerità e verità e soprattutto con il dono della sua grazia.

 

Vangelo secondo Matteo 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.”

I SANTI, PAGINE DI VANGELO 

I santi sono pagine intere di Vangelo alle quali nessun iota, nessuna lettera è stata sottratta. Rendono vivo il Vangelo con l'evidenza della loro e con la chiarezza della parola. I cristiani riconoscono facilmente un santo e subito gli si affezionano. È accaduto a S.Antonio di Padova e continua ad accadere per questo santo, per Padre Pio e per tanti altri. Ritroviamo Cristo al vivo non solo nelle pagine del Vangelo che leggiamo, ma anche nelle persone sante che incontriamo.