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Vangelo secondo Marco 6,1-6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

LO STUPORE BLOCCATO

La meraviglia di fronte a Gesù diventa scandalo. Non diventa accoglienza e sequela, fedeltà e cammino. Perde l’occasione della vita e impedisce alla presenza del Signore di diffondersi: Gesù ‘lì non poteva compiere nessun prodigio’. Il cuore chiuso impedisce a Dio di agire, perché Dio si pone sempre di fronte alla libertà dell’uomo. Quando ci apriamo all’azione di Dio, o quando ci chiudiamo in noi stessi, mettiamo in gioco il nostro destino e quello di altre persone.

Vangelo secondo Marco 5,21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

TOCCARE GESU’

Toccare Gesù, anche appena sulla veste: la fiducia della donna che taglia la folla e si avvicina a Gesù, è grande. Subito dopo Gesù arriva alla casa della bambina ormai morta e la solleva toccandole il braccio. Gesù non è un fantasma, ma un uomo reale. L’evangelista Giovanni annuncia “ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita”.

Vangelo secondo Marco 5,1-20

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

LE BEFFE DI GESU’

Gesù si fa beffe degli spiriti impuri, che si riversano sulla mandria di porci, qualificati a loro volta come animali ‘impuri’. L’indemoniato ritorna sano di mente e tranquillo, ma la gente vede in Gesù un pericolo e lo prega di allontanarsi. Nel Vangelo di ieri, domenica, lo spirito impuro esce straziando la persona liberata. In un modo o nell’altro satana provoca sempre danno. E’ per questo che Gesù non accetta la sequela dell’uomo liberato? Il quale tuttavia dovrà annunciare le opere del Signore.

Buona DOMENICA con GESU’!!

Vangelo secondo Marco 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

GUARDARE GESU’

E’ bello guardare e ascoltare Gesù con la stessa meraviglia con cui l’hanno guardato e ascoltato i primi. Possiamo raccogliere le parole del Vangelo come le riferisce Marco, con l’evidenza della immediatezza. In sinagoga, alla consueta preghiera e lettura che si ripeteva da secoli, arriva un uomo nuovo. Non un semplice lettore o ripetitore o predicatore; Uno che possiede le parole che dice e le riferisce alla sua stessa persona, come documentano altre pagine di Vangelo; Uno che accompagna con i fatti l’annuncio che propone. Gesù è diverso da tutti, dagli scribi sapienti e dai parolai imbonitori: gente che parla ripetendo canoni prefissati, senza nulla dire e senza alcuna novità da annunciare. Il Vangelo è diverso. Gesù è diverso. Abbiamo bisogno soltanto di non caricarlo di troppi commenti, contestualizzazioni, vivisezioni dei fatti e dei discorsi, come invece facevano gli scribi sapienti e come si ripete in pesanti esegesi che impediscono di riconoscere i fatti e di incontrare la persona stessa di Gesù. Il Vangelo parla: è bello guardare e ascoltare Gesù.

Vangelo secondo Luca 10,1-9 (oppure Marco 4,26-34)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

LA SEMENTE CRESCE

La semente gettata dall'apostolo Paolo fiorisce nel corso della sua missione che percorre i paesi del Mediterraneo. La vediamo spuntare in due suoi discepoli, collaboratori del suo apostolato e depositari del suo Vangelo. Tito e Timoteo collegano il tempo della prima seminagione degli apostoli con il tempo della Chiesa che cresce come pianta rigogliosa nella storia. La potenza del seme del Vangelo è misteriosa: agisce di forza propria e nello stesso tempo richiede la dedizione del cuore e delle energie dei testimoni.

Vangelo secondo Marco 16,15-18

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

L’ULTIMO CHIAMATO

Dio sa scegliere e chiamare. Paolo: grandi doti di intelligenza e cuore, di ardimento e iniziativa; ardente e provocatorio, e nello stesso tempo tenero e affettuoso. Gesù lo incontra in modo diretto e audace, sconvolgendolo sulla via di Damasco. Saulo lo vede e ne rimane accecato. La luce e il calore di quell’incontro invadono la sua persona e pervadono tutta la sua missione. Egli, l’ultimo chiamato da Cristo – ai tempi supplementari! – diventa il primo dei nuovi apostoli.

Vangelo secondo Marco 4,1-20

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

IL DONO E LA LIBERTA’

La grande predicazione di Gesù si esprime attraverso le parabole. Nel Vangelo di Marco, questa prima parabola ne esprime il senso. Gesù annuncia ‘il mistero del regno di Dio’ in parabole, cioè in racconti per immagini. La semente della parola viene gettata nel terreno della persona che ascolta; germoglia e cresce in base alla qualità del terreno. Accogliamo la parola con le orecchie, con la mente e il cuore: alla nostra libertà è affidato il dono di Dio.

 

Vangelo secondo Marco 3,31-35

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

NUOVA FAMILIARITA’

Gesù allarga il mondo. Egli è all’origine di una nuova fraternità e familiarità, senza confini. Non si ferma alla generazione fisica e alla familiarità territoriale, ma introduce nella sua famiglia tutti coloro che si protendono a fare la volontà di Dio. Possiamo dunque umilmente pregare con il Padre nostro, domandando di fare anche noi la volontà di Dio, per venire considerati come fratelli e sorelle e persino come madri del Figlio suo Gesù Cristo, fatto uomo per noi.

Vangelo secondo Marco 3,22-30

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

IL BENE CHE FA BENE

L’azione di Gesù è così sorprendente che i suoi avversari arrivano ad attribuirla all’intervento di satana. Talmente l’essere prevenuti impedisce di cogliere la verità, da negare anche ciò che sarebbe evidente. Come può satana agire contro se stesso? Come può il principe del male operare il bene? Negare esplicitamente l’evidenza diventa una bestemmia contro lo Spirito Santo: un impedimento all’accoglienza della verità; un’autodistruzione diretta. Gesù è il Bene che fa bene, da accogliere con cuore libero.