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Vangelo secondo Luca 16,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

SCALTREZZA NEL FARE IL BENE

Gesù non loda la persona che imbroglia, ma la persona che agisce con scaltrezza. Non si può confondere l’onestà con la dabbenaggine e con il pressapochismo, come a volte malauguratamente si pretende dai cristiani. Non è da meravigliarsi e tanto meno da scandalizzarsi per quei cristiani che mostrano scaltrezza e audacia nel compiere le opere. La storia della Chiesa è piena di iniziative di carità e cultura, spesso straordinarie. La fede allarga l’intelligenza e provoca l’iniziativa.

 Domenica XXXII - Tempo Ordinario, Anno B

Introduzione del celebrante
Anche noi venendo al tempio presentiamo al Signore la nostra comune preghiera, con il bisogno e il dramma dell’umanità intera, per essere ascoltati e accolti come figli.

  1. Signore Dio, mentre ci accostiamo al tuo altare, donaci un cuore semplice e generoso come la vedova povera del Vangelo, per imparare a condividere i nostri beni,

Preghiamo. ASCOLTACI, SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo il Papa, il nostro vescovo e tutti i ministri della Chiesa. Rendi lieti e liberi i catechisti e tutti coloro che si dedicano all’annuncio della fede cristiana ai ragazzi, ai giovani, agli adulti,

Preghiamo: ASCOLTACI, SIGNORE

  1. Signore Gesù, la tua grazia accompagni le persone colpite dalla violenza della guerra e dalle calamità naturali; dona ai responsabili degli stati e dell’economia il coraggio di ricercare il bene della pace e della libertà,
    Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
  2. Signore Gesù, ti affidiamo le vedove, gli orfani, e le persone sole e malate. Le nostre comunità cristiane diventino luoghi di educazione alla fede e al perdono, all’accoglienza e alla carità,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Dio nostro, accoglici come figli nella tua casa. Fa che nelle nostre famiglie e nel lavoro possiamo vivere come fratelli. Tu che vivi e regni.

MENTRE GESU’ CI GUARDA…

Possiamo ben pensare che Gesù ci guarda mentre partecipiamo a questa Eucaristia nel suo tempio; non per condannarci, ma perché possiamo riconoscerlo e possiamo accogliere il suo invito ad accorgerci della testimonianza di tante persone che vivono la carità, la misericordia, l’accoglienza. Spesso si tratta ancora delle persone più povere e anche dei nostri figli più piccoli. Vivendo la realtà della Chiesa, domandiamo la grazia imparare a valutare le nostre scelte, i nostri giudizi, le nostre pigrizie, esercitandoci nella semplicità, nella carità e nel perdono.

Vangelo secondo Luca 15,1-10

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

LA GIOIA DELLA MISERICORDIA

Il cuore misericordioso del Signore Gesù viene raccontato da Luca nel quindicesimo capitolo del suo Vangelo, che qui comincia. E’ una misericordia attiva, che esce dal recinto e va in cerca della pecora perduta, così come la donna che ricerca la moneta. La misericordia, mentre salva ciò che era perduto, arricchisce colui che ha trovato. Infatti esplode la gioia, subito condivisa. Non possiamo rassegnarci a ‘lasciar andare’ chi si perde. E’ in gioco la sua felicità e la nostra.

Vangelo secondo Luca 14,25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

QUALE CALCOLO PER LA VITA?

Gesù ci mette alle strette. Indica qual è il calcolo giusto per non sprecare la vita, per non vivere senza combinare nulla, disperdendo e lasciando le cose a metà. Che cosa dunque? Dovremo essere di più ingegneri o architetti?
A questo punto della sua umana avventura, Gesù rivela la sua ‘pretesa’ alla ‘folla numerosa che andava con lui’: domanda di amarlo più di ogni altra persona, fossero padre o madre o fratelli o figli. Prendere o lasciare. Chi è allora Gesù per ‘pretendere’ questo?

Martedì 5 novembre 2024,
+ San Guido Maria Conforti, vescovo e fondatore, Parma, 30 marzo 1865 - 5 novembre 1931
+ Beati Martiri Albanesi (Vincenzo Prennushi e 37 Compagni), † Albania, 1945/1974

Vangelo secondo Luca 14,15-24

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

C’E’ ANCORA POSTO

Quando vediamo la fede in Cristo trascurata e rinnegata nei nostri paesi di Occidente, e fiorire e crescere in Africa e in alcuni paesi dell’Asia, allora vediamo l’attuarsi di questa parabola del Vangelo. Lo verifichiamo anche quando vediamo la fede snobbata da ‘sapienti e intelligenti’ e accolta e vissuta da persone semplici. Gesù è per tutti e invita tutti. Che ci trovi disposti a gustare la cena della sua amicizia. C’è ancora posto per te e per altri.

In ogni lungo viaggio in pullman con una compagnia di amici, è d’obbligo la sosta all’autogrill. La fila alla cassa per l’ordinazione di caffè, bevande e pasticcini si stempera nel giro dei corridoi invasi da montagne di biscotti, cioccolate, vini, pupazzi, aggeggi elettronici e altre diavolerie. Cerchi il tradizionale scaffale dei libri, e non lo trovi più. Sennonché, alla svolta di un angolo, ecco spuntare uno scaffale con degli album cartonati. Tutta roba per bambini? Invece, ecco il titolo di un libro colorato: Antologia delle Poesie di quando si imparavano a memoria. Lo sfoglio… Oh, Valentino vestito di nuovo… La nebbia agl’irti colli… Sparsa le trecce morbide…  Eran trecento, eran giovani e forti… I cipressi che a Bolgheri alti e schietti… Passata è la tempesta… Ei fu… E’ come aprire le cateratte del torrente. La memoria si riaccende e le parole scorrono veloci alzando gli occhi dalla pagina e incespicando qua e là. Non ci sono solo Pascoli e Carducci, Leopardi e Manzoni; ci sono anche Diego Valeri e Ada Negri, Giuseppe Giusti e Gabriele D’Annunzio, ma spuntano anche Orazio e Dante, Poliziano e Petrarca, Ungaretti e Montale e con essi una serie di altri nomi noti e alcuni ignoti. Rimembranze locali o scelte privilegiate dei maestri e delle maestre di una volta, quando era bello imparare le poesie a memoria. E che fatica. C’erano anche le sfide con gli amici, a chi la sapeva più lunga. Questa antologia, che si qualifica come la terza dopo la prima dedicata alle tappe della crescita, e dopo la seconda che seguiva il ritmo dell’anno scolastico, viene dedicata alle quattro stagioni: non solo nella successione del tempo, ma anche nella percezione dell’animo. Non manca all’inizio una nota di orientamento e alla fine alcune pagine di ‘Impronte d’autore’, con brevi biografie degli autori scelti. Un vero godimento.

ANTOLOGIA DELLE POESIE di quando si imparavano a memoria, Edizioni del Baldo, Castelnuovo del Garda 2023; pp 256 € 10,00

Vangelo secondo Luca 14,12-14

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

LA CARITA’ E’ GRATUITA

La carità, come l’amicizia, è gratuita. Non cerca il contraccambio ma basta a se stessa e porta un frutto che splende nella risurrezione finale. Anche la missione è gratuita, come la testimonianza. Si annuncia Gesù e lo si testimonia senza alcuna pretesa di risultato. Grandiosa la testimonianza e la missione di San Carlo Borromeo nell’immensa diocesi di Milano, svolta con totale generosità e amore a Cristo e alla Chiesa che si rinnovava dopo il Concilio di Trento.

Vangelo secondo Marco 12,28-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

I COMANDAMENTI CHE FANNO VIVERE

Gesù porta in vetta i precetti fondamentali dell’antica Legge. La religione non è una esecuzione di pratiche legali o liturgiche, ma un cammino che apre a una vita buona. Gesù ci conduce a riconoscerci come figli di Dio, nostra origine e nostro punto di arrivo. Ci conduce a considerare ogni persona come un fratello e una sorella. Con il Vangelo una nuova corrente di vita scorre dentro l’umanità. Una famiglia cristiana, una comunità cristiana sono l’ambito educativo che accompagna a vivere come figli e fratelli.