Leggi la testimonianza di ANDREA TORNIELLI su don Sergio Chiereghin.
La Messa di suffragio viene celebrata sabato 5 agosto ore 10 nella Chiesa di San Martino a Sottomarina
http://www.andreatornielli.it/?p=8664
la vita non è una traversata solitaria…
Leggi la testimonianza di ANDREA TORNIELLI su don Sergio Chiereghin.
La Messa di suffragio viene celebrata sabato 5 agosto ore 10 nella Chiesa di San Martino a Sottomarina
http://www.andreatornielli.it/?p=8664
Vangelo di Matteo, 13, 47-53
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
LA RETE
Cosa impariamo da questa bellissima immagine del Vangelo? La rete, tirata a riva carica dei pesci catturati, richiama il momento finale della storia. Il giudizio avviene alla fine e lo fa solo Dio, mentre noi non possiamo e non dobbiamo giudicare nessuno in anticipo. Il giudizio avviene sull’intera vita e riguarda una montagna di opere buone o un cumulo di cattiverie. Su queste si decide il nostro destino eterno. L’avviso di Gesù richiama alla responsabilità rispetto alle scelte e alle azioni di ogni giorno.
Don Sergio Chiereghin è stato accolto nell’abbraccio di Dio Padre ieri sera.
Femi, la signora che ha servito per decenni la parrocchia di Borgo San Giovanni, verrà accompagnata al Signore nella celebrazione di stamattina ore 10 a Borgo.
FEMI e don SERGIO sono ‘Santi oggettivi’, cioè persone che hanno amato e servito Gesù nella sua Chiesa con la forma della loro vita, con la dedizione intera della loro persona.
Li guardiamo con viva gratitudine e con un nuovo desiderio di imparare dalla loro vita.
In comunione.
Don Angelo
La Moldava è più che un fiume. È lago che si allarga e si insinua tra i boschi, è isola e spiaggia, è mare e collina. Diventa luogo ospitale sulle rive, piccole case tra gli alberi, barchetta sull'acqua. Un popolo che non vede il mare e non si eleva su alti monti, trova qui i suoi percorsi e i suoi orizzonti. Trascorrendo lungo le rive del fiume e bagnando i piedi sull’acqua, si potrà ascoltare il poema sinfonico della Moldava di Smetana non più solo come una bella musica, ma come un viaggio affascinante, un pellegrinaggio, una battaglia e una conquista, una festa e una malinconia. Questo popolo dalla lingua aspra e complessa; queste persone svuotate di intrapresa e di spirito comunitario da decenni di statalismo comunista, sono ancora attraversati dall'energia ampia e variegata di questo fiume che attraversando la Moldavia, si allarga e si restringe, si punteggia di isole e risplende nei panorami delle colline e insieme torna ad essere punteggiato di monasteri come il tempo antico del quale custodisce le rovine. ...continua a leggere "VIAGGIO SULLA MOLDAVA"
Il tesoro presente, amato e adorato in particolare da San Giuliano Eymard: Gesù nell’Eucaristia.
Vangelo secondo Matteo 13,44-46
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
IL TESORO DELLA VITA
Fa bene riprendere pagine di Vangelo come questa, portando davanti agli occhi il tesoro e la perla della vita. Distratti da luccichii e illusioni, veniamo ricondotti allo sguardo vero, come Gesù che ripeteva agli apostoli le stesse cose, ribadendole con parole e immagini diverse. Quando diamo credito alle parole del Signore, lo sguardo si raddrizza e il cuore si sveglia, riconoscendo il tesoro e la perla preziosa depositati nel terreno della vita: Cristo che ci sceglie e ci ama.
“Perdono d’Assisi”
La festa del Perdono inizia la mattina del 1 agosto e si conclude alla sera del 2 agosto, giorni nei quali l’Indulgenza della Porziuncola, si estende alle chiese parrocchiali e francescane di tutto il mondo.
L’evento del Perdono della Porziuncola resta una manifestazione della misericordia infinita di Dio e un segno della passione apostolica di Francesco d’Assisi.
Vangelo secondo Matteo 13,36-43
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!»
LA PROSPETTIVA DELL’ETERNO
Sembrerebbe che la parabola della zizzania fosse già tutta chiara. Invece Gesù, da buon maestro, la spiega nel dettaglio, aprendo uno squarcio sul giudizio di Dio e sulla realtà dell’inferno e del paradiso. La nostra condizione umana si apre sulla prospettiva dell’eternità: ogni azione umana si sporge sull’infinito futuro, e ha un peso, positivo o negativo, sul nostro destino eterno. Dante ne ha tenuto conto e un santo come Sant’Alfonso vi ha intessuto l’insegnamento morale. Vale anche per noi.
Oggi a Pellestrina pellegrinaggio da S.Maria del Mare fino al Santuario della Madonna dell’Apparizione. Comincia con la Messa ore 18,30. Alle 21 circa si arriva alla Chiesa di S.Antonio e ci si può unire anche là. Vaporetto da Vigo a Chioggia ogni mezz’ora. Consiglio ore 17,30 o ore 18. Ciao! don Angelo
Vangelo secondo Matteo 13,31-35
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
LA CRESCITA DEL SEME
Quante volte abbiamo visto crescere il piccolo seme? Un incontro avvenuto nella giovinezza è diventato vocazione, famiglia, compagnia, lavoro, impresa. Non solo per la crescita delle dimensioni esteriori, allargandosi ad altre persone e sviluppandosi in una storia, ma nella profondità del cuore e nella sicurezza dell’adesione. ‘Il Signore dà incremento’. Il Signore, che ha seminato nel terreno della vita, porta a maturazione, in modo deciso e paziente. E’ anche la storia del santo di oggi e della sua opera.
Vangelo secondo Matteo 13,44-52
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
UN TESORO PER TUTTI
Si può vivere solo per una cosa preziosa e bella. La si cerca per tutta la vita, attraversando illusioni e inganni, imbattendosi in immagini accattivanti e seducenti. Il cuore dell'uomo impara ogni giorno a distinguere quello che gli corrisponde e quello che lo inganna, quello che fallisce e quello che permane. Per tutta la vita continua la caccia al tesoro.
Ma a un certo punto della storia del mondo e della nostra storia personale, viene a sorprenderci una grazia. Appare un uomo che dice qual è il tesoro e mostra la strada per raggiungerlo. Il tesoro è il Regno dei cieli, pietra preziosa. Per riconoscerlo, dobbiamo guardare in faccia chi l’ha raggiunto e già lo assapora. A un gruppo di pellegrini in viaggio per Gerusalemme, San Bernardo diceva che Gerusalemme era già il suo monastero, anticipo della città celeste. La scoperta e l’esperienza del tesoro avviene quaggiù, in una vita e in un’amicizia abitata dalla presenza del Signore. Dopo gli Apostoli e tanti amici e amiche di Gesù, l’hanno sperimentato e lo sperimentano uomini e donne di tutti i tempi. C’è posto ancora per molti altri.