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Vangelo secondo Matteo 9,35-10,1.6-8

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

LA SALVEZZA CAMMINA

Gesù cammina, insegna, guarisce. E’ un percorso senza fine, come senza fine è il bisogno dell’uomo. Mosso da compassione partecipe e coinvolgente, Gesù chiama i dodici a svolgere la sua stessa missione. Dalla casa d’Israele la missione dei discepoli si estende a tutto il mondo e invade la storia. Arriva a casa nostra e al nostro cuore, ricomincia ogni giorno, lasciandosi sospingere da richiami come quello dell’Arcivescovo di Milano che invita a donare agli altri la decima del nostro tempo e delle nostre iniziative.

Nella festa della sua Immacolata Concezione, Maria convoca i cristiani vicino a Gesù. Portiamole un fiore, un fiore da giardino o un fiore del cuore….

Vangelo secondo Luca 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

“SE’ DI SPERANZA FONTANA VIVACE”

L'Angelo Gabriele non ha le ali e non si può immaginare come si è fatto vedere da Maria. Ma possiamo ben leggere il racconto di Luca tenendo sotto gli occhi l'Annunciazione del Beato Angelico, che ha inserito la scena nell'atmosfera di un nuovo Paradiso terrestre raffigurato come un giardino fiorito.

Attraverso Maria, Dio comincia da capo e inaugura la nuova creazione. Maria è la nuova Eva, predisposta a non cedere al frutto proibito e a donare Gesù, nuovo Adamo, frutto benedetto del suo grembo. L'Immacolata Concezione è una risalita alla sorgente pura dell'umanità che sgorga dal cuore di Dio. Possiamo rinascere dall'acqua e dallo Spirito, possiamo percorrere la storia facendola nuova e buona. Con Maria, Donna concepita e vissuta senza peccato, cioè Immacolata, una fontana vivace di speranza viene a sgorgare e a scorrere qui tra i mortali.

 

 

Mancano due giorni alla festa dell’Immacolata. Prepariamoci a onorare Maria con il fiore della presenza nostra e di tutta la famiglia. Ciao!!!

Vangelo secondo Matteo 15,29-37

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

VIENE IL SALVATORE

Ecco il Salvatore arrivare al lago e al monte; attorno a lui si raduna una folla di gente bisognosa. Gesù guarda tutti partecipando alla loro ‘passione’ (com-passione!), risana i malati e sfama gli affamati. Il miracolo della grazia coinvolge i discepoli: “Quanti pani avete?”. Cosa posso dare io per sfamare il mondo, rappacificare gli stati, salvare esiliati e perseguitati? Posso mettere a diposizione il mio pane, la mia vita, la mia borsa. Gesù compie il miracolo che salva.

Vangelo secondo Luca 10,21-24

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

BEATI I PICCOLI

Con quale atteggiamento vivere la stagione dell’Avvento? Chi può riconoscere e accogliere il ‘mistero’ di Dio che ci viene incontro? Dio Padre consegna tutto a Gesù, e Gesù si rivela in una storia particolare, nel volto di un Bambino che si presenta a Natale e di un Uomo che permane con noi. Gesù viene riconosciuto da chi ha cuore aperto e occhi semplici di fronte alla realtà, al Vangelo, alla Chiesa. Beati i piccoli, beati i puri di cuore perché vedranno Dio.

Buona prima settimana di Avvento.
Oggi (soltanto??) il mio cellulare è in tilt. Non credo di poter comunicare e non so come avvisare chi mi cerca…
Don Angelo

Vangelo secondo Matteo 8,5-11

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

FEDE E SALVEZZA

Verrà il Signore sotto il nostro tetto? Ne percepiremo la presenza dolce e forte, che porta pace e salvezza? La fede del centurione non pretende la vicinanza fisica. Le sue parole sono diventate le nostre e le pronunciamo nel momento in cui Gesù sta per entrare in noi nel segno del pane eucaristico. Possono essere le parole di ogni giorno e di ogni istante, per esprimere la fiducia nel Signore Gesù che viene e salva, sia che lo percepiamo vicino, sia che ci appaia lontano.

BUON AVVENTO !!!

Vangelo secondo Marco 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

L’ATTESA E LA VENUTA

L'Avvento è stagione dell'anima. Attendiamo sempre 'qualcosa' che manca alla vita. Si tratti di quel disagio indefinito che agita il cuore, o di un bisogno specifico riguardante la salute, i figli, o chissacosa. L'Avvento è una stagione attiva; occorre preparare, predisporre, andare incontro a quanto attendiamo.
La risposta alla nostra attesa accade attraverso una storia nella quale Dio stesso è entrato come protagonista. Non basta la risposta di una storia puramente umana, fatta di rivoluzioni o di poteri che promettono un futuro migliore, che poi si rivela ingannevole e disperso.
L'Avvento apre la storia cristiana con l'attesa dell’antico popolo ebreo. L’Avvento prosegue anche dopo la venuta del Messia: attendiamo oggi Colui che è venuto nel primo Natale del mondo.
Il tempo segnato dalla liturgia raccoglie tutta l'attesa umana e la conduce all'incontro con Colui che è venuto e che verrà. L'Avvento è una promessa che rincuora: esiste una risposta all’attesa, viene un Salvatore per la nostra vita e per la vita di tutti.

Vangelo secondo Luca 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

LA PIANTA DELL’ATTESA

Siamo quasi in inverno e ne avvertiamo già il freddo intenso. Questa immagine dell’albero di fico che germoglia, ci provoca un grande desiderio di una fioritura che non è solo quella della primavera. La nostra vita fiorisce nell’attesa del giorno del Signore. Questo giorno arriva alla fine, ma spunta già nello sbocciare di questa giornata, dentro gli avvenimenti che succedono, con le persone che incontriamo. La presenza del Signore è un vento che risveglia la vita.

Vangelo secondo Matteo 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

I PRIMI, IL PRIMO

Risaliamo alla sorgente fino a toccare l’acqua del ‘mare di Galilea’, quando Gesù chiama Pietro e Andrea, Giovanni e Giacomo. In realtà dobbiamo risalire oltre, all’acqua del fiume Giordano, dove Giovanni e Andrea per la prima volta vedono Gesù, lo riconoscono attraverso il grido del Battista, e lo seguono, quel giorno e tanti altri giorni. Quell’incontro non solo ha cambiato la loro vita, ma ha dato una nuova direzione alla storia, ed è giunto a toccare pure noi. Come non essere grati di quel primo incontro e di quella prima sequela? Come non desiderare di camminare dietro ai primi?