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Carissimo Papa Benedetto

La sera di Giovedì Santo ho vegliato un'ora con Gesù insieme con un gruppetto di persone, e ci siamo lasciati accompagnare dalle Parole da Lei pronunciate in un'udienza. Lei diceva che Gesù, il quale spesso si ritirava da solo a pregare, quella sera volle accanto a sé tre dei suoi apostoli, pur sbadati e sonnolenti. Penso che questa situazione di Gesù - solitudine di fronte al Padre e compagnia di amici - corrisponda ora anche alla Sua. Lei continua a testimoniare questo rapporto con Dio, personale e unico, nella compagnia dei fratelli, anche distratti e lontani.
Mi sento accompagnato e molto confortato da questa Sua testimonianza che avverto vicina a me come pastore e come cristiano.
Le auguro di continuare a portare frutto, come buona semente gettata nel terreno del mondo, così come ha fatto con tutto il Suo prezioso ministero e in particolare con il suo straordinario insegnamento, di cui mi sono fatto discepolo fin dal primo incontro con Lei, giovane teologo, sull’Antipiano di Asiago con i teologi del Veneto guidati da Monsignor Luigi Sartori.
Prego per Lei, insieme con i miei amici e la mia comunità, e a nostra volta ci affidiamo alla Sua preghiera.
BUON COMPLEANNO E BUONA PASQUA!

Don Angelo Busetto

da www.vaticaninsider

L’ABBIAMO VISTO E UDITO E TOCCATO
Incredibile. Non solo dicono che è uscito dal sepolcro, ma che l’hanno incontrato vivo. A una cosa così possiamo credere solo se la vediamo con i nostri occhi e la tocchiamo con le nostre mani. Come dice l’apostolo più amato, Giovanni: «Quel che abbiamo visto e udito, quello che le nostre mani hanno toccato, lo annunciamo a voi». Che cosa dunque i discepoli di Gesù hanno visto e udito e toccato? Il sepolcro vuoto e il lenzuolo con le bende, ben composti nella tomba come se contenessero ancora il corpo. Hanno visto Lui, Gesù, lo hanno sentito parlare, ha mangiato con loro; è capitato nel chiuso del Cenacolo, sulla riva del lago, lungo la strada. Quanti l’hanno incontrato sono cambiati. L’hanno raccontato e testimoniato: un’ondata che ha raggiunto le spiagge del mondo, fino a lambire la riva del cuore di ciascuno.
Chi si lascia toccare da questo annuncio entra in una nuova corrente di vita. Riconosce i segni della sua presenza, ama in modo nuovo, gioisce e patisce con una nuova speranza. Partecipa alla sua opera di rinnovamento del cuore dell’uomo e di risanamento dei rapporti tra le persone e delle strutture della società. Gli occhi nuovamente lo vedono, e le mani ancora lo toccano. ...continua a leggere "Domenica 16 aprile 2017 – Pasqua di Risurrezione"

E’ il sabato dell’attesa. Alle 22, inizio della VEGLIA PASQUALE.

"Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi”.
Da un’antica omelia sul Sabato Santo

SILENZIO

Il Sabato Santo, la Chiesa è priva anche del Vangelo. Un’antica omelia racconta il grande silenzio perché il Re dorme. Tuttavia, se il corpo di Cristo è nel sepolcro, la sua anima è penetrata nel Regno degli inferi, dove Adamo, e con lui tutti i giusti, attendono la risurrezione di Cristo per essere liberati dal giogo della morte. Come loro anche noi, insieme con le donne che vegliano la notte, attendiamo la risurrezione del Signore Gesù, che canteremo stanotte nella grande Veglia Pasquale.

AMICI sotto la CROCE
Accanto alla croce di Gesù non ci sono solo soldati e gente nemica e.o curiosa. Ci sono la Madre, le donne, il discepolo amato. Alla fine spuntano due altri amici, Giuseppe di Arimatea e Nicodemo. Sulla stessa fila possiamo metterci anche noi. Oggi possiamo condividere la stessa vicinanza. Possiamo accogliere il gesto di amore di Gesù che consegna se stesso, affida sua Madre a noi, e noi a Lei. Possiamo accompagnare Gesù nel sepolcro, con la certezza rinnovata che Egli risorge. ...continua a leggere "14 aprile 2017 – Venerdì Santo"

Tre cose alla fine vengono messe a disposizione di Gesù senza alcuna riserva: l'asino con il puledro che lo accompagna, la sala per la cena pasquale, la tomba nuova. Gesù non ha niente di suo ma può usare tutto. Non solo riceve cose da persone amiche, come il sepolcro, ma anche da sconosciuti, come l'asino e la sala. All'inizio della Settimana Santa anche noi gli domandiamo: "Dove vuoi che ti prepariamo la Pasqua?" Che cosa potremo mettere a disposizione di Gesù perché Lui stia con noi in questa settimana? Dove e che cosa gli potremo preparare?

Gli apostoli sono pronti a fare quello che lui dice, si muovono, domandano, stanno con lui a cena, lo seguono nel giardino, lo difendono in qualche modo. Danno il loro povero e incerto contributo alla cornice del quadro: l'asino, la stanza, la tomba. Anche se poi cedono quasi tutti.

Gesù ha bisogno dei nostri strumenti per poter fare quello che Lui ha in mente di fare. Ha bisogno di luoghi in cui abitare da vivo e da morto. Fino a quando non avrà più bisogno di quello che gli possiamo fornire noi, perché tutto sarà suo. Saremo noi allora ad avere bisogno di luoghi e di strumenti per incontrarlo: la chiesa, la liturgia, le circostanze della vita, gli amici, i canti. Egli occupa gli spazi del nostro vivere, la salute e la malattia, la lotta nelle tentazioni e le occasioni di carità. La debolezza e la fragilità. Tutte cose che noi abbiamo e che egli usa. Passa la sua vita dentro la nostra vita, nella vita del mondo. Ci fa compagnia nel dramma e nella speranza, ci innalza fino alla croce e ci spalanca alla risurrezione.

CRISTO ALL'OPERA

Quando la liturgia ‘riproduce’ alla lettera i gesti compiuti da Gesù, allora avvertiamo in modo anche sensibile la Sua presenza. Nel Giovedì Santo i ministri della Chiesa ‘riproducono’ non solo le parole e le azioni di Gesù sul pane e sul vino, consegnati agli Apostoli come suo Corpo e suo Sangue, ma anche la lavanda dei piedi, soprattutto dei bambini e dei poveri. Il papa, il vescovo, il sacerdote si piegano nell’azione del servo. La Chiesa è Carità, cioè Amore: il nome stesso di Dio che Gesù ci ha manifestato. ...continua a leggere "13 aprile 2017 – Giovedì Santo"

LA PASQUA di GIUDA e quella di GESU’

Il Vangelo di Matteo ci porta un passo indietro, al momento in cui Giuda vende Gesù ai capi dei sacerdoti. L’occasione scelta per consegnare Gesù coincide con la commemorazione dell’avvenimento più grande della storia del popolo d’Israele: la Pasqua, celebrata in una Cena rituale. Questa stessa Cena diventa per Gesù l’occasione per vivere la Pasqua della sua personale consegna, per portare a compimento l’opera di salvezza che il Padre gli ha affidato. ...continua a leggere "Mercoledì 12 aprile 2017 San Zeno di Verona + 372, San Giuseppe Moscati 1880-1927"

LA COLPA E IL REDENTORE
Ce lo porteremo dietro per due giorni, anzi per tre, fino al Giovedì dell’Ultima Cena. Giuda il traditore entra in scena. Gesù lo riconosce e quasi ne affretta l’azione malvagia. Mentre Giuda sparisce nella notte, Gesù lancia un grido di glorificazione. Il tradimento diventa per Lui strada di glorificazione e opera di redenzione. Gesù assume persino i nostri peccati per costruire la sua storia di salvezza. “O felix culpa, felice colpa!” canterà la liturgia nella notte di Pasqua. Abbiamo ‘meritato’ un così grande redentore! ...continua a leggere "Martedì 11 aprile 2017 – Santo Stanislao, vescovo e martire, Polonia 1030-1079; Santa Gemma Galgani, Lucca1878-1903"

CarmelitaneSettimana Santa, il percorso del Mistero

Uno sguardo alla contemporaneità degli eventi della Pasqua narrati nei Vangeli

da Vaticaninsider - don Angelo Busetto

Chi non vorrebbe essere partecipe degli avvenimenti di Cristo nel modo in cui li rivive la Chiesa? Certamente non saremmo capaci di sopportare il carico della croce così come l'hanno visto e portato la madre e le donne e l'apostolo amato, che hanno seguito Gesù fino al Calvario.
Non reggeremmo a vederlo dileggiato, percosso, flagellato, insultato, trafitto dai chiodi, innalzato in croce, ansimante nel dolore, reclinato il capo nella morte. Non abbiamo forse abbastanza fede e abbastanza amore per portare il peso di questo sguardo e di questo dolore. Ma ormai noi contempliamo Cristo che si contorce, soltanto nei crocifissi di legno, e ci consoliamo a vederlo distendersi nelle immagini francescane e nelle icone bizantine.
Appena alcuni dipinti del Sei-Settecento fanno intravvedere il tormento del Crocifisso e forse ancora un poco ci turbano lo sguardo. ...continua a leggere "SETTIMANA SANTA"