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Vangelo secondo Marco 2,18-22

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

NELLA SUA COMPAGNIA

Rendersi conto della presenza del Signore Gesù nella vita è una grazia. L’hanno sperimentata in modo assiduo e intenso alcuni santi, come racconta Santa Teresa d’Avila nella sua ‘Vita’. Lo sperimentano tanti cristiani, che nelle situazioni di gioia si ritrovano esaltati e nella condizione del dolore si riconoscono purificati dalla Sua vicinanza e Lo ringraziano. Domandiamo un cuore aperto e uno sguardo libero per accogliere la compagnia di Gesù nel segno degli avvenimenti e delle persone.

IL MISTERO PRENDE VOLTO

Il cammino della Rete di teologia “Santi Angeli” attorno alla parola Mistero è ripreso il 27 novembre 2024 nel Seminario diocesano. Il secondo incontro è stato dedicato al punto centrale e sommo nel quale il Mistero si è rivelato e donato, la vicenda di un uomo di nome Gesù. Ciascun partecipante era stato invitato a riflettere e a lavorare personalmente sul percorso dei primi che hanno incontrato Gesù: quale cammino di scoperta hanno fatto coloro che hanno incontrato Gesù, per poter risalire dalla sua condizione umana, dalle sue parole, dalle sue azioni, fino alla sua condizione di Figlio di Dio mandato dal Padre a salvare l’umanità?  Come Gesù è la pienezza del Mistero di Dio rivelato e donato? Gli interventi hanno ripercorso i Vangeli e alcune ‘vite di Gesù’, da quella classica di Giuseppe Ricciotti a quella più recente di Andrea Tornielli. Nei Vangeli i discepoli incontrano un uomo e gli vanno dietro. Attraverso la sua umanità e dentro la sua umanità scorgono un di più, intravvedono il MISTERO di quest’uomo. E si interrogano: chi sei? che cosa dici di essere?

Gesù suscita sorpresa, stupore, meraviglia

I discepoli sono sorpresi dalla persona di Gesù, dalla sua umanità che è accoglienza, attenzione, cura. Anche prima dei miracoli, appena lo incontrano, Giovanni e Andrea gli chiedono: “Maestro, dove abiti”, desiderando seguirlo. Natanaele, quando viene chiamato, esprime stupore. I soldati, mandati a catturarlo, non lo catturano ed esclamano: “Nessuno ha mai parlato come quest’uomo”. Anche Erode ha voglia di sentirlo parlare. Le folle lo seguono meravigliate, dimenticando di portarsi dietro le provviste per il cammino. Gesù ama l’umanità così com’è. Piange su Lazzaro, e alla vedova madre del figlio morto dice di non piangere. Ha compassione della gente che lo segue, la raggiunge nel suo bisogno, nei suoi stessi desideri.

Gesù rimanda al Padre

La preghiera al Padre caratterizza Gesù: si ritira al mattino a pregare; prega prima di compiere azioni importanti, prima di scegliere i discepoli. Quando gli chiedono “insegnaci a pregare”, Lui dice: “Padre…”. Si affida completamente al Padre: “Non pensate al domani, guardate come il Padre veste i gigli del campo, nutre gli uccelli del cielo”.

Gesù sovverte i parametri della vita e della pratica della fede

Sconvolge il rapporto con il sabato e con il tempio, dichiarando di valere più del sabato, più del tempio: “Misericordia io voglio, non sacrifici”. Sovverte il rapporto con i peccatori: “È più facile dire: alzati e cammina o perdonare i peccati?”. Muta il rapporto con le prostitute, i pubblicani, le donne, i bambini, i malati, i lebbrosi, gli ‘scomunicati’…

Gesù sovverte i progetti dei discepoli, senza fermarsi alla loro misura

Egli annuncia la drammatica prospettiva della sua vita: cattura, condanna, morte, risurrezione e questo provoca le proteste dei discepoli, che non capiscono. Annuncia un regno senza potenza, dove chi serve è il più grande, il regno dei poveri e dei peccatori. “Capite quello che vi ho fatto lavandovi i piedi?” “Amate i vostri nemici!”.

Gesù affascina, vale la pena seguirlo

Sgorga dall’ esperienza fatta con Gesù la domanda “Da chi andremo?”. Dopo il tradimento, Pietro si pente e piange, riconoscendo in Gesù il senso della sua vita.  Giovanni e le donne lo seguono fino alla croce. I discepoli, in seguito, lo seguiranno fino al martirio. Accogliere Gesù cambia la vita, porta la salvezza, come accade al decimo lebbroso e al cieco nato.

Un uomo così, chi è?

I parametri normali non sono sufficienti a dirlo. I discepoli usano le parole e le categorie del tempo: maestro, profeta, Cristo, Figlio dell’uomo (come nel profeta Daniele). In sua compagnia, a chi è con lui in cammino, passo passo, Gesù rivela il suo mistero, il suo essere Figlio, il suo essere una cosa sola con Dio. Senza esserne geloso, senza trattenere questo suo tesoro: “A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”.

Si apre un cammino anche per noi, che continuiamo ad essere suoi discepoli. Un cammino di scoperta che invade tutta la vita: “Signore Gesù, svelaci il mistero della tua persona”. È un cammino che riprenderemo nel prossimo incontro del 22   gennaio 2024.

Gianni Colombo

 

 

 

Se possibile, si potrebbe affiancare all’articolo questa immagine (Masaccio, Il tributo).

 

 

Alla scoperta del Mistero

In una bella ‘aula studio’ del nostro seminario, il 9 ottobre 2023  ha ripreso il cammino la Rete di teologia “Santi Angeli”, alla quale si sono aggregate quest’anno altre persone interessate a un percorso di approfondimento e di confronto sulle tematiche essenziali della fede cristiana.  E’ stato individuato un tema di fondo che introduce e attraversa tutta la fede cristiana e che  ne diventa una chiave di accesso: il MISTERO, una categoria usata in tutti i tempi e in tutti gli ambiti della vita della Chiesa. Il dialogo parte da alcune domande sulle quali i partecipanti erano già stati invitati a riflettere e a documentarsi: cosa significa mistero nella mentalità comune? e nella nostra? e nella liturgia e negli altri ambiti del Cristianesimo? Assai spesso il mistero è… mistero: qualcosa di ignoto, sconosciuto, inarrivabile, inconoscibile. Mistero è diverso da enigma, che indica qualcosa di difficile e di complesso, ma che può essere scoperto o risolto dall’uomo stesso.

Mistero è parola antica. E’ stata proposta da uno dei partecipanti una sintesi su mistero/misteri nel mondo greco-romano, dove la partecipazione ai Misteri rimanda al bisogno di salvezza dell’uomo, che si affida a un potere superiore e nascosto al quale si accede in cerimonie segrete per via irrazionale ed emozionale.

Il Cristianesimo riprende la parola mistero, non ricavandolo dal mito, ma ritrovandolo in un avvenimento che accade nella storia e che contiene ed esprime il divino; è il ‘tragitto’ del Logos che si fa carne. Gesù stesso nei Vangeli sinottici parla di “mistero del Regno”, Paolo annuncia la “rivelazione del mistero”, la liturgia della Messa proclama il mistero della fede, noi preghiamo i misteri del Rosario…

Cos’è dunque il mistero? Non una realtà nascosta da credere con fede cieca. Il “mistero della salvezza” infatti si svela nella “storia della salvezza” con la sua faccia umana nei i fatti nei quali agisce, diventando conoscibile dalla ragione, anche se non può mai essere esaurito nella sua fenomenicità. Occorre quindi superare la nozione intellettualistica di mistero, che non consiste solo nelle ‘verità da credere’, come si limitava a dire il Concilio Vaticano I nel 1870.

La profondità e la inesauribilità del mistero richiama la profondità e, in qualche modo, la ‘infinità’ del cuore umano, che si protende verso di esso perché non trova compimento e risposta in alcuna realtà terrestre, come documenta tutta la storia, in particolare nella ricerca di filosofi e poeti. La categoria di mistero si presenta, quindi, come una strada maestra per indagare e scoprire tutto ciò che ci circonda e ci costituisce: Dio, Cristo, il creato, l’uomo, al fine di capire e vivere più consapevolmente il dono della fede.

Il prossimo incontro, a fine novembre, sarà dedicato al punto centrale e sommo nel quale il Mistero si è rivelato e donato, la vicenda di un uomo di nome Gesù. Quale cammino di scoperta hanno fatto coloro che hanno incontrato Gesù per risalire dalla sua condizione umana, dalle sue parole e azioni, fino alla sua condizione divina, di Figlio di Dio mandato a salvare l’umanità? È il percorso dei primi che hanno incontrato Gesù, ed è anche il nostro, nella scoperta del Vangelo e nell’esperienza della vita.

 

 

 

 

 

 

 

Vangelo secondo Giovanni 1,35-42

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì - che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia», - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.

La STRADA DA SEGUIRE

C’è un’ora bella, importante, decisiva nella nostra vita. Giovanni e Andrea la ricordano ancora tanti anni dopo. Da lì è cominciato tutto non solo per loro, ma anche per noi. Si sono fidati dell’indicazione del Battista. Abbiamo persone di cui fidarci per la strada da percorrere nella fede? Anche il giovane Samuele ha avuto bisogno del suggerimento del suo maestro. Noi chi ascoltiamo? A nostra volta possiamo essere buona occasione per altre persone: un giovane, un figlio… Aiutiamoci a guardare e a seguire ciò che è vero.

Vangelo secondo Marco 2,13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

LA CHIAMATA DEI PECCATORI

Quante cose accadono a Cafarnao, Gesù chiama un peccatore a seguirlo e questi subito risponde. Gesù accetta l’invito a pranzo con i peccatori. E’ abolita ogni barriera: Gesù va in casa di persone indegne, chiama un uomo ritenuto disonesto e collaboratore con il nemico occupante, l’Impero romano. Non si tratta di indifferenza e tanto meno di collaborazione con il male: Gesù entra nella casa del malato per guarirlo, nella casa del peccatore per schiodarlo dal suo male. C’è un metodo migliore?

Vangelo secondo Marco 2,1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico: «Ti sono perdonati i peccati, oppure dire: Àlzati, prendi la tua barella e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te, disse al paralitico: «Àlzati,, prendi la tua barella e va a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

SALVEZZA PIU’

Di giorno in giorno la presenza di Gesù a Cafarnao si manifesta più compiutamente, e le persone diventano più audaci nel tentativo di raggiungerlo. ‘Quattro’ amici conducono da Gesù un paralitico portandolo fin sul tetto di casa, da dove lo calano davanti a Gesù. Alla loro intraprendenza   corrisponde l’azione di Gesù che va alla radice della condizione dell’uomo, liberandolo dal male interiore. Scandalo! Solo Dio può perdonare i peccati. Appunto! Gesù compie l’opera guarendo anche il corpo di quell’uomo.

Vangelo secondo Marco 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte,

PIU’ DELLA GUARIGIONE

Gesù compie i miracoli quasi trascinato a forza: ha ‘com-passione’, cioè prende a cuore la condizione del lebbroso; l’azione della ‘purificazione’ viene scandita da ben quattro verbi, come in una sequenza filmica. Tanto meno Gesù ama dare pubblicità al fatto; egli non è un guaritore né un ‘salvatore della patria’. Il suo amore e la sua dedizione per la nostra povera umanità sono ben più vasti e profondi: la guarigione fisica è solo il primo passo verso la ‘purificazione-salvezza’ totale.

Dopo qualche decina d’anni, eccomi nuovamente di fronte a questo romanzo. Nel frattempo, il romanzo e il suo autore hanno camminato per il mondo, come documentano la postfazione e gli approfondimenti finali: ha rivoluzionato la vita dell’autore, invitato a parlare in America e in Europa, e donandogli fama e fortuna. Nato nel 1897 e morto nel 1975, Thornton Wilder aveva trent’anni quanto scrisse Il ponte di San Luis Rey. L’occasione venne da un fato realmente accaduto: venerdì 20 luglio 1714, il ponte più bello del Perù, che congiungeva due opposte montagne sulla strada tra Lima e  Cuzco, intrecciato dagli Incas con tralci di vimini, si ruppe e lasciò cadere nel baratro cinque persone. Il fatto fu visto a poca distanza da un monaco che da allora venne tormentato da una domanda: perché quei cinque, proprio quei cinque? Quale disegno di Dio, quale Provvidenza di bene sta dietro questo fatto? Così ‘nacque in lui la decisione che lo tenne occupato per sei anni’, alla ricerca della vita e dei precedenti di quelle cinque persone.

Il romanzo ne registra meticolosamente la storia, le storie, sorprendendo ogni volta il lettore, con una frase che dice più o meno così: “…mentre attraversavano il ponte di San Luis Rey, si abbatté su di loro l’incidente di cui sappiamo”. Si può ancora aggiungere l’ultima finale: “C’è una terra dei vivi e una terra dei morti, e il ponte è l’amore, la sola sopravvivenza, il solo significato”.

Thornton Wilder, Il ponte di San Luis Rey, Sellerio editore Palermo, 2023, pp 244 € 14,00

Vangelo secondo Marco 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

LO SPAZIO DI GESU’

Ecco dove abitava Gesù: Simone e Andrea lo ospitavano in casa a Cafarnao. Qui Gesù compie il secondo miracolo registrato nel Vangelo di Marco: guarisce la suocera dalla febbre, e la donna riprende a servirli. Ormai la gente, che l’aveva visto nella sinagoga al mattino, ha ‘scoperto’ chi è Gesù, e a sera, finito il riposo del sabato, gli porta malati e indemoniati. Lo spazio in cui si muove Gesù è più grande di Cafarnao, e arriva a toccare la sponda della nostra vita.

14 Gennaio 2024, Domenica II del Tempo Ordinario, Anno B

Introduzione del celebrante
Il Vangelo ci riporta agli inizi: il desiderio e la ricerca di due discepoli del Battista e il loro primo incontro con Gesù. Domandiamo che il nostro cuore si ridesti per seguire il Signore.

1. Signore Gesù, rinnova in noi il desiderio di incontrarti e di seguirti. Donaci la gioia di testimoniarti ai nostri fratelli e sorelle bisognosi dell’incontro con te,
Preghiamo: GESU’ NOSTRO MAESTRO, ASCOLTACI

2. Signore Gesù, Ti affidiamo tutti coloro che, come Giovanni Battista, ti indicano presente e ci segnano la strada: il papa, il nostro vescovo, i sacerdoti e tanti testimoni della fede. Ispira nei giovani il desiderio di seguirti nel sacerdozio e nella vita consacrata,
Preghiamo: GESU’ NOSTRO MAESTRO, ASCOLTACI

3. Signore Gesù, la tua terra e tanti luoghi nel mondo sono sconvolti dalla guerra: ti affidiamo il desiderio e il bisogno di pace e di riconciliazione perché tu lo realizzi con la potenza della tua grazia. Converti il cuore degli uomini,
Preghiamo: GESU’ NOSTRO MAESTRO, ASCOLTACI

4. Signore Gesù, la tua presenza conforti le persone sole, malate, oppresse, esiliate, rifugiate. Donaci un cuore aperto all’accoglienza e alla carità, nelle nostre case e nella società,
Preghiamo: GESU’ NOSTRO MAESTRO, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante
Dio nostro Padre, affidiamo a te il nostro desiderio di bene per noi e per tutti i nostri fratelli e sorelle. Per Cristo nostro Signore. Amen.

La STRADA DA SEGUIRE

C’è un’ora bella, importante, decisiva nella nostra vita? Giovanni e Andrea la ricordano ancora tanti anni dopo. Da lì è cominciato tutto non solo per loro, ma anche per noi. Si sono fidati dell’indicazione del Battista. Abbiamo persone di cui fidarci per la strada da percorrere nella fede? Anche il giovane Samuele ha avuto bisogno del suggerimento del suo maestro. Noi chi ascoltiamo? A nostra volta possiamo essere buona occasione per altre persone: un giovane, un figlio… Aiutiamoci a guardare e a seguire ciò che è vero.