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Vangelo secondo Matteo 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

L'UNICO GIUDICE

Si sente dire talvolta che il monoteismo genera dittature. Sarebbe più giusto dire che l'unico Dio ci fa tutti fratelli e genera vera uguaglianza tra gli uomini. Fino al punto che nessuno può ergersi a giudice dell'altro. Abbiamo già Colui che ci giudica tutti, e al quale ci affidiamo per un giudizio di misericordia. Gesù taglia via ogni presunzione e ogni sentimento di superiorità e ci sospinge a vivere lieti e grati come figli e fratelli.

 

Vangelo secondo Matteo 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

LA LIBERTA’ DEI FIGLI

Le convenzioni bloccano l’anima. Intorno a noi, tutti vogliono che corrispondiamo a un’immagine prestabilita e imposta dall’andamento generale. Parlare, vestire, ragionare, vivere secondo il fiume che attraversa città e invade paesi, penetra nelle ossa e condiziona il cervello. Figli del mondo o figli di Dio? Quanto vale un figlio per un Padre? Sappiamo di valere più di due passeri e perfino i capelli del nostro capo sono contati, da uno a diecimila. Siamo figli desiderati, amati, custoditi: da quando veniamo concepiti fino a quando diventiamo vecchi e inabili. Niente va perduto di quel che siamo e di quel che viviamo, il dolore o la gioia, l’incomprensione o il successo. "Due passeri non si vendono forse per un soldo? Non abbiate paura, voi valete più di molti passeri" dice Gesù. Siamo figli di Dio, ricchi dei suoi beni e fervidi per un desiderio di bene. Capaci di guardare, accogliere, sorridere. Domandiamo la grazia di amare la vita e di mantenere la libertà della fede, nel cuore e davanti agli uomini. Forse qualcuno ci riconoscerà e anch’egli verrà riconosciuto come figlio. Fedeltà e fiducia: il dono di grazia è più grande.

Vangelo secondo Luca 1,57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

UN BAMBINO

Occorre sempre che nasca un bambino. Il mondo ricomincia sempre da una nascita. Chi accoglie il bambino - genitori, parenti e amici - viene provocato a un sussulto di novità e a uno slancio di rinnovamento. Un bambino apre una nuova strada. Giovanni Battista apre la porta al vero Uomo Nuovo che entra nel mondo, e ne annuncia la venuta. La novità invade il mondo quando la vita viene posta a servizio di Colui che ha la forza e la grazia di salvare ogni uomo.

 

Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

IL CUORE DI DIO

Dio ha un cuore. Un cuore grande come quello di Dio, manifestato nel cuore umano del Figlio fatto uomo. Gesù accoglie quanti sono stanchi della vita e oppressi da ogni male, fisico e morale. Accoglie noi, portando il nostro peso e scambiandolo con il suo, che allora diventa dolce e leggero. Gesù ci apre alla sua amicizia, ci fa entrare nella sua compagnia. Domandiamo che il nostro cuore assomigli al suo, per condividere con i fratelli la vita e il suo peso,

 

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

GRAZIE GESÙ

Grazie Gesù per averci insegnato a pregare, senza lasciarci in balia delle nostre pretese e delle nostre vane parole. Tu dirigi il nostro sguardo e il nostro cuore al Padre e ci sospingi a pregarlo insieme. Metti in ordine le nostre domande, facendoci riconoscere che il suo nome, il suo regno, la sua volontà sono l’origine di ogni bene. Così ci disponi a domandare il pane, il perdono, la vittoria sulla tentazione, la liberazione dal male: tutto quel che serve a vivere per il tempo e per l’eternità.

 

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

UN SANTO GIOVANE

Nel giorno di San Luigi, santo della purezza e della carità, il calendario liturgico fa coincidere questo vangelo della carità discreta, della preghiera personale, della penitenza ilare. La santità non è triste, ma intera. La purezza non è ripiegamento, ma dedizione a un amore non condizionato. Troviamo scritto: “Luigi non era un paggetto grazioso e fragile, orante e penitente, ma un giovane intelligente, ricco di sensibilità e di forza, per reagire ad avarizia, insensibilità, sete di potere”. Un santo per i giovani, e non solo.

Vangelo secondo Matteo 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

FIGLI E FRATELLI

Il discorso della Montagna, pronunciato da Gesù e registrato da Matteo in tre capitoli, incalza. Gesù riprende l’antica Legge e la allarga a nuovi spazi. Egli propone come riferimento il Padre, e ci sollecita a vivere come figli suoi e come fratelli. Questa novità viene a sconvolgere la logica del mondo pagano e dei pubblicani che si mettevano al suo servizio. Il nuovo modo di vivere che Gesù propone, è lo stesso che egli ha attuato nella sua vita terrena.

Vangelo secondo Matteo 5,38-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

LA MISURA DELLA GIUSTIZIA

Quanto dista la giustizia di Gesù dalla nostra? Per noi, il massimo è un pareggio: tu togli un occhio a me, io tolgo un occhio a te; tu rompi un dente a me, io rompo un dente a te. Una giustizia-vendetta, da pesare sulla bilancia. Gesù non si vendica, non fa contrattazioni e conteggi ma apre alla misericordia e al dono di sé, con una misura infinita. Noi non abbiamo questa misura, ma possiamo domandare che ci venga donata per grazia.