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Vangelo secondo Giovanni 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

IL DESTINO PER IL QUALE SIAMO FATTI

Il destino per il quale siamo stati fatti e per il quale siamo al mondo, è la totalità di vita ‘eterna’. Non un vuoto o una immobilità senza fine, ma un’esistenza attratta dal Padre che ci affida al Figlio. Tutto quello che siamo, ragione e cuore, corpo e anima, vissuti in pienezza nel rapporto con il Figlio: un istante eterno di felicità. Possiamo non desiderare questo per coloro che abbiamo conosciuto e amato e per noi stessi? La morte è la porta spalancata verso questo abbraccio.

Vangelo secondo Matteo 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

VIA DI SANTITA’

La festa di Tutti Santi ci dona uno sguardo nuovo sulla grande famiglia della Chiesa che vive in terra e in cielo. Non siamo individui soli, ma viviamo accompagnati dalla comunione dei santi del cielo e della terra. Santità significa vita buona, vera, giusta, che realizza la nostra umanità, portando a compimento la fisionomia e la vocazione di ciascuna persona come dono di Dio.

Impariamo a conoscere i grandi santi della storia della Chiesa e i santi del nostro tempo; domandiamo la compagnia e l’intercessione dei santi.

Vangelo secondo Luca 13,31-35

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

LAMENTO SU GERUSALEMME

Braccato da Erode come un malfattore, Gesù sa bene quale via dovrà percorrere: quella già percorsa dai profeti perseguitati, nei tre giorni – misurati in modo simbolico e reale – della sua vita pubblica e della passione. Gesù grida il lamento su Gerusalemme ‘che uccide i profeti’ e invoca il giorno in cui la città si volgerà a Lui e lo accoglierà come Salvatore. E’ un ‘passaggio’ che ci auguriamo per ogni persona al mondo e per tutti noi.

Vangelo secondo Luca 13,22-30

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

DI DOVE SIETE?

Credevamo di essere apposto, tutto regolare con le pratiche religiose, con quello che ritenevano la normale onestà di una persona, di un cristiano. Che cosa ci manca? Gesù bolla i suoi interlocutori come ‘operatori di ingiustizia’. Può diventare un esame di coscienza. Intanto il richiamo di Gesù ci provoca a un atteggiamento di umiltà e a un bisogno continuo di verificare il nostro modo di vivere e di agire.

Venerdì 1 Novembre 2024, TUTTI I SANTI, Solennità

Introduzione del celebrante
Oggi siamo in festa con tutti i santi del cielo e della terra. Con il loro aiuto e la loro intercessione domandiamo di camminare nella via della santità.

  1. Signore Gesù, donaci la gioia di appartenere alla Chiesa santa del cielo e della terra. Rinnova la nostra fiducia e la nostra decisione per camminare sulla via delle beatitudini evangeliche,
    Preghiamo: PER L’INTECESSIONE DEI SANTI ASCOLTACI, SIGNORE
  2. Signore Gesù, ti affidiamo la Chiesa con tutti i nostri pastori e le comunità cristiane, perché siano luoghi di santità nella preghiera, nella carità, nella missione,                                                                                                                     Preghiamo: PER L’INTECESSIONE DEI SANTI ASCOLTACI, SIGNORE
  3. Signore Gesù, dona la luce e la grazia dello Spirito Santo affinché fioriscano propositi e decisioni di pace nel cuore dei potenti e in tutti i popoli. Consola coloro che sono vittime della guerra e delle ingiustizie                                                Preghiamo: PER L’INTECESSIONE DEI SANTI ASCOLTACI, SIGNORE
  4. Signore Gesù, apri il nostro cuore a riconoscere i santi che ci metti accanto per percorrere insieme la via della santità con la parola, i sacramenti, la testimonianza della fede e della carità
  5. Preghiamo: PER L’INTECESSIONE DEI SANTI ASCOLTACI, SIGNORE

Conclusione del celebrante
Dio di ogni santità, Padre, Figlio, Spirito santo, a te ci affidiamo in compagnia dei santi del cielo e della terra. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

UNA VIA DI SANTITA’
La festa di tutti Santi ci dona uno sguardo nuovo sulla grande famiglia della Chiesa, che vive in terra e in cielo. Non siamo individui soli, ma viviamo accompagnati dalla comunione dei santi del cielo e della terra. Santità significa vita buona, vera, giusta, che realizza la nostra umanità, portando a compimento la fisionomia e la vocazione di ciascuna persona, come dono di Dio. Impariamo a conoscere i grandi santi della storia della Chiesa e i santi del nostro tempo; domandiamo la compagnia e l’intercessione dei santi.

 

Sabato 2 Novembre 2024, Commemorazione di tutti i fedeli defunti

Introduzione del celebrante
Viviamo questa Eucaristia in comunione con tutti i fratelli e le sorelle che hanno lasciato questo mondo. Domandiamo che tutti siano resi partecipi della gloria di Dio in Paradiso, attraverso la croce e la risurrezione del Signore Gesù.

  1. Dio onnipotente, Creatore e Signore della vita, ti affidiamo tutti coloro che hanno lasciato questo mondo, perché vivano in te e possano godere la felicità del Paradiso,

preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, morto e risorto per noi, affidiamo a te i nostri familiari e tutti coloro che ci hanno accompagnato e ci hanno voluto bene nella vita terrena, perché siano accolti dalla tua bontà e misericordia,

preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Spirito Santo, che sei Signore e dài la vita, ti affidiamo tutti coloro che sono morti, specialmente quelli hanno avuto una vita tribolata e tormentata, affinché siano accolti dal tuo amore nella patria celeste,

preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Santissima Trinità, sostieni la nostra speranza, affinché possiamo vivere ogni giornata nell’orizzonte delle cose future, desiderando l’incontro con te e con i nostri cari,

preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Dio della vita, accogli la nostra preghiera per tutti i defunti, consola chi soffre per la perdita dei propri cari, apri il nostro cuore alla speranza cristiana. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli

 

3 novembre 2024,

Domenica XXXI, Tempo Ordinario, Anno B

Introduzione del celebrante

In questa eucaristia ci accostiamo all’altare del Signore come il popolo convocato da Mosè, per domandare per noi e per tutti la grazia che ci fa vivere,

  1. Signore Dio nostro Padre tu ci indichi la strada della vita attraverso i comandamenti. Donaci di amarti come figli e di accogliere come fratelli e sorelle le persone che tu ci doni,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti preghiamo per tutti coloro che tu chiami a vivere l’offerta della vita nel sacerdozio e nella consacrazione religiosa e missionaria, perché vivano con gioia il ministero della lode a te e del servizio ai fratelli,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Spirito Santo, ispira nel cuore degli uomini il desiderio della pace, della riconciliazione e del perdono verso tutti. Concedi ai i cristiani nel mondo la grazia di vivere con serenità la loro fede, in privato e in pubblico

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Santissima Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo, dona ai ragazzi e ai giovani la grazia di incontrare la fede cristiana attraverso la testimonianza di educatori e di comunità convinte e gioiose,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

A te, Dio nostro Padre, per il Figlio suo Gesù Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, consegniamo la nostra preghiera. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

I COMANDAMENTI CHE FANNO VIVERE

Gesù porta in vetta i precetti fondamentali dell’antica Legge. La religione non è una esecuzione di pratiche legali o liturgiche, ma un cammino che apre una vita buona. Gesù conduce a riconoscerci come figli di Dio, che è nostra origine e nostro punto di arrivo. Ci conduce a considerare ogni persona come un fratello e una sorella, da amare e aiutare. Con il Vangelo, una nuova corrente di vita è cominciata a scorrere dentro l’umanità. Una famiglia cristiana, una comunità cristiana diventano l’ambito educativo che accompagna a ricordare e a vivere come figli e come fratelli.

 

Vangelo secondo Luca 13,18-21

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

GRANELLO E LIEVITO

E’ cominciato così, come un piccolo seme, come un pugno di lievito. Un seme vivo, un lievito potente che hanno continuato a crescere e a espandersi, fiorendo in altre piante e lievitando in altre paste. Cosa è necessario perché il mondo cambi, perché la storia prenda la direzione della vita e della verità? Occorre che singoli uomini e donne, comunità e gruppi di comunità siano realmente presenti in famiglie, paesi, città, a partire dal cuore di ciascuno.

Vangelo secondo Luca 6,12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

SCELTI DA GESU’

Prima di scegliere i Dodici, Gesù passa la notte in preghiera. Chi arriverà a scegliere? Gente brava, intelligente, quotata… Invece spuntano persone qualunque, alcuni pescatori, un esattore delle tasse, alcuni con precedenti ‘rivoluzionari’, altri anonimi e un traditore. Circa i due apostoli di oggi non sono rimaste testimonianze particolari, se non una frase di Giuda Taddeo figlio di Giacomo e una lettera a lui attribuita. Nel seguito della storia, Gesù continua a chiamare persone dello stesso tipo, fino a noi, a me...

USCIRE IN MARE APERTO VERSO L’ORIZZONTE INFINITO

Racconta il missionario di aver visto nella sacrestia della chiesa dei Gesuiti a Lima, in Perù, una statua di sant'Ignazio di Loyola con lo sguardo rivolto verso un orizzonte lontano, al di là di tutto, e nello stesso tempo con l'espressione decisa dell'avventuriero; Ignazio è proteso all'orizzonte infinito, oltre le 'Indie" dove arriveranno i suoi missionari.
È lo sguardo che nei giorni scorsi ho trovato riflesso in un altro personaggio, Sammy Basso, che ha lanciato la sua freccia oltre la morte dopo aver vissuto con pienezza una vita che avrebbe potuto chiuderlo nel carcere della sua malattia. Le parole e le immagini del suo 'testamento', riprese al suo funerale nell'omelia del vescovo di Vicenza Giuliano, hanno attraversato tutti i telegiornali e sono riecheggiate in una miriade di social. Con uno slancio di speranza e un filo di ironia Sammy ha sdoganato la parola ‘morte’ che da tanto tempo è tenuta bloccata alla frontiera dei mass media come un migrante indesiderato. La morte fa paura, dice Sammy, perché abbiamo paura dell'ignoto. E aggiunge: “Da quando Gesù e morto sulla croce, la morte è l'unico modo per vivere realmente, l'unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre e vedere finalmente il Suo Volto.” E dunque, per Sammy e per chi condivide il suo cuore, la morte è lo svelamento e il compimento dell'amicizia incontrata e vissuta con il Signore in questo mondo. Un abbraccio dopo lo sguardo da lontano, come lo sposalizio dopo il fidanzamento.
Il Paradiso non è tanto un luogo, quanto piuttosto il realizzarsi di una relazione di amore fra Dio e noi. L'ho riscoperto come una novità nei giorni in cui una persona cara stava lasciando la riva di questo mondo per approdare al porto di Dio. Mi sono fatto accompagnare da un libro di Ratzinger che per lungo tempo avevo snobbato; parla dei novissimi, le ultime cose che conducono alla fine della vita terrena e aprono al dopo. La fine della nostra vita non conduce a un cambiamento di ‘luogo’, per andare ad abitare nel ‘luogo' dove Lui vive e che chiamiamo Paradiso. Il ‘cielo’ – dice Ratzinger – non è un luogo senza storia, ma una realtà personale, un essere con Cristo e in Cristo, come attesta San Paolo. Il ‘cielo’ è lo sviluppo di quello che abbiamo desiderato in vita, consapevolmente o inconsapevolmente. In vita, quando abbiamo desiderato vedere il Signore Gesù come lo vedevano i suoi primi amici, Lui ci è sempre scappato via, senza comparirci davanti come accadde alla Maddalena nel giorno di Pasqua. Con la morte noi arriviamo a Lui e Lui ci corre incontro ad abbracciarci. E sarà gioia immensa e gioia vera: niente affatto una noia perpetua come qualcuno si inventa, ma un giro di ballo senza fine, con tutte le danze del tempo e dell'eternità. La morte è un'uscita in mare aperto, che si spalanca sull'orizzonte divino. Un fiorire di vita con tutti gli amici e amiche che ci attendono nel cuore di Dio.
Grazie a Sammy, ai Santi e a tutte le anime buone che l’hanno intravisto e l'hanno testimoniato.