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Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

IL CUORE DI DIO

Dio ha un cuore. Un cuore grande come quello di Dio, manifestato nel cuore umano del Figlio fatto uomo. Gesù accoglie quanti sono stanchi della vita e oppressi da ogni male, fisico e morale. Accoglie noi, portando il nostro peso e scambiandolo con il suo, che allora diventa dolce e leggero. Gesù ci apre alla sua amicizia, ci fa entrare nella sua compagnia. Domandiamo che il nostro cuore assomigli al suo, per condividere con i fratelli la vita e il suo peso,

 

LA MOSTRA
"MADONNA DI FATIMA - NEL CUORE DELLA STORIA"
si può visitare dal 20 giugno al 2 luglio negli orari di
apertura della Cattedrale: 7,30-12; 15,30-18,30

Visite guidate
- Ogni sera ore 21-22 esclusi giovedì 22 e sabato 24 giugno
- Domenica 25 giugno ore 11,15-12; 19-20; 21-22
- Domenica 2 luglio ore 11,15-12
- Per altri orari contattare: 3386539107 - 3294121108 - 041.401065 donangelobusetto@virgilio.it - francesco.nordio@alice.it

 

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

GRAZIE GESÙ

Grazie Gesù per averci insegnato a pregare, senza lasciarci in balia delle nostre pretese e delle nostre vane parole. Tu dirigi il nostro sguardo e il nostro cuore al Padre e ci sospingi a pregarlo insieme. Metti in ordine le nostre domande, facendoci riconoscere che il suo nome, il suo regno, la sua volontà sono l’origine di ogni bene. Così ci disponi a domandare il pane, il perdono, la vittoria sulla tentazione, la liberazione dal male: tutto quel che serve a vivere per il tempo e per l’eternità.

Da domani sarà possibile visitare in Cattedrale la Mostra

FATIMA, AL CUORE DELLA STORIA,

con l’accompagnamento di una guida, negli orari di apertura della Chiesa 9-12; 15,30-18 o anche in altri orari da concordare.
Comunque la Mostra di può visitare anche personalmente – fin da oggi – negli stessi orari e anche a partire dalle ore 7,30.
Questa sera - MERCOLEDI' - alle 19 ci troviamo insieme – chi desidera – per essere introdotti a capire e anche a presentare la Mostra; vale in particolare per chi offre la possibilità di dedicare almeno un’ora volontaria di ‘vigilanza’.
Grazie!
Don Angelo

 

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

UN SANTO GIOVANE

Nel giorno di San Luigi, santo della purezza e della carità, il calendario liturgico fa coincidere questo vangelo della carità discreta, della preghiera personale, della penitenza ilare. La santità non è triste, ma intera. La purezza non è ripiegamento, ma dedizione a un amore non condizionato. Troviamo scritto: “Luigi non era un paggetto grazioso e fragile, orante e penitente, ma un giovane intelligente, ricco di sensibilità e di forza, per reagire ad avarizia, insensibilità, sete di potere”. Un santo per i giovani, e non solo.

Vangelo secondo Matteo 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

FIGLI E FRATELLI

Il discorso della Montagna, pronunciato da Gesù e registrato da Matteo in tre capitoli, incalza. Gesù riprende l’antica Legge e la allarga a nuovi spazi. Egli propone come riferimento il Padre, e ci sollecita a vivere come figli suoi e come fratelli. Questa novità viene a sconvolgere la logica del mondo pagano e dei pubblicani che si mettevano al suo servizio. Il nuovo modo di vivere che Gesù propone, è lo stesso che egli ha attuato nella sua vita terrena.

Vangelo secondo Matteo 5,38-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

LA MISURA DELLA GIUSTIZIA

Quanto dista la giustizia di Gesù dalla nostra? Per noi, il massimo è un pareggio: tu togli un occhio a me, io tolgo un occhio a te; tu rompi un dente a me, io rompo un dente a te. Una giustizia-vendetta, da pesare sulla bilancia. Gesù non si vendica, non fa contrattazioni e conteggi ma apre alla misericordia e al dono di sé, con una misura infinita. Noi non abbiamo questa misura, ma possiamo domandare che ci venga donata per grazia.

Vangelo secondo Giovanni 6,51-58

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

CARNE E SANGUE: PAROLA E AZIONE

Di fronte a parole così esplicite e dirette, viene da domandarsi se Gesù volesse dire proprio quello che ha detto. La sua carne vero cibo - da mangiare! - e il suo sangue vera bevanda - da bere! Viene il momento in cui Gesù mette in azione queste parole. Nell'ultima sera della sua vita, Egli dice agli amici: 'Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Prendete e bevete, questo è il mio sangue'.
Davanti ai suoi e sulla scena del mondo, Gesù non si presenta appena con un messaggio o con una proposta di vita. Egli mira a una inimmaginabile immedesimazione, che supera la simbiosi di vita della madre con il bimbo nel grembo, e l'unione degli sposi nella vita coniugale. Gesù vuole donarsi come cibo e bevanda per diventare vita della nostra vita. Ci dona la sua carne e il suo sangue perché vuole rimanere in noi, e noi in lui. Si tratta di una nuova condizione di vita alla quale molti suoi discepoli, a partire dall'evangelista Giovanni e poi da San Paolo, partecipano con una intensità sorprendente. Una testimonianza - e una donazione – offerta a tutti.

 

Vangelo secondo Matteo 5,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

FIGLI E FRATELLI

Gesù invita alla nettezza del cuore, a un rapporto limpido verso Dio, senza pretesa e senza sfida. Spazza via la tentazione di una subdola contrattazione, quasi per mettere anticipatamente il Signore dalla nostra parte. Un figlio guarda suo padre con semplicità. Un padre non ha bisogno del giuramento del figlio, per concedergli la sua fiducia. Vale anche nel rapporto con i fratelli: la sincerità, la parola data, la stretta di mano. Come uomini liberi e sinceri