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"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito"

L’ATTRATTIVA DELLA LUCE

A Nicodemo, uomo schivo e intelligente, Gesù dice cose grandi: Dio ha amato gli uomini fino a ‘dare’ il suo proprio Figlio, Gesù stesso. Noi che abbiamo davanti agli occhi il Crocifisso e il Risorto, sappiamo cosa ha voluto dire. Dio ha fatto questo per recuperare gli uomini dalla perdizione e condanna, dalle tenebre e dal buio della vita. La luce è un punto di attrattiva capace di richiamare chi vuole vivere, bambino o anziano, semplice o sapiente. Possiamo sperare che la luce sia così potente da attrarre anche i malvagi? ...continua a leggere "Mercoledì 6 aprile 2016 – Beata Pierina Morosini 1931-1957"

"...Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù."

L’INIZIO

Usciti dal grande portale della settimana di Pasqua, entriamo con l’Angelo Gabriele nella casa di Nazaret, dove incontriamo Maria. Il mistero cristiano ci riporta all’inizio, lì dove tutto è cominciato sulla terra degli uomini. Il saluto semplice e solenne dell’Angelo e un’indicazione precisa: “Concepirai”. Maria partecipa con intelligenza, e aderisce con piena libertà. Tutta la storia parte da qui: quella di Cristo e di quanti l’hanno seguito; quella nostra e di tanti altri con noi e dopo di noi. Che cosa accade quando una persona si consegna pienamente nelle mani di Dio?

...continua a leggere "Lunedì 4 aprile 2016 – Annunciazione del Signore"

LA CATENA DELLA FEDE
La prima Settimana di Pasqua chiude con l’apparizione di Gesù alla Maddalena e agli Apostoli, nel finale del Vangelo di Marco. Una sintesi che è una frusta: Gesù risorto incrocia l’incredulità degli apostoli e li rimprovera con decisione. Per noi che veniamo dopo, è un invito a credere ‘a quelli che lo hanno visto risorto’. In ogni tempo la fede è una catena attraverso la quale il dono di Dio si comunica dagli uni agli altri. Da questo passaggio la fede arriva poi a diventare un’esperienza personale.
...continua a leggere "Settimana di Pasqua – Sabato 2 aprile 2016"

SULLA RIVA

Questa è una delle apparizioni più suggestive del Signore Risorto: la barca, la pesca a vuoto, l’alba, la nuova pesca. Il grido di riconoscimento: “E’ il Signore!”, con la conseguente nuotata di Pietro fino a riva. E infine quella domanda sospesa: “Chi sei?”. Rimaniamo anche noi appesi a questa domanda, desiderosi e bisognosi del Suo sguardo, del pesce che Egli ci offre, e del Suo Pane. Sulla riva di ogni giornata Gesù attende anche noi, con le nostre reti piene o vuote, e si offre al nostro riconoscimento e al nostro abbraccio.

...continua a leggere "Settimana di Pasqua – Venerdì 1 aprile 2016"

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

CARNE E OSSA

Di fronte a Cristo risorto è difficile perfino credere ai propri occhi. Con grande facilità si rischia di ridurlo a un fantasma, o addirittura a una fantasia, affrettandoci a spedirlo velocemente nel suo cielo; la fede in Cristo risorto viene sostituita dalla generica fede in Dio, spegnendo così la storia e la fede cristiana. Il Vangelo ci mostra invece Gesù nell'evidenza della sua carne crocifissa e gloriosa. Egli ci invita a guardare e toccare le sue ferite e a mangiare con lui. Si diventa cristiani solo sperimentando concretamente l’incontro con il Risorto.

Vangelo secondo Luca 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

CAMMINA CON NOI

Il cammino di Gesù risorto con i discepoli che tornano a Emmaus disegna l'immagine della vita cristiana e la speranza di ogni vita umana. Quante volte le nostre speranze rimangono deluse e noi 'torniamo via da Gerusalemme' incupiti nella nostra tristezza. Che cos'è la vita senza la compagnia di Cristo e senza la strada che Egli percorre con noi? La Chiesa - e ogni cristiano - vive di questa grazia, che si svela nella parola quotidiana del Vangelo, nella presenza eucaristica, nella compagnia delle persone che vivono di Lui.

Vangelo secondo Giovanni 20,11-18

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

HO VISTO ILSIGNORE!
Per tutta la settimana la liturgia della Chiesa celebra la Pasqua, presentando di giorno in giorno i racconti delle apparizioni di Gesù risorto. Questa è la prima, dopo la scoperta del sepolcro vuoto. Gesù risorto appartiene già al mondo nuovo e Maria Maddalena non lo riconosce subito. Quale balzo del cuore, quale slancio nel grido che chiama il Maestro? Abbiamo di fronte l’immagine delle sue mani protese, come nel dipinto del Beato Angelico, e Gesù che fugge via dalla scena, mentre rimane impresso negli occhi e nel cuore della Maddalena. E nei nostri stessi occhi.

Vangelo secondo Matteo 28,8-15

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

UN FATTO NELLA STORIA

Contestare i fatti è mestiere antico, ampiamente ripreso nella cultura di oggi. Fin da subito, la contestazione al cristianesimo mira a negare il fatto che è accaduto, o a lasciarlo sotto traccia, o a ritenerlo irrilevante, immaginando che altre cose valgano di più: il nostro impegno, l’apertura agli altri tralasciando la nostra origine. Il sepolcro vuoto e la testimonianza delle donne e dei discepoli che hanno visto Cristo risorto, continuano a bucare la storia, travolgendo obiezioni e preconcetti. Occorre solo liberare il cuore, cedendo all’abbraccio del Risorto che ci viene incontro.