Vai al contenuto

Buona Novena di preparazione al Natale di Gesù!

Vangelo secondo Luca 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

DENTRO LA VITA

Una giovane donna incinta percorre il lungo sentiero collinare, certamente aggregata a una carovana, e dopo alcuni giorni di cammino – almeno quattro o cinque - raggiunge la casa della parente Elisabetta. Maria custodisce un segreto: il Bambino concepito. Elisabetta porta in grembo il figlio Giovanni, la cui missione si intreccerà con quella del Figlio di Maria. Viaggi, incontri, bimbi concepiti e reciprocamente comunicanti, saluti, lodi, servizi, attese e speranze: la novità della nascita del Salvatore germoglia dentro le vicende della vita.

Vangelo secondo Luca 1,26-38

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

COSI’ AVVENNE

Un passaggio rapidissimo: l’Angelo Gabriele in missione raggiunge una ragazza di Nazaret. Dio interviene con discrezione e riguardo. L’Angelo porta un regalo immenso, ma non te lo mette in mano e scappa. L’Angelo presenta il dono, accoglie la domanda, offre la spiegazione, aggiunge delle conferme, e alla fine riceve il consenso. L’avvenimento che Dio realizza viene ospitato nella mente, nel cuore, nella volontà, nel seno, nella vita di Maria. Il Figlio eterno del Padre inizia la sua avventura di figlio di Maria.

Aria di Natale:
- CONCERTO D’ORGANO: Meditazioni musicali
con giovani organisti: GIOVANNI RANZATO, MARIA VITTORIA BAGGIO, GABRIELE BELLEMO, LUCA BALLARIN. Direzione artistica: M.o MAURIZIO CORAZZA,Cattedrale, stasera, Martedì 19 dicembre ore 20.
- Portiamo gli auguri di Natale a tutte le famiglie della parrocchia, incontrandole personalmente. Come puoi collaborare? Prendi contatto con la Parrocchia.

Vangelo secondo Luca 1, 5-25

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

L’INIZIATIVA DALL’ALTO

Il cerchio si allarga. L’avvenimento della nascita di Gesù Salvatore coinvolge altre persone. Le strade che Dio percorre mettono in evidenza la sua iniziativa: il bambino viene generato da due sposi anziani e da moglie sterile; colui che ‘camminerà davanti al Signore con lo spirito e la potenza di Elia’, nasce dunque per la potenza di Dio. Dio sottopone alla prova le persone chiamate a collaborare, domandando l’obbedienza a un progetto che le supera. E’ un nuovo segno che il Salvatore ‘viene dall’alto’.

Quale Natale attendere per noi e per i nostri figli? Questa settimana è preziosa per drizzare lo sguardo e puntare il timone nella giusta direzione. Vangelo e preghiera.

Vangelo secondo Matteo 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

DUE CASE DI NAZARET

Entriamo in casa di Maria, incinta del Bambino Gesù, e poi nella casa di Giuseppe, avvisato in sogno dall’Angelo. Un altro mondo entra in questo mondo, entra nelle case. Un Bimbo nuovo sta per nascere, e un uomo e una donna lo accolgono. Soprattutto lo riconoscono per quel che è: umanamente generato da Maria e dallo Spirito Santo, perché l’Emmanuele è Dio con noi. Possiamo ospitare nella nostra vita Maria e il Figlio, come Giuseppe avvisato dall’Angelo.

Buona Domenica nella gioia di Gesù che viene oggi nella Messa

Vangelo secondo Giovanni 1,6-8.19-28

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

APRIRE LA STRADA

Alla svolta della storia incontriamo Giovanni. Battista. È lui che raccoglie la domanda e l'attesa, il desiderio e il bisogno che hanno percorso le strade di tutti i popoli e si sono concentrati nel grido di speranza dei profeti d'Israele. Tutto potrebbe fermarsi al Battista: uomini e donne si troverebbero nuovamente ingannati, come sempre è accaduto e ancora accade con i falsi profeti e gli illusionisti delle rivoluzioni che promettono il futuro. Invece Giovanni Battista apre un varco. "Non sono io" egli afferma "non sono il Messia, non sono il Salvatore promesso". La missione di Giovanni - il più grande tra i nati di donna fino a quel tempo, dichiara Gesù - è quella di aprire la strada lungo la quale passa Gesù e di indicarlo affinché altri lo riconoscano e lo seguano. È lo stesso compito che viene affidato ai padri e alle madri, ad ogni educatore e maestro e ad ogni vero amico: indicare il Dio Salvatore e aprire la strada verso Colui che viene.

 

Vangelo secondo Matteo  17,10-13

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

CHI ANNUNCIA

Chi annuncia Gesù e parla di lui viene messo a tacere. Noi stessi rinunciamo a proclamare il Signore e ad annunciarlo. A volte la fede e l’amore a Gesù sembrano un possesso personale, da tenere riservato, senza condividerlo. A volte è il timore di essere classificati, quasi schedati: “Quello ci crede!....”. Comunque, Gesù vuol sempre farsi precedere da qualcuno: Elia, il Battista, Andrea, Pietro, Paolo, la Maddalena. Quante persone potranno incontrare Gesù attraverso la mia testimonianza, espressamente dichiarata o comunque manifestata con la vita?

 

Vangelo secondo Matteo 11,11-15

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

IL PIU’ GRANDE

Gesù fa l’elogio di Giovanni Battista, ma subito con un balzo lo sorpassa. Giovanni Battista è il più grande degli uomini nati fino ad allora, perché il più prossimo a Gesù. Chi dopo Giovanni Battista incontra Gesù, lo segue e lo ama, è più grande di lui. Prima del Battista tutto è profezia e promessa, è tentativo di salvezza. Con la venuta di Gesù si realizza la presenza, e la salvezza è dono. Occorre solo riconoscerlo aprendo occhi e orecchi, ed accoglierlo aprendo il cuore.

 

Vangelo di Matteo, 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»

UNA STRADA INSIEME

Alla fin fine, la salvezza è Lui stesso, Gesù. La salvezza non sono nemmeno i miracoli di guarigione, ma la sua presenza, amicizia e compagnia. I pesi e le oppressioni della vita non ci vengono tolti, ma per stare leggeri basta un buon compagno di strada, che cammina con noi come presenza che conforta, dice il senso della strada e indica la mèta. A fine strada potremo finalmente deporre tutti i nostri pesi ed essere accolti liberi e lieti nella casa del Padre.

Vangelo secondo Matteo 18,12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

AMORE PERSONALE

Leggendo questo Vangelo, possiamo dire: fossi io l’unica pecora perduta, Gesù si muoverebbe per me, si farebbe uomo anche solo per salvare me. L’amore non è generico, non è per ‘tutta l’umanità’. L’amore è per le persone ad una ad una, secondo la vicinanza e l’occasione che la Provvidenza presenta; altrimenti è solo sentimento e ideologia. San Paolo dice: “Cristo ha amato me e si è donato per me”. In risposta, ciascuno di noi può guardare Gesù con un amore personale.

Vangelo secondo Luca 5,17-26

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

LA MISURA DELLA SALVEZZA

L’intraprendenza degli amici del paralitico è eccezionale e anche la loro inventiva e audacia nel calare il lettuccio dal tetto. Il loro gesto deve aver sorpreso anche Gesù. Si aggiunga la provocazione degli scribi e farisei, chiusi nel riconoscere la vera identità di Gesù. E allora Gesù viene sospinto a compiere il miracolo misura totale: dopo il perdono dei peccati, anche la guarigione fisica. La strada della salvezza è aperta: Gesù si offre interamente al nostro bisogno e alla nostra domanda.